IT-CPA-ST0160-0000011

O.P. Area Autogestita - Semiresidenza Rondine

1973 - 2009

157 buste (con all'interno 302 fascicoli)

Si compone della documentazione che riflette l'attività svolta dall'Area Autogestita, struttura nata nel 1979 con il proposito di puntare al reinserimento lavorativo dei pazienti degenti da lungo tempo all'ex Ospedale psichiatrico Francesco Roncati.
Le carte conservate si dimostrano di particolare importanza perché raccolgono al contempo i (…)

vai al menu di navigazione nell'archivio

Identificazione

Identificativo scheda IT-CPA-ST0160-0000011
Identificativo gerarchico scheda 00001.00002
Livello di descrizione subfondo
Denominazione O.P. Area Autogestita - Semiresidenza Rondine
Data 1973 - 2009
Consistenza 157 buste (con all'interno 302 fascicoli)

Contesto

Storia istituzionale / Biografia L'Area Autogestita che «fu istituita con atto del Consiglio provinciale del 19 giugno 1979, n. 521, mediante finanziamento del Fondo sociale europeo e in base a convenzione tra Provincia di Bologna e Ente nazionale Acli istruzione professionale (Enaip), [ed] è una sezione dell'ex manicomio trasformata in comunità residenziale per ex degenti autosufficienti. Tale struttura, col compito di mirare alla deistituzionalizzazione/reinserimento sociale e lavorativo a tempo pieno per i lungodegenti dell'ospedale, assolveva anche alla funzione di struttura semiresidenziale diurna per il territorio dell'Unità sanitaria locale (Usl) 27, inserendo utenti esterni nelle varie attività programmate» nota 1:Aurelia Casagrande..
L'Area Autogestita aprì nell'aprile del 1979 con trenta degenti, quindici uomini e quindici donne, provenienti dall'ex Ospedale psichiatrico Francesco Roncati. Si trattava di persone in grande maggioranza ricoverate da un minimo di dieci ad un massimo di venti-trenta anni continuativamente, provenienti nella quasi totalità dall'area territoriale bolognese e prevalentemente di estrazione sociale operaia o contadina.
L'equipe di lavoro dell'Area Autogestita venne affidata a due medici, Gabriele Calderoni e Claudia Bertoi, a una psicologa, Anna Castellucci, e a un gruppo di infermieri preparati mediante un seminario di pre-formazione su temi relativi alla deistituzionalizzazione. Il gruppo operò con sistemi che uscivano dai rigidi ritmi di vita ospedalieri, al punto che «si impose spontaneamente, nella quotidianità, la denominazione di Area Autogestita per indicare non un "reparto" ma il progetto nel suo insieme e, soprattutto, la scelta della dimissione dei lungodegenti partecipanti al progetto, per cui tutto con loro venne sperimentato e fatto evolvere nella dimensione della libertà» nota 2:Feruccio Giacanelli..
L'intervento sui pazienti si concretizzò in un modello fondato essenzialmente sull'apprendimento sociale e professionale, in modo da permettere ai pazienti stessi di ottenere un'autonomia personale che consentisse loro il graduale inserimento nella vita "normale".
In particolare vennero attivati corsi e laboratori di taglio e cucito, tessitura, manutenzione e pulizia, verde e giardinaggio, psicomotricità, laboratorio espressivo, ecc. con l'intento di guidare i pazienti al recupero di un approccio quotidiano con il lavoro e con tutti coloro con cui venivano quotidianamente a contatto.
Nel 1985 una parte dell'equipe costituì una semiresidenza destinata alle nuove cronicità, mentre il progetto Area Autogestita arrivò a conclusione nel 1988 con una parte della vecchia equipe che, sotto la guida del dottor Giovanni Neri, completò il reinserimento sociale degli ultimi degenti per i quali vennero sperimentati nuovi percorsi formativi e di risocializzazione tramite borse lavoro, un percorso che poi troverà vasto seguito anche in altre realtà.
Per quello che riguarda la semiresidenza di via della Rondine, questa divenne un centro diurno che portava avanti le attività già intraprese dall'Area Autogestita, intensificando il coinvolgimento degli ospiti nelle attività corsuali intraprese. Nel 1986 e nel 1988 furono costituite due cooperative di produzione lavoro, denominate Iacoop e Unica, composte da operatori della semiresidenza e utenti soci, le cui finalità erano quelle di dare uno sbocco lavorativo ai pazienti che si occupavano di pulizie, giardinaggio, tessitura a mano, taglio e cucito, e nello stesso tempo garantire loro una piena integrazione nella vita sociale.
Nel 2004 il centro diurno Rondine si trasferì in via Abba, dove prosegue le attività di sostegno ai disabili sotto la gestione della Cooperativa Dolce nota 3:Per la vicenda dell'Area Autogestita cfr. anche G. Calderoni, A. Castellucci, A. C. Federici, A. Sgrignuoli (a cura di), Il filo del discorso. Percorsi di riabilitazione in psichiatria, Bologna, Clueb, 1989..
Storia archivistica Le carte, raccolte in sei schedari e due armadi, prima del deposito presso l'Istituzione "G. F. Minguzzi" non hanno subito alcun tipo di condizionamento e sono giunte così come originariamente conservate.
Modalità di acquisizione La documentazione è stata depositata nel 2012 a seguito della chiusura del centro diurno di via Busacchi a Bologna dove era conservata e dove aveva sede anche la cooperativa Iacoop.

Contenuto

Si compone della documentazione che riflette l'attività svolta dall'Area Autogestita, struttura nata nel 1979 con il proposito di puntare al reinserimento lavorativo dei pazienti degenti da lungo tempo all'ex Ospedale psichiatrico Francesco Roncati.
Le carte conservate si dimostrano di particolare importanza perché raccolgono al contempo i risultati delle attività svolte dai pazienti seguiti, la documentazione delle stesse (sia attraverso i manufatti da loro creati e qui conservati, sia attraverso filmati in vhs che li ritraggono al lavoro) e la descrizione dei pazienti stessi nella propria quotidianità. Quest'ultimo aspetto in particolare si è potuto registrare attraverso le schede utenti, sorta di originali cartelle cliniche più vicine a un diario quotidiano che non ai tradizionali resoconti clinici, ma soprattutto in grado di fornire una visione a più ampio spettro di ciascun paziente e della rispettiva disabilità. Oltre alle anamnesi, alle ricette, ad analisi e altro materiale di tipo sanitario, le cartelle contengono infatti numerose e dettagliate descrizioni dei pazienti, della loro vita e del loro tentativo di reinserimento nella società anche per mezzo dell'attività svolta nell'Area Autogestita, testimoniato inoltre dalle trascrizioni di interviste con gli operatori e colloqui con i familiari.
Delle attività svolte nei corsi dell'Area Autogestita esistono inoltre relazioni dettagliate che descrivono i comportamenti dei pazienti nel corso del tempo in schede nominative divise per il tipo di attività praticata. Sono infine presenti anche i resoconti degli incontri tenuti fra i pazienti e l'equipe di operatori che li aveva in cura.
Criteri di organizzazione La documentazione dell'Area Autogestita si compone di carte, manufatti e videocassette. Le carte erano raccolte in sei schedari e un armadio, mentre la parte di manufatti e videocassette era conservata in un altro armadio e in uno scatolone. Nel corso del presente intervento le carte sono state condizionate all'interno di buste d'archivio, mantenendo però il fascicolo e la sequenza originaria che possedevano all'interno degli schedari. Sono stati anche conservati, quando presenti, i titoli originari che erano riportati sopra ogni fascicolo contenuto nei cassetti dello schedario. Le videocassette sono state oggetto di un intervento specifico, mentre i manufatti, attualmente appoggiati sugli scaffali al termine della sequenza delle buste, attendono una sistemazione adeguata.

Condizioni d’uso

Strumenti di ricerca

F. Rosa, Archivio della riforma psichiatrica. Censimento della documentazione, 2013

Note