IT-CPA-SP00001-0000292

Pancaldi, Leone

17 marzo 1915 - 26 giugno 1995

Leone Pancaldi nasce a Bologna il 17 marzo 1915 da Raffaele e da Marcella...

Frequenta la Scuola elementare "Clotilde Tambroni" nel quartiere Chiesa Nuova, dove incontra per la prima volta il pittore Giorgio Morandi, incaricato dal Comune di Bologna dell'insegnamento di disegno: Morandi gli è maestro per due anni, tra la quarta e la quinta elementare, e lascia una profonda impressione nel giovanissimo Pancaldi.

Terminate le scuole medie e il (…)

Identificazione

Identificativo scheda IT-CPA-SP00001-0000292
Tipologia persona
Denominazione

Pancaldi, Leone

Date di esistenza 17 marzo 1915 - 26 giugno 1995

Descrizione

Storia
Leone Pancaldi nasce a Bologna il 17 marzo 1915 da Raffaele e da Marcella...

Frequenta la Scuola elementare "Clotilde Tambroni" nel quartiere Chiesa Nuova, dove incontra per la prima volta il pittore Giorgio Morandi, incaricato dal Comune di Bologna dell'insegnamento di disegno: Morandi gli è maestro per due anni, tra la quarta e la quinta elementare, e lascia una profonda impressione nel giovanissimo Pancaldi.

Terminate le scuole medie e il liceo artistico, insegna disegno e pittura all'Accademia diretta da Giuseppe Regazzi, un istituto d'arte privato di Bologna, dove la sua presenza è attestata tra il 1937 e il 1938.

Dal 6 novembre 1940 è iscritto alla Facoltà di architettura dell'Università degli studi di Firenze. Gli eventi bellici lo costringono tuttavia a sospendere la frequenza ai corsi.

Durante la Seconda guerra mondiale è inquadrato col grado di sottotenente nel 121° Reggimento di fanteria "Macerata" destinato all'invasione della Jugoslavia. Presta così servizio prima in Slovenia (maggio 1942 - maggio 1943), poi in Croazia. Dopo l'8 settembre 1943 viene catturato e internato in Germania con la matricola 114402 IIIA.

Dopo una breve permanenza nel Mannschaft-Stammlager (campo per soldati e graduati di truppa) III A di Luckenwalde nella regione del Brandeburgo, dal settembre 1943 alla fine di febbraio 1944 è prigioniero a Deblin Irena, una cittadina posta entro i confini del Governatorato generale per le aree occupate della Polonia, prima nel blocco 1 del Mannschaft-Stammlager 307, successivamente nell'Offizierlager (campo per ufficiali) 77.
Alla fine del febbraio 1944 viene trasferito in territorio tedesco, nell'attuale regione della Bassa Sassonia, nel Mannschaft-Stammlager VI C di Bathorn, mentre tra la fine di marzo e l'inizio di aprile 1944 passa nell'Offizierlager 6 di Oberlangen-Lathen, dove rimane fino alla fine di agosto 1944. Tra la fine del mese agosto e l'inizio del mese di settembre 1944 la sua presenza è attestata nel Mannschaft-Stammlager X B di Sandbostel, dove rimane verosimilmente fino alla fine del 1944. Dal gennaio 1945 è nell'Offizierlager 83 a poca distanza dall'abitato di Wietzendorf, dal quale viene liberato nell'aprile di quell'anno. Viene tuttavia trattenuto dalle forze armate alleate fino al 28 agosto.

Rientrato in Italia agli inizi del mese di settembre 1945 dopo quasi due anni di internamento, nel novembre 1946 riprende i corsi di architettura a Firenze dove può usufruire delle borse di studio per universitari reduci. Nello stesso anno consegue il diploma di licenza del corso di pittura presso l'Accademia di belle arti di Bologna.

Da quel momento prende il via un'intensa attività artistica ed espositiva che può farsi ufficialmente iniziare con la mostra dei suoi disegni realizzati durante l'internamento, esposti per la prima volta nel 1947 presso Palazzo Re Enzo a Bologna.
Nel 1948 fa parte del Comitato organizzatore dell'Alleanza per la difesa della cultura che organizza la prima Mostra nazionale d'arte contemporanea nel Salone del Palazzo del Podestà di Bologna, all'interno della quale sono presenti tre sue opere nota 1:La mostra provocò un duro intervento di Palmiro Togliatti su «Rinascita»: il leader comunista, sotto lo pseudonimo di Roderigo di Castiglia, definì la mostra una "esposizione di orrori e di scemenze"..
Nel 1949 espone alla Galleria "La Scaletta" di Bologna.
Nel periodo a cavallo tra la fine degli anni Quaranta e l'inizio degli anni Cinquanta approfondisce la sua esperienza culturale e artistica attraverso la frequentazione di alcuni pittori bolognesi operanti nell'area del cosiddetto circolo "informale".
Nel 1951 Luigi Carluccio e nel 1954 Francesco Arcangeli lo inseriscono in due collettive, entrambe organizzate alla Galleria "La Bussola" di Torino: in particolare nell'ambito dell'esposizione del 1954 Pancaldi viene presentato da Arcanceli come uno degli "ultimi naturalisti".
Nel 1955 partecipa alla Rassegna "Pittori di Italia e Francia" (alla quale tornerà a prender parte nel 1959), mentre nel 1956 è presente per la prima volta alla Biennale di Venezia.
Nel 1957 concorre ai premi "Morgan's paint" e "Spoleto" ed espone alla Mostra "14 + 2" del Circolo di cultura e alla Galleria "La Loggia" di Bologna.
Nel 1959 è presentato alla Galleria "Il Milione" di Milano e nel 1960 alla Galleria "Il Cancello" di Bologna.
Nel 1962 è invitato alla rassegna "Nuove prospettive della pittura italiana" allestita a Palazzo Re Enzo a Bologna.
Nel 1963 è alla Biennale di Bari e nel 1964 nuovamente alla Biennale di Venezia.
Nel 1966 viene allestita una sua personale alla Galleria d'arte contemporanea "De' Foscherari" di Bologna.
Nel 1975 gli viene dedicata un'ampia mostra antologica di pittura e architettura al Palazzo dei Diamanti di Ferrara e nello stesso anno viene invitato a prendere parte al Premio "Vasto".
Nel 1978 viene presentata alla Galleria d'arte moderna "Trimarchi" di Bologna la mostra "Leone Pancaldi a le grand verre di Duchamp".
Nel 1983 torna ad esporre i disegni dell'internamento nella mostra "Il viaggio" nel suo studio atelier collocato nel castello di Cuppio di Sotto (Comune di Marzabotto) da lui personalmente restaurato, partecipa alla mostra "L'informale in Italia", allestita presso la Galleria d'arte moderna di Bologna, e al Premio "Le due torri d'oro".
Nel 1984 viene inserito nella Mostra itinerante di architettura italiana contemporanea e nel 1986 viene invitato dal Consiglio d'Europa ad esporre le sue opere nelle sedi di Strasburgo, Bruxelles e Lussemburgo.
Nel 1990 la Galleria del Circolo artistico di Bologna ospita la mostra "Pancaldi. Immagini di un percorso".
Nel 1995 la Galleria d'arte "Linea 70" di Verona inaugura la sua ultima mostra dal titolo "Leone Pancaldi. La stagione dell'informale".

Altrettanto ampia e significativa è l'attività professionale condotta come architetto e museografo. Laureatosi difatti in architettura all'Università di Firenze nel 1961 con Adalberto Libera, tra i maggiori esponenti del razionalismo italiano, Pancaldi progetta, realizza e restaura numerosi edifici abitativi privati e lega il suo nome ad importanti opere di edilizia pubblica, quali ad esempio la nuova sede della Regione Emilia-Romagna in viale Silvani a Bologna (1969-1975) e il Centro direzionale IBM nel quartiere di Borgo Panigale (1976-1979).

Tra gli allestimenti museografici spiccano in particolare quelli condotti alla Pinacoteca nazionale di Bologna (1953-1973), al Museo civico archeologico di Bologna (1964-1973), al Museo nazionale di antichità di Parma (1964-1965), alla Pinacoteca nazionale di Ferrara (1965-1970), alla Galleria d'arte moderna di Bologna, edificio che egli stesso progetta e realizza (1968-1975), alla Galleria Estense di Modena (1968-1975), al Museo di San Giuseppe dei Frati minori cappuccini di Bologna (1970-1973), alla Loggetta Lombardesca di Ravenna (1972), alla Rocca di Imola (1973), alla Pinacoteca e al Museo archeologico di Portoferraio (1984), al Museo archeologico di Massa Marittima (1984), al Museo archeologico nazionale di Ferrara (1985), al Museo civico archeologico di Monterenzio (1986).

Tra le mostre da lui curate vanno in particolare annoverate quelle appartenenti al ciclo delle Biennali d'arte antica, ideate e dirette da Cesare Gnudi, quali la mostra di Guido Reni del 1954, la mostra dei Carracci del 1956, la mostra dei maestri del '600 emiliano del 1959, la mostra dell'Etruria padana del 1960, la mostra sull'ideale classico del '600 in Italia e la pittura di paesaggio del 1962, la mostra sull'arte e la civiltà romana nell'Italia settentrionale del 1964, la mostra sul Guercino del 1968, la mostra su natura ed espressione dell'arte bolognese - emiliana del 1970, la mostra sull'arte del '700 emiliano del 1979.
Pancaldi curò inoltre la mostra sull'opera di Giorgio Morandi del 1966 (del quale era stato chiamato a realizzare la tomba nel 1965), la mostra "Art in revolution" del 1971 e la mostra sull'Etruria mineraria del 1984.

Dal matrimonio con Carla Beau ha due figli, Giuliano e Mariarosa.

Muore a Bologna il 26 giugno 1995.
Luoghi

Bologna (luogo di nascita, 17 marzo 1915)

Jugoslavia (servizio militare, novembre 1942 - settembre 1943)

Deblin Irena (Polonia) (internamento, settembre 1943 - febbraio 1944)

Bathorn (Germania) (internamento, febbraio 1944 - aprile 1944)

Oberlangen (Germania) (internamento, aprile 1944 - agosto 1944)

Sandbostel (Germania) (internamento, agosto 1944 - dicembre 1944)

Wietzendorf (Germania) (internamento, gennaio 1945 - agosto 1945)

Bologna (luogo di morte, 26 giugno 1995)

Funzioni e attività architetto, museografo, pittore

Documentazione archivistica

Risorse collegate

Fonti utilizzate per la compilazione della scheda

Fonti archivistiche

- FONDAZIONE GRAMSCI EMILIA-ROMAGNA [d'ora in avanti FGER], Archivio di Leone Pancaldi, Documenti personali;

- FGER, Archivio di Leone Pancaldi, Corrispondenza.Fonti bibliografiche- Leone Pancaldi. Comune di Ferrara, Galleria civica d'arte moderna, Palazzo dei Diamanti. 18 maggio-22 giugno 1975, Bologna, Grafis, 1975;

- G. GIANNOCCOLO, Gli internati militari italiani nei campi tedeschi 1943-1945, Reggio Emilia, Tecnostampa, 1989;

- P. COVA, Leone Pancaldi e le Biennali d'Arte Antica, in «Arte attraverso i secoli. Annuario della Scuola di specializzazione in beni storici artistici dell'Università di Bologna», 7 (2008), pp. 173-182.

Fonti online

- http://www.leonepancaldi.it/index_italian.php (consultato il 22 luglio 2015).

Note

Scheda descrittiva a cura di Salvatore Alongi redatta nel 2015 per la Fondazione Gramsci Emilia-Romagna nell'ambito del progetto "Una città per gli archivi" promosso dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e dalla Fondazione Cassa di risparmio in Bologna.