IT-CPA-ST0120-0000003

Progetti dell'Unità operativa edilizia storico-monumentale

1974 - 2005
con docc. dal 1959 e docc. in copia dal XVI secolo.

241 buste (con all'interno 290 fascicoli)

Si compone della documentazione relativa agli interventi pubblici di recupero e di restauro realizzati nella seconda metà del XX sec. nel centro storico di Bologna sui più importanti complessi monumentali.
In particolare si tratta di documentazione relativa a interventi di recupero, restauro, adeguamento, allestimento museale, allestimento di (…)

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Identificazione

Identificativo scheda IT-CPA-ST0120-0000003
Identificativo gerarchico scheda 00001.00002
Livello di descrizione serie
Denominazione Progetti dell'Unità operativa edilizia storico-monumentale
Data 1974 - 2005
con docc. dal 1959 e docc. in copia dal XVI secolo.
Consistenza 241 buste (con all'interno 290 fascicoli)

Contesto

Storia istituzionale / Biografia L'ufficio responsabile delle pratiche che compongono la presente serie nasce nel 1974 col nome di "Unità operativa centro storico".
Le premesse per l'inizio dell'attività dell'Unità operativa e la "traccia" nel cui solco l'Unità si è mossa sono da ricercare nel Piano regolatore del centro storico, adottato dall'Amministrazione comunale di Bologna nel 1969, nel Piano di edilizia economica e popolare (Peep), adottato nel 1972, e nel Piano programma triennale dei servizi sociali e culturali del 1973-1975. Alla base di questi strumenti sta l'idea che il centro storico della città di Bologna è un bene culturale, economico e sociale che può fungere da polo di aggregazione per i cittadini e offrire loro una serie di servizi nel rispetto della storia e delle vicende della città e degli edifici oggetto delle attività di recupero e riutilizzazione (anche per questo i progetti realizzati dall'Unità operativa sono in genere preceduti da approfondite indagini storiche e dal coinvolgimento dei quartieri cittadini interessati). Inizialmente l'attenzione dell'Amministrazione comunale, e di conseguenza dell'Unità, viene concentrata sul risanamento conservativo di edifici storici e sulla costruzione di abitazioni popolari poste nel centro storico. L'impegnativa attività vede da una parte l'acquisizione da parte del Comune di aree ed immobili e dall'altra il progetto di recupero, ripristino e riutilizzo dei cosiddetti "contenitori storici", ovvero edifici monumentali che versavano in condizioni di degrado e abbandono e che sono stati restituiti alla città come sedi di servizi e centri culturali: biblioteche, musei, istituti di ricerca, istituti universitari. L'Unità, dunque, è nata dalla volontà politica di recuperare e rifunzionalizzare il centro storico di Bologna, con l'obiettivo di preparare la città alla preventivata crescita di abitanti e di dotarla delle strutture reputate necessarie ad una città del suo rilievo.
L'Unità operativa centro storico faceva capo dapprima al settore della Pianificazione urbanistica. poi al settore Lavori pubblici. Era strettamente connessa all'Ufficio tecnico: tutti i progetti dell'Unità operativa venivano infatti presentati alla Commissione edilizia per l'approvazione. C'era naturalmente un continuo dialogo tra la politica e i tecnici che lavoravano nell'Unità operativa: alla politica era affidata la scelta dei progetti da attuare e ai tecnici il compito di realizzarli; la maggior parte dei progetti per il recupero dei contenitori storici è stata realizzata con le giunte guidate dai sindaci Renzo Imbeni e Walter Vitali (dal 1980 alla fine degli anni Novanta del Novecento). L'Unità operativa era composta da una quindicina di persone, a capo delle quali per molti anni era l'architetto Roberto Scannavini. Il "modello operativo di intervento" dell'ufficio era strutturato secondo le tappe nota 1:Cfr. Conoscenza e coscienza della città: una politica per il centro storico di Bologna. Bologna, Palazzo Re Enzo, ottobre-dicembre 1974, s.l., s.e., 1975, p. 145:
- "inquadramento storico dell'edificio";
- "analisi storico strutturale dell'assetto urbanistico dell'intorno monumentale";
- "individuazione strutturale delle componenti architettoniche", che serviva a "ritrovare i rapporti e i parametri compositivi - distributivi originali";
- "analisi tipologica e statico - strutturale", che serviva per giungere ad una "comprensione globale dell'organismo sotto il profilo della tipologia e della tecnica costruttiva e delle relative alterazioni e anomalie".
Si arrivava infine "alla definizione dell'ipotesi progettuale", tenendo presenti le richieste avanzate dai quartieri cittadini e i risultati delle indagini svolte; si delineava, così, un modello d'intervento diverso per ciascuno dei monumenti presi in considerazione. Tutto il lavoro necessario alla progettazione e realizzazione degli interventi (ricerche d'archivio, studi storico - urbanistici e architettonici, rilievi, stesura progettuale) veniva svolto dall'Unità operativa; si ricorreva ad esterni solo nel caso in cui ci fosse la necessità di avvalersi di competenze professionali specifiche (impianti, tecnologia, analisi chimiche, petrografiche, mineralogiche) e per i rilievi fotografici (le fotografie aeree erano scattate dallo studio Fotoservizi di Enrico Pasquali e quelle da terra dallo studio Magic Vision dei fratelli Gnani; alcune foto sono state scattate dal fotografo Paolo Monti e dai fotografi Guerra e Masotti). Le fasi gestionali venivano attuate in collaborazione con altri uffici comunali, i quali svolgevano gli adempimenti tecnici legati alla progettazione ed esecuzione dei lavori di cantiere e assicuravano il supporto tecnico, amministrativo e contabile: in particolare il Servizio contratti e appalti, che predisponeva la redazione di delibere e determine di approvazione dei progetti, gli adempimenti relativi agli affidamenti lavori con gare d'appalto e la stipulazione dei contratti con le imprese individuate; il Servizio patrimonio, che predisponeva la consegna e la riconsegna degli edifici alle imprese e attivava, se necessarie, le procedure di espropriazione; il Servizio ragioneria, responsabile per le modalità di finanziamento degli interventi e il visto di regolarità contabile sulle determine, nonché per la liquidazione degli importi previsti per la realizzazione dei lavori. Nel corso dell'esecuzione dei lavori potevano intervenire fatti nuovi che comportavano una modifica di quanto previsto nel progetto originario: in questo caso venivano redatte varianti di progetto o più semplicemente dichiarazioni da parte del progettista di maggiorazioni di spesa.
Non tutti i progetti avviati dall'Unità sono stati realizzati e non tutti sono stati realizzati secondo quelle che erano le intenzioni iniziali dei progettisti: questo è accaduto per le ragioni più diverse, dalle mutate volontà politiche all'inadeguatezza degli spazi rispetto al tipo di "contenuto" che erano stati destinati ad ospitare; dall'introduzione di nuove leggi che portavano a rivedere la progettazione (come accadde per la manifattura delle arti, quando il vincolo apposto dal Ministero dei beni culturali nel 1986 all'intera area costrinse l'amministrazione a modificare il progetto; o per la difficoltà di adattare i monumenti alle nuove leggi relative all'accesso ai disabili, alla sicurezza sul lavoro) alla mancanza di fondi, al sopraggiungere di altre urgenze per l'amministrazione comunale.

Nel 1981 l'unità ha preso il nome di Unità operativa recupero urbano; tra il 1988 e il 1989 l'unità è stata ri-definita come Unità operativa studi e interventi storico monumentali. Nonostante queste piccole varianti di denominazione, l'Unità ha continuato negli anni a svolgere praticamente gli stessi compiti e le stesse attività.
Verso il 2005 infine il nome dell'ufficio è stato mutato in Unità operativa o Ufficio edilizia storico monumentale e le sue funzioni in parte riorganizzate e ridimensionate per scelte principalmente tecnico-politiche.

Nel 2009 le funzioni dell'unità sono state suddivise tra le nuove unità Riqualificazione centro storico o tutela e gestione centro storico (che si occupa degli spazi pubblici) ed Edilizia monumentale (che si occupa degli edifici). L'Unità operativa Edilizia monumentale, ancor oggi operante, ha ereditato in buona parte le competenze e le funzioni dell'Unità operativa di cui si descrive qui la documentazione nota 2:Informazioni raccolte da colloquio con l'attuale responsabile dell'Unità operativa Edilizia monumentale Manuela Faustini Fustini, collaboratrice dell'Unità operativa studi e interventi storico monumentali negli anni di produzione della documentazione conservata all'Archivio storico del Comune di Bologna.
Storia archivistica L'archivio dell'Unità operativa veniva conservato presso l'ufficio stesso e in alcuni locali adiacenti. Ciascun impiegato teneva e gestiva presso di sè il materiale su cui stava lavorando, e parte di quello che aveva accumulato nel corso del tempo, secondo criteri soggettivi; la documentazione relativa a progetti chiusi veniva in genere portata in locali adibiti ad uso archivio.
Nel 2005, in occasione del trasloco dell'Unità in una nuova sede, venne portata in un deposito del comune in via Tartini (accanto al futuro Archivio storico comunale) parte della documentazione prodotta dall'Unità, in particolare quella conservata nel locale-archivio, locale che non avrebbe avuto un "omologo" nei nuovi spazi destinati all'Unità dopo il trasloco. I progetti, la biblioteca, i plastici (realizzati dallo studio Segnodisegno di Bortolotti - Bologna) e altri materiali, conservati su alcune scaffalature, vennero per lo più inscatolati; le foto conservate in cassettiere metalliche vennero traslocate con i loro mobili-contenitori. Non risulta che nell'occasione sia stato redatto un elenco di versamento, tanto più che pare che tutta l'operazione sia stata svolta prevalentemente dai facchini. La documentazione allora conservata negli uffici dell'Unità venne invece traslocata nella nuova sede, ed è ancora conservata lì, almeno in buona parte nota 1:Si comprende così perché tra la documentazione conservata all'Archivio storico del Comune non vi sia materiale relativo ad alcuni interventi seguiti dall'Unità, come quelli del recupero del quartiere Lame, menzionati però nella pubblicazione Recupero 51-52 quartiere Lame. Rinnovo urbano edilizio della periferia: Cassarini - Pallotti - Beverara, Comune di Bologna, Assessorato alla Programmazione Territoriale, Unità operativa recupero urbano, Bologna, 1982.. Si noti peraltro che l'Unità faceva parte in quel momento del Servizio programmazione territoriale, anche detto Ufficio di piano, che si articolava in quattro unità operative facenti capo ad un unico ufficio atti amministrativi e ad una segreteria centralizzata[[nota2: Abitare Bologna. La qualità ricercata. Progetto e tradizione per un nuovo modo di abitare: il lavoro dell'Ufficio di piano del Comune di Bologna, a cura di Roberto Scannavini, Venezia, Marsilio, 1987, p. 15; si capisce quindi come mai altra documentazione, come il carteggio, non si trovasse nell'"archivio-deposito" specifico dell'Unità e non sia stato allora portato nei depositi e non si trovi a tutt'oggi all'Archivio storico del Comune.
La documentazione ha continuato ad essere prelevata, consultata ed utilizzata dal personale comunale senza che siano stati redatti strumenti che abbiano "monitorato" il prelievo, la consultazione e la ricollocazione dei documenti consultati, relativi probabilmente a pratiche ancora aperte o a cantieri nuovi aperti in strutture pecedentemente interessati dal lavori. Nel 2007 gli scatoloni contenenti la documentazione prodotta dall'Unità operativa sono stati trasportati presso il vicino Archivio storico comunale e sistemati in un locale al piano terra dell'edificio.
Il primo intervento di riordino e inventariazione sulla documentazione é il presente.

Contenuto

Si compone della documentazione relativa agli interventi pubblici di recupero e di restauro realizzati nella seconda metà del XX sec. nel centro storico di Bologna sui più importanti complessi monumentali.
In particolare si tratta di documentazione relativa a interventi di recupero, restauro, adeguamento, allestimento museale, allestimento di impianti, manutenzione ordinaria e straordinaria effettuati su edifici, monumenti e spazi urbani del centro e della periferia di Bologna. Di massima nei fascicoli si trovano:
- progetti (solitamente un progetto è composto da: dichiarazione del progettista, relazione, disegni, piante, preventivi di spesa, computo metrico, capitolato d'appalto);
- delibere di Giunta comunale e, tavolta, di Giunta o Consiglio regionale;
- carteggio relativo alla progettazione e realizzazione dei lavori, intercorso prevalentemente tra uffici e assessorati del Comune di Bologna, tra gli stessi uffici e le ditte concorrenti o aggiudicatarie degli appalti; talvolta tra gli uffici comunali e la Regione Emilia-Romagna;
- offerte economiche delle ditte (preventivi) e materiale illustrativo;
- relazioni tecniche o storiche (o entrambe) relative agli edifici da sottoporre ad interventi di restauro;
- pratiche di affidamento dei lavori a trattativa privata e gare ufficiose;
- contratti per l'affidamento dei lavori;
- pratiche per la richiesta di contributi alla Regione Emilia-Romagna;
- fotografie che documentano lo stato degli edifici/monumenti/spazi prima, durante e dopo gli interventi di restauro;
- stato di avanzamento dei lavori, verbali di sospensione, ripresa e consegna dei lavori, certificati di conformità dei lavori alla regola dell'arte e verbali di collaudo;
- fatture e pratiche di liquidazione delle fatture.
Alcuni di questi lavori di restauro sono stati svolti allo scopo di recuperare e rifunzionalizzare un edificio, monumento o spazio a cui non è stata cambiata la destinazione d'uso (è il caso, ad esempio, del Teatro dell'Arena del sole, della biblioteca dell'Archiginnasio, del Quadrilatero commerciale o delle piazze della città); altri, invece, sono stati svolti allo scopo di utilizzare un certo monumento o spazio per destinarlo ad ospitare sedi di istituti culturali o funzioni diverse (è il caso, ad esempio, dell'ex convento di S. Giacomo, che ospita il conservatorio musicale; del palazzo Ghisilardi Fava, che ospita il Museo civico medievale; dell'ex Manifattura dei tabacchi e dell'ex Macello, che ospitano diversi istituti culturali). Differente è il caso del palazzo re Enzo e del palazzo del podestà, due edifici diversi anche se contigui, che sono stati oggetto di un unico progetto di recupero che li ha destinati a diventare sede di un centro mostre e congressi. Il caso del palazzo comunale è ancora diverso, poiché parte di esso ha mantenuto la stessa destinazione d'uso che aveva prima degli interventi (la parte che ospita le Collezioni comunali d'arte e alcuni uffici comunali), mentre un'altra parte è diventata sede di nuovi istituti, come il Museo Morandi e la biblioteca Salaborsa. I suddetti interventi sono stati realizzati, in alcuni casi, in un'unica soluzione (per cui si avrà, come già detto, una sottoserie per ogni oggetto) ma spesso, pur essendo parte di un progetto unitario, sono stati suddivisi in più interventi o lotti di realizzazione: per cui alcune sottoserie (quelle relative alla Manifattura dei tabacchi e al palazzo comunale) fanno riferimento allo stesso edificio ma a diverse fasi dei lavori; altre, invece, fanno riferimento a spazi urbani su cui si è intervenuto in più momenti ma nell'ambito di uno stesso progetto (le sottoserie piazze e porte della città). Vi sono, poi, interventi per così dire "singoli", ovvero non inseriti in progetti unitari, che hanno dato origine a fascicoli solitamente meno strutturati rispetto a quelli dei grandi interventi di recupero, che in sede di riordino sono stati riuniti in sottoserie intestate alla tipologia di struttura su cui si è intervenuto (centri civici, sociali e sportivi; centri di refezione e produzione pasti; edifici scolastici; monumenti); alcuni di questi progetti sono stati seguiti anche da altre unità operative.
Si precisa che la suddetta documentazione non è presente sempre in tutti i fascicoli ma solitamente si trova per la maggior parte dei progetti descritti, a volte distribuita nei diversi fascicoli che compongono una sottoserie. Dal momento che le fasi di elaborazione dei progetti (ricerca storica, studi urbanistici e architettonici, rilievi, progettazione e direzione dei lavori) sono state seguite sempre dall'Unità operativa, con il concorso degli organi e uffici comunali che provvedono all'espletamento delle pratiche di realizzazione di opere pubbliche (Giunta comunale, che ne delibera l'esecuzione, settore patrimonio, settore contratti e appalti, settore ragioneria) la documentazione si intende prodotta da tali uffici; solo in alcuni casi i progetti sono elaborati da unità operativa diverse (in particolare: Edilizia scolastica, Energia e impianti tecnologici, Recupero urbano, Edilizia universitaria).
Criteri di organizzazione Nel 2007 ha preso il via l'intervento sulla parte di archivio dell'Unità operativa conservata all'Archivio storico del Comune di Bologna, costituito da circa 64 metri lineari di materiali. Sono state identificate quattro serie: la prima, denominata Progetti (l'unica a essere poi interessata dal lavoro di riordino), è costituita da tavole di progetto e pratiche amministrative corredate talvolta da fotografie e relazioni storiche; nelle altre tre serie, definibili Ricerche storiche, Elaborati grafici (composta probabilmente anche da cartografia) e Fotografie (composta, oltre che da stampe, anche negativi su vetro e pellicola, diapositive su vetro e pellicola, fotocopie, riproduzioni fotomeccaniche) è compreso tutto il materiale prodotto dall'ufficio durante l'elaborazione dei progetti e che è strettamente connesso con la prima serie: infatti durante lo sviluppo di un progetto ciascuno dei professionisti svolgeva una parte del lavoro e tutto quanto veniva prodotto e accumulato faceva parte della pratica di progetto (schizzi, disegni preliminari, bozze, ricerche, appunti, fotocopie e fotografie di documenti d'archivio, rilievi, fotografie dei monumenti) ma che non veniva poi utilizzato per la presentazione del lavoro al Consiglio, o alle altre sedi deliberanti. Nel momento in cui si passava alla fase più "concreta", cioè quella della realizzazione dei lavori proposti, il progetto veniva presentato all'approvazione della Commissione edilizia del comune e per questa presentazione veniva scelto il materiale più adatto, composto nella forma più conveniente.
Il lavoro si è dimostrato da subito molto complesso, a partire dal fatto che la documentazione era conservata, senza un elenco di versamento o ordine riconoscibile, in numerosi scatoloni realizzati nel 2005 in occasione del trasloco del Settore lavori pubblici del Comune di Bologna e di una parziale riorganizzazione dell'Unità operativa stessa. Raccogliere informazioni sull'Unità operativa e sulle sue attività si è rivelato difficoltoso.
Il presente intervento ha portato al condizionamento della documentazione della serie denominata Progetti in 251 buste, serie strutturata in 41 sottoserie relative a ciascuna a edifici o interventi edilizi. Le sottoserie sono ordinate alfabeticamente e composte da uno o più fascicoli per lo più originali, che non presentano segnature o altri elementi utili a ricostruirne l'ordinamento. In coda è stata posta una sottoserie in cui sono riuniti fascicoli relativi a lavori diversi (si tratta comunque sempre di lavori di restauro, rifunzionalizzazione, consolidamento),alcuni dei quali sono rimasti allo stato di progetti e quindi non sono stati realizzati, che non è stato possibile ricondurre alle altre sottoserie e che comunque non sono inquadrati nei grandi progetti di recupero sopra descritti (spesso di tratta infatti di piccoli lavori di restauro o manutenzione).
All'interno di ogni sottoserie i fascicoli sono generalmente in ordine cronologico.

Fonti e risorse collegate

  • Cinque faldoni con fotografie e lastre fotografiche di lavori svolti dal Settore Lavori Pubblici - Edilizia storico monumentale del Comune di Bologna fra il secondo dopoguerra e la fine degli anni Ottanta del Novecento sono conservati alla Biblioteca dell'Archiginnasio di Bologna nota 1: "Importante inoltre l'arricchimento di due fondi speciali: ... e del fondo Lavori su strutture ed edifici monumentali del Comune di Bologna grazie al deposito il 27 giugno 2008, per interessamento dell'architetto Manuela Faustini Fustini, di cinque faldoni con fotografie e lastre fotografiche di lavori svolti dal Settore Lavori Pubblici - Edilizia storico monumentale del Comune di Bologna fra il secondo dopoguerra e la fine degli anni Ottanta del Novecento", cfr. Sito istituzionale della Biblioteca dell'Archiginnasio, http://www.archiginnasio.it/html/relazione08.htm (url controllato il 12 maggio 2012)..
    Parte delle fotografie scattate da Paolo Monti per l'Unità sono invece state donate alla Cineteca di Bologna (ne esiste un inventario redatto dall'architetto De Angelis alla metà degli anni Ottanta).
  • Nell'Archivio storico del Comune di Bologna sono conservate anche le serie Elaborati grafici, Ricerche storiche, Documentazione fotografica prodotte dalla medesima Unità e non descritte nel presente intervento.
Bibliografia sulla documentazione

Bologna: politica e metodologia del restauro nei centri storici, a cura di P. L. Cervellati e R. Scannavini, Bologna, Il Mulino, 1973;
Conoscenza e coscienza della città: una politica per il centro storico di Bologna. Bologna, Palazzo Re Enzo, ottobre-dicembre 1974, s.l., s.e., 1975;
P. L. Cervellati, R. Scannavini, C. De Angelis, La nuova cultura delle città: la salvaguardia dei centri storici, la riappropriazione sociale degli organismi urbani e l'analisi dello sviluppo territoriale nell'esperienza di Bologna, Milano, Edizioni scientifiche e tecniche Mondadori, 1977;
P. Cervellati, Bologna centro storico, in Cultura e società in Emilia Romagna: Mosca 4-17 settembre 1978, Bologna, s.e., 1978;
C. De Angelis - R. Scannavini, Comune di Bologna: risanamento conservativo del centro storico, in Urbanistica in Emilia-Romagna: esperienze e analisi, a cura di P. Gabellini, M. Piccinini e S. Stanghellini, Milano, Franco Angeli Editore, 1983 (pp. 179-199);
Assessorato aala cultura del Comune di Bologna, Progetti di restauro monumentale e riassetto urbanistico della città di Bologna, Bologna, 1991;
R. Scannavini, S. Giovanni in Monte recuperato, Bologna, Grafis, 1997;
C. Bottino, Il palazzo comunale di Bologna: storia, architettura e restauri, Bologna, Compositori, 1999;
R. Scannavini, Trent'anni di tutela e di restauri a Bologna. Fra monumenti e cultura, l'adattamento e la riduzione dei grandi contenitori storici a sedi per musei, biblioteche e funzioni istituzionali ed universitarie; racconto fotografico di Raffaello Scatasta, Bologna, Costa, 2001;
P. Giordani, Racconto breve su Bologna, in L'architettura cronache e storia, 2003, IL, 576, pp. 706-711.

Condizioni d’uso

Lingua italiano

Note

Note redazionali Inventario a cura di Roberto Sernicola redatto fra il 2007 e il 2010 nell'ambito del progetto "Una città per gli archivi" promosso dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e dalla Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna. Revisione a cura di Laura Berti Ceroni e Stefania Di Primio, 2012.