IT-CPA-SP00001-0000145

Istituto tecnico industriale Aldini-Valeriani

(ente di istruzione e ricerca)

1844 - 1998

Le origini

Le Scuole tecniche bolognesi Aldini-Valeriani nacquero tra il 1842 e il 1844 per le ultime volontà di due illustri uomini di cultura bolognesi, il fisico Giovanni Aldini (1762-1834) e l'economista Luigi Valeriani (1758-1828), che in anni diversi avevano con i loro testamenti dato indicazione al comune di Bologna di creare delle scuole di fisica meccanica, chimica applicata e disegno «applicato alle arti». Nella prima metà (…)

Identificazione

Identificativo scheda IT-CPA-SP00001-0000145
Tipologia ente
Qualifica

ente di istruzione e ricerca (1844 - 1998)

Denominazioni

Istituto tecnico industriale Aldini-Valeriani (date d’uso della denominazione: 1932 - 1998)

Scuola industriale Aldini-Valeriani (date d’uso della denominazione: 1913 - 1932)

Istituto Aldini-Valeriani per le arti e mestieri (date d’uso della denominazione: 1878 - 1913)

Gabinetto Aldini di fisica e chimica applicata (date d’uso della denominazione: 1863 - 1877)

Scuole tecniche bolognesi Aldini e Valeriani (date d’uso della denominazione: 1844 - 1860)

Date di esistenza 1844 - 1998

Descrizione

Storia
Le origini

Le Scuole tecniche bolognesi Aldini-Valeriani nacquero tra il 1842 e il 1844 per le ultime volontà di due illustri uomini di cultura bolognesi, il fisico Giovanni Aldini (1762-1834) e l'economista Luigi Valeriani (1758-1828), che in anni diversi avevano con i loro testamenti dato indicazione al comune di Bologna di creare delle scuole di fisica meccanica, chimica applicata e disegno «applicato alle arti». Nella prima metà dell'800, Bologna viveva una profonda crisi economica causata dal crollo del settore serico e i due testatori, profondi conoscitori anche della realtà economica europea, vollero in qualche modo operare per combattere la crisi cittadina, promuovendo la formazione di nuove professionalità del lavoro.

Il gabinetto Aldini venne allestito tra la fine del 1843 e l'inizio del 1844 nella Biblioteca comunale dell'Archiginnasio. Intanto, nel 1842, aveva aperto i battenti, sempre all'Archiginnasio, la Scuola di disegno Valeriani. Nel 1847, le Scuole tecniche si stabilirono nella sede unica di via dei Poeti, mentre il gabinetto restava all'Archiginnasio, diviso in due sezioni, quella di fisica meccanica e quella di chimica. Questa prima fase della storia delle Aldini-Valeriani non fu però facile, solo la scuola di disegno mantenne un andamento regolare, mentre le altre subirono forti interruzioni negli anni '50, anche per il sostanziale ripensamento da parte dell'amministrazione comunale sulla validità dei corsi.

La crisi e il rilancio: i primi decenni postunitari

La crisi delle scuole arrivò ad un punto di svolta con l'unità d'Italia e la conseguente revisione del settore scolastico cittadino nell'ambito della legge Casati, emanata il 13 novembre 1859. Il 6 giugno 1860 il Consiglio comunale incaricava una nuova commissione organica di analizzare lo stato della situazione e proporre soluzioni. Furono chiuse le due scuole Aldini di chimica e fisica meccanica, mentre la scuola Valeriani di disegno, dopo una breve interruzione, fu riaperta nel 1861 tra le scuole tecniche serali del comune. Fu deciso anche di riordinare ed ampliare il gabinetto con lo scopo di favorire l'aggiornamento di artigiani, capi-tecnici e imprenditori tramite la pratica delle dimostrazioni. Il gabinetto iniziò la sua attività di prestito degli apparecchi alle scuole della città, ponendosi così al servizio delle nuove scuole tecniche nate con la legge Casati, e allo stesso tempo dal 1865 iniziò le sue aperture al pubblico in maniera costante ogni domenica mattina.

Questi risultati solo parzialmente positivi apparivano comunque scarsi all'Ufficio di pubblica istruzione che giudicava l'indirizzo scelto nel 1860 non corrispondente alla volontà dei testatori, e per tale motivo furono presto sospesi i fondi destinati al gabinetto. Si dava così anche corpo alle più forti critiche rivolte alle scuole introdotte dalla Casati, considerate non adatte all'istruzione delle maestranze. Si ritenne, in definitiva, necessario ritornare all'idea di scuola tecnica del primo indirizzo dato all'istituzione Aldini-Valeriani, introducendo però una sostanziale novità, il modello della Scuola-Officina. Con questo si voleva indirizzare gli operai direttamente al lavoro manuale tramite l'officina, considerato il luogo per eccellenza per svolgere il tirocinio e apprendere il mestiere. A conferma di questo indirizzo si scelse di destinare più ore di scuola al lavoro manuale a svantaggio di quello teorico, mentre si decise che l'età di ammissione fosse tra i 12 e i 13 anni, dopo cioè i cinque anni di scuola elementare, e che la durata del corso fosse di tre anni.

La Scuola professionale di arti e mestieri tra Otto e Novecento

L'Istituto Aldini-Valeriani per le arti e mestieri (noto anche come Scuola professionale di arti e mestieri Aldini-Valeriani) cominciò i suoi corsi il 2 dicembre 1878 nell'ex convento di Santa Lucia in via Castiglione. Nonostante si fosse di fatto superata un'impasse decennale, i primi anni di vita non furono facili per le difficoltà del carattere sperimentale della nuova didattica in mano a una direzione inadeguata. Dopo vari scossoni in sede direttiva, gli anni '80 portarono l'istituto ad emergere tra i migliori nell'ambito nazionale. Il nuovo istituto si affermò allora come efficace modello di istruzione professionale per operai meccanici, realizzando l'equilibrio didattico tra scuola e officina, fra conoscenze tecniche e manuali. All'interno della scuola prevalsero le professionalità del lavoro legate alla meccanica, mentre le altre sezioni (ebanisteria e chimica) restarono marginali per carenza di iscritti.

Nel 1913 l'Istituto cambiava nome in Scuola industriale Aldini-Valeriani, proprio negli anni in cui la città stessa viveva un fervente periodo di 'rinascita' industriale durante il quale il quadro delle produzioni locali appariva decisamente articolato. A spingere verso il cambiamento era stato ancora una volta l'intervento legislativo nazionale. La legge 14 luglio 1912, n. 854, e il successivo regolamento attuativo del 22 giugno 1913 ristrutturavano, infatti, l'istruzione professionale nazionale su tre livelli di scuole, in rapporto al processo di industrializzazione stabilitosi nelle regioni centro-settentrionali: di primo grado per operai, di secondo grado per capi operai, di terzo grado per capi tecnici. L'istituto bolognese in tal senso era tra i pochi nel panorama nazionale già pronto al cambiamento e anzi in attesa di vedere riconosciute le proposte interne avanzate da alcuni anni.

La riforma dell'istruzione tecnica tra le due guerre mondiali e la nascita dell'Istituto tecnico industriale

Nei primi anni '30 subentrò il riordinamento dell'istruzione media tecnica voluto dal Ministero dell'Educazione nazionale, che trovò espressione nella legge 15 giugno 1931, n. 889. L'anno successivo, in base a questo intervento legislativo, l'Aldini-Valeriani acquistò l'attuale denominazione di Istituto tecnico industriale. Le officine e i laboratori si aggiornarono progressivamente diventando strumenti di consulenza esterna per le piccole e medie imprese locali. Il profilo stesso dell'insegnamento era cambiato e da quel momento in poi la scuola avrebbe formato professionalmente periti industriali, capaci di predisporre ogni particolare inerente il ciclo di lavoro, di gestire prove e collaudi di laboratorio, di coprire ruoli intermedi di officina, di progettare ed introdurre innovazioni di prodotto. L'organizzazione della scuola si definì in tre forme: accanto al corso principale, cioè l'Istituto tecnico industriale, esistevano la Scuola secondaria di avviamento professionale (che terminò nel 1965 per effetto della legge sulla scuola media unica) e la Scuola tecnica industriale che nel 1962 si trasformò nell'Istituto professionale, ancora oggi esistente.

Dal secondo dopoguerra a oggi

Gli ulteriori passaggi del secondo dopoguerra furono la nascita dell'Istituto tecnico industriale serale nel 1959 e, come anticipato, la nascita nel 1962 dell'Istituto professionale per l'industria e l'artigianato. In quello stesso anno scolastico (1962-1963) cominciava anche la breve esperienza dell'Istituto tecnico industriale femminile, inizialmente come sezione staccata dell'Istituto tecnico industriale (tradizionalmente maschile), poi come istituto autonomo legalmente riconosciuto. La scuola femminile sarebbe cessata nel 1968-1969 e, a partire dall'anno successivo, l'Istituto tecnico industriale - assorbendone le allieve - avrebbe varato per la prima volta delle classi miste e delle sezioni interamente femminili.

All'inizio degli anni ‘90, l'offerta formativa si articolava in numerosi indirizzi, tra i quali resistevano i tre iniziali: chimica industriale, meccanica e arti grafiche. In particolare, l'Istituto tecnico industriale riconosceva ben otto indirizzi (chimica industriale, edilizia, elettronica industriale, elettrotecnica, informatica, meccanica, telecomunicazioni e termotecnica), mentre più circoscritta naturalmente la scelta offerta dal Serale, che dopo un biennio propedeutico permetteva di accedere a due indirizzi, industrie metalmeccaniche e elettronica industriale. Infine, l'Istituto professionale prevedeva quattro qualifiche: meccanica, chimica, elettronica e arti grafiche.

A partire dall'anno scolastico 1999-2000 l'istituto venne aggregato, in un'unica sede in via Bassanelli e con un unico preside, con l'istituto 'Elisabetta Sirani', anche questo dotato di corsi serali, portando alla formazione degli "Istituti Aldini Valeriani e Sirani". Il processo fu in realtà graduale in quanto il Sirani serale era stato unito all'Aldini serale già a partire dall'anno scolastico 1991-92, sotto un'unica presidenza con sede all'Aldini-Valeriani.

Dall'1 settembre 2008 gli "Istituti Aldini Valeriani e Sirani" sono passati dalla gestione comunale a quella statale.
Luoghi

Bologna (sede, 1844 - 1998)

Quadro giuridico-normativo - 1859: legge Casati n. 3725 del Regno di Sardegna poi estesa al Regno d'Italia, Titolo IV "Istruzione Tecnica" relativa all'istituzione e alla regolamentazione delle scuole tecniche e degli istituti tecnici;

- 1877: regolamento della nuova Scuola arti e mestieri approvato dalla giunta municipale di Bologna nelle sedute del 3 agosto 1877 e del 15 febbraio 1878;

- 1912: legge Nitti, 14 n. 854, relativa alla ristrutturazione dell'istruzione professionale in base a una partizione su tre livelli formativi;

- 1923: regio decreto 6 maggio, n. 1054 (Riforma Gentile), realtiva alla riforma degli istituti tecnici;

- 1928: legge 20 dicembre, n. 3230, relativa al passaggio delle scuole e degli istituti d'istruzione tecnico-professionali dalla dipendenza del Ministero dell'economia nazionale a quello della Pubblica istruzione;

- 1931-1932: legge 15 giugno, n. 889 e legge 22 aprile, n. 490, relative al riordinamento dell'istruzione tecnica;

- 1932: deliberazione podestarile del comune di Bologna del 17 settembre, relativa all'assunzione della denominazione 'Istituto di istruzione tecnica industriale' del complesso scolastico Aldini-Valeriani;

- 1962: legge 31 dicembre, n. 1859, relativa alla scuola media unica con l'eliminazione dell'avviamento professionale e la trasformazione della Scuola tecnica industriale in Istituto professionale;

- 1991: deliberazione di giunta comunale n. 2940, 12 luglio, per la quale l'istituto Sirani serale viene unito all'Istituto Aldini serale sotto un'unica presidenza con sede all'Aldini - Valeriani;

- 1994: deliberazione di giunta comunale n. 19578, 26 febbraio, per la quale l'amministrazione delle scuole Aldini - Valeriani viene accorpata con quella delle serali Aldini - Valeriani e Sirani;

- 1998: deliberazione di giunta comunale n. 1524, 13 ottobre, relativa all'unione dell'Istituto Aldini-Valeriani e dell'Istituto Sirani in un'unica sede e con un'unica presidenza a partire dall'anno scolastico 1998/99 da completarsi nel 2000/2001;

- 2007: decreto legge 31 gennaio n. 7, relativa alla statalizzazione della scuola, poi in vigore dall'1 settembre 2008.

Relazioni

Relazione con successore
Istituto Aldini Valeriani Sirani, Bologna, (1998 - ) Date di esistenza della relazione: 1998

Descrizione della relazione: Con deliberazione di giunta del Comune di Bologna n. 1524 del 13 ottobre 1998, l'Istituto tecnico industriale Aldini-Valeriani fu unito all'Istituto tecnico Elisabetta Sirani in un unico ente con il nome di Istituto Aldini Valeriani Sirani.

Risorse collegate

Fonti utilizzate per la compilazione della scheda

Fonti bibliografiche:

- A. BERSELLI - V. TELMON, Scuola e educazione in Emilia-Romagna fra le due guerre, Bologna, Clueb, 1983;

- [COMUNE DI BOLOGNA], Calendario per le Scuole tecniche bolognesi Aldini e Valeriani. Anno scolastico 1844 al 1845, Bologna, Sassi, 1844;

- [COMUNE DI BOLOGNA], Calendario per le Scuole tecniche bolognesi Aldini e Valeriani. Anno scolastico 1845 al 1846, Bologna, Sassi, 1845;

- [COMUNE DI BOLOGNA], Calendario per le Scuole tecniche bolognesi Aldini e Valeriani. Anno scolastico 1847 al 1848, [Bologna], s.e., [1847];

- COMUNE DI BOLOGNA, Macchine, scuola, industria. Dal mestiere alla professionalità operaia. Catalogo della mostra tenuta a Bologna nel 1978, Bologna, Il Mulino, 1980;

- R. CURTI, L'Aldini-Valeriani compie 150 anni, "Scuolaofficina", 1994, n. 2, pp. 12-15;

- R. CURTI, Istruzione tecnica e formazione delle maestranze. Cent'anni di vita dell'Aldini-Valeriani di Bologna. 1830-1930 in Storia d'Italia. Le regioni dall'Unità ad oggi. L'Emilia-Romagna, Torino, Einaudi, 1997, pp. 787-812;

- R. CURTI - M. GRANDI (a cura di), Imparare la macchina. Industria e scuola tecnica a Bologna, Bologna, Compositori, 1998;

- L. DAL PANE, Economia e società a Bologna nell'età del Risorgimento. Introduzione alla ricerca, Bologna, Compositori, 1999;

- A. VASINA, Profilo di Giovanni Aldini e Luigi Valeriani, Bologna, Sez. arti grafiche dell'Istituto Aldini-Valeriani, 1959;

- V. ZAMAGNI, Una vocazione industriale diffusa in Storia d'Italia. Le regioni dall'Unità ad oggi. L'Emilia-Romagna, Torino, Einaudi, 1997, pp. 127-171;

- I. ZANNI ROSIELLO, L'archivio della scuola professionale di arti e mestieri Aldini-Valeriani, Bologna, Comune di Bologna, 1980.

Note

Scheda descrittiva a cura di Matteo Troilo redatta nel 2014 nell'ambito del progetto "Una città per gli archivi", promosso dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e dalla Fondazione Cassa di risparmio in Bologna.