IT-CPA-ST0046-0009224

Archivio della Provincia osservante riformata di Bologna, poi di S. Caterina di Bologna

1506 - 1946
con docc. fino al 1974.

3 registri, 98 buste (con all'interno 77 registri, 679 fascicoli, 18 volumi, 14 mazzi)

Si compone della documentazione prodotta e acquisita dalla Provincia osservante riformata di Bologna, poi denominata, dal 1911, Provincia riformata di S. Caterina di Bologna nello svolgimento delle proprie attività istituzionali.
Nonostante alcune lacune, evidenti per la documentazione dei secc. XVII-XVIII che risulta quasi completamente (…)

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Identificazione

Identificativo scheda IT-CPA-ST0046-0009224
Identificativo gerarchico scheda 00001
Livello di descrizione fondo
Denominazione Archivio della Provincia osservante riformata di Bologna, poi di S. Caterina di Bologna
Data 1506 - 1946
con docc. fino al 1974.
Consistenza 3 registri, 98 buste (con all'interno 77 registri, 679 fascicoli, 18 volumi, 14 mazzi)
Soggetto conservatore Provincia di Cristo Re dei frati minori dell'Emilia Romagna
via Guinizelli 3, Bologna
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Contesto

Soggetti produttori
Storia archivistica La complessità delle vicende storiche che hanno interessato la Provincia osservante riformata di Bologna nei secc. XVIII-XIX si è riflettuta anche sullo stato della documentazione conservata e prodotta, di cui non è chiaro se vi sia stata la requisizione delle carte e successivamente la restituzione oppure "l'occultamento in sedi diverse da quelle soggette ai provvedimenti di confisca" nota 1:Archivio della Provincia di Cristo Re dei frati minori dell'Emilia-Romagna. Inventario, a cura di Riccardo Pedrini, Bologna, 2003, p. XI..

Così anche le vicende dei primi decenni del XX sec. non contribuirono certamente a una corretta conservazione della documentazione delle due Province, inizialmente unite (1899) e subito dopo nuovamente separate (1911). Nella congregazione capitolare del 1911, infatti, si stabilì la divisione dell'archivio provinciale nei seguenti termini: gli atti comuni del periodo dell'unione (1899-1911) dovevano rimanere in originale nell'archivio della Provincia (ex Osservante) del SS. Redentore, e in copia in quello della Provincia (ex Osservante Riformata) di S. Caterina; mentre gli atti relativi a persone e conventi dovevano essere posti nell'archivio provinciale di pertinenza, fatta salva una copia conforme o un ristretto compendioso per l'archivio a cui non spettavano gli originali nota 2:Atti ufficiali della Provincia osservante francescana di Bologna, a cura di Diego Guidarini, Bruno Monfardini, Giambattista Montorsi, vol. IV, Edizioni Francescane, Bologna, 2003, p. 641..

L'archivio era conservato presso il convento di S. Paolo in Monte detto dell'Osservanza di Bologna ed è stato trasferito nell'archivio storico della Provincia di Cristo Re, in via Guinizelli a Bologna presso il convento di S. Antonio, nel 2000.

Contenuto

Si compone della documentazione prodotta e acquisita dalla Provincia osservante riformata di Bologna, poi denominata, dal 1911, Provincia riformata di S. Caterina di Bologna nello svolgimento delle proprie attività istituzionali.
Nonostante alcune lacune, evidenti per la documentazione dei secc. XVII-XVIII che risulta quasi completamente inesistente - anche perché è soltanto dal 1639 che la Provincia è ufficialmente autonoma e non più retta da un Custode -, è possibile delineare efficacemente l'attività istituzionale della Provincia in particolare attraverso:

- le serie degli atti e dei capitoli provinciali;
- la corrispondenza con le autorità superiori della Santa Sede e della Curia generale;
- la corrispondenza con le comunità conventuali e monastiche;
- i carteggi inerenti, tra gli altri, l'apertura e la chiusura di conventi in seguito alle soppressioni napoleonica e demaniale nel corso del XIX sec. e la missione cinese della prima metà del XX sec.;
- i registri e il carteggio relativi al percorso formativo dei propri religiosi dall'entrata nell'Ordine fino alla professione solenne;
- i registri e il carteggio inerenti lo svolgimento di specifiche e autonome attività istituzionali che fanno capo alla Provincia quali la Custodia di Parma e Piacenza a ridosso della sopressione napoleonica agli inizi del XIX sec., l'amministrazione degli studentati e del collegio della Provincia da parte del Prefetto degli studi nella prima del XX sec., la Prefettura apostolica di Siang-Tang in Cina di cui fu Prefetto apostolico padre Pacifico Calzolari, religioso della Provincia bolognese, al momento dell'espulsione degli stranieri dalla Cina a metà del XX sec.;
- la raccolta di memorie storiche utili a ricostruire particolari vicende della Provincia stessa.
Criteri di organizzazione Precedentemente all'intervento attuale di ordinamento, il fondo è stato oggetto di diversi interventi di ordinamento nel corso dei secoli.
Un primo tentativo - sebbene diretto esclusivamente all'archivio conventuale di S. Paolo in Monte con documenti che però riguarderanno anche la futura Provincia - è quello compiuto nel 1487 da fra Simone da Reggio che scrive: "Io fra Simon da Rezo feci olim uno registro de le carte, che se conservano in la sagrestia de questo logo de San Paolo in Monte appresso Bologna et perché da quello tempo in qua li è stato agiunto molte carte; et io le ho tutte per altra via distinte, et aziostate, me è parso conveniente ad utilitade de frati adaptarlo di novo nel 1486 nel mese de zugno [...]"; del registro che ordinava alfabeticamente il contenuto di "sacche", "sacheti", "sachetini", "legature", "scripture" e "carte" non è rimasta traccia se non nella trascrizione fattane da padre Luigi da Bologna nel 1781, archivista della Provincia nota 1: Si veda in Archivio conventuale S. Paolo in Monte (Bo), il fascicolo che riporta la segnatura "Lib. I, vol. I, n. 15".. In effetti, nel capitolo provinciale del 1771, la nomina di padre Luigi da Bologna ad archivista provinciale doveva risolvere esigenze e necessità contingenti: "Bonus ordo et regimen Provinciae exigebat, et exigit, ut archiva tum singulorum conventuum cum recta methodo pro bono publico disponantur. Ic circo patres Definitorj matura discussione abita decreverunt, uti presenti decreto decernunt deveniendum esse ad creationem archivistae Provinciae"; facendo salve la "peritiam probitatem simul atque integritatem personae"; riconoscendo alla nuova figura competenze e privilegi particolari: "exemtionem a choro, unum amanuensem sibi benevisum et opportunum, ac demum facultatem se conferendi ad singulos Provinciae conventus"; definendone, infine, mansioni ed obblighi: "Pater vero Provincialis semel in triennio officii sui visitet archivia, et eorundem inventaria. Ipsi denique patri Provinciali teneatur archivista praedictus rationem reddere singulis annis de officio sibi commisso, et sin minus idoneus vel publicae fidei fractor inventus fuerit, ipsum interim suspendat ab officio" nota 2:"Atti ufficiali della Provincia riformata francescana di Bologn"a, a cura di Sante Celli, Diego Guidarini, Giambattista Montorsi, vol. I, Edizioni Francescane, Bologna, 1993, p. 774.. I risultati della deliberazione capitolare si concretizzarono con la redazione di quattro repertori compilati tra il 1771 ed il 1776 dallo stesso Luigi da Bologna per i conventi di Abrenunzio, Ariano, Medicina e Villa Verucchio nota 3:Cfr. b. 83, nn. 1-4; non è dato sapere se ne sianosati complati altri..
Un secondo intervento è stato effettuato nella seconda metà del XVII sec. con la creazione di uno strumento di corredo titolato "Registro ordinato e disposto per alfabeto delle antiche scritture dall'anno 1224 all'anno 1652 divise in cinque libri esistenti nell'archivio della Riformata Provincia di Bologna posto nel convento di S. Paolo in Monte detto dell'Osservanza" nota 4:Cfr. b. 98, n. 1.. L'ordinamento alfabetico adottato precedentemente da fra Simone da Reggio è stato abbandonato per un ordinamento di tipo numerale, ma i documenti e le carte citati non ci sono pervenuti e soprattutto non sono rimaste tracce nell'ordinamento di padre Luigi da Bologna, redatto alla fine del XVIII sec., dato all'archivio conventuale di S. Paolo in Monte.
Un terzo intervento risale presumibilmente alla seconda metà del XIX sec.; di tale operazione non è rimasto alcun strumento di corredo ma solo il condizionamento in camice di parte della documentazione con le relative titolazioni. Tale ordinamento è stato pressoché rispettato e conservato, come risulta evidente, ad esempio, dalle serie articolate nella sezione "Circolari, comunicazioni e rescritti", e precisamente:

- "Bolle, brevi e decreti",
- "Indulgenze e privilegi",
- "Brevi pontifici parziali",
- "Circolari dei Reverendissimi PP. Generali",
- "Lettere di Generali a Provinciali",
- "Rescritti generalizi per celebrare capitoli e congregazioni",
- "Rescritti generalizii per giovani accettati",
- "Circolari dei MM.RR.PP. Provinciali";

nonchè nella sezione "Noviziato e formazione", e precisamente:

- "Testimoniali di giovani accettati",
- "Testimoniali di terziari accettati",
- "Certificati di giovani ordinati e concorsi alle cattedre".

Un quarto e ultimo intervento, risalente alla metà del XX sec., accoglie l'ordinamento precedente, limitandosi a condizionare la documentazione in fascicoli e camice all'interno di buste di legno, rivestite di tela di colore rosso. A ogni busta è stata assegnata una segnatura rispondente alla collocazione della stessa all'interno di armadi di legno ("scaffale infimo", "scaffale medio" e "scaffale superiore"), cui segue un numerale progressivo per ognuna delle tre ripartizioni nota 5:Tale ordinamento è stato riportato nella ricognizione sommaria del fondo in "Guida alla documentazione francescana in Emilia-Romagna", (Fonti e studi francescani, vol. II), a cura di Giuseppe Plessi, Padova 1989, pp. 157-164..
Nel 2003, a opera di Riccardo Pedrini, si procedette a un intervento di ordinamento con l'allestimento di un inventario che desse ragione di ulteriore documentazione sfuggita nella ricognizione del 1989 con una descrizione di registri e fascicoli più dettagliata nota 6:Archivio della Provincia di Cristo Re dei frati minori dell'Emilia-Romagna. Inventario, a cura di Riccardo Pedrini, Bologna, 2003, (stampato in proprio), pp. 1-57..
Nel 2009, infine, si procedette a un nuovo ordinamento del fondo con la finalità di una maggiore analiticità e della cartulazione della documentazione. L'ordinamento dato alla struttura del fondo, nella definizione e individuazione di sezioni, serie e sottoserie ha seguito, in gran parte, il percorso che ha intrapreso Andrea Maiarelli nell'ordinamento dei fondi documentari delle province minoritiche toscane. Nella articolata introduzione premessa all'inventario dell'archivio della Provincia di San Francesco Stimmatizzato dei Frati Minori di Toscana nota 7:"L'Archivio storico della Provincia di San Francesco Stimmatizzato dei Frati Minori di Toscana", a cura di Andrea Maiarelli, con la collaborazione di Diletta Nardi e Ughetta Sorelli, Firenze, 2006, pubblicato anche in "Studi Francescani", 103/1-2 (2006)., sono ben delineate le motivazioni che hanno portato alla definizione di una struttura che tenesse conto da un lato delle problematiche affrontate in ambito archivistico francescano e dall'altro delle peculiarità delle istituzioni minoritiche e con esse, in questo caso, degli archivi provinciali francescani come sedi di produzione e conservazione documentaria nota 8:Si veda anche A. Maiarelli, "Gli archivi francescani: tradizione, problemi, prospettive", in "Frate Francesco", a. 72, n.s., nov. 2006, n. 2, pp. 523-535..
In questo modo, è stato possibile individuare, ricostituire e ordinare sezioni e serie, pervenendo alla realizzazione della seguente struttura:

I. Governo della Provincia;
II. Lettere circolari, comunicazioni e rescritti;
III. Carteggio per materia;
IV. Amministrazione patrimoniale ed economica;
V. Noviziato e formazione;
VI. Matricole e ruoli;
VII. Defunti;
VIII. Fondi e docc. aggregati;
IX. Memorie storiche;
X. Repertori ad uso della Curia provinciale.

Al termine dell'intervento è stata eseguita un'operazione di numerazione dei documenti che permette di distinguere i singoli pezzi grazie a una sequenza di 4 numeri rispettivamente riferibili a busta, fascicolo, sottofascicolo, se presente, e pezzo all'interno dell'unità archivistica di condizionamento; diversamente gli allegati sono contraddistinti da lettere alfabetiche richiamate nella sequenza numerica della rispettiva unità documentale di riferimento.

Fonti e risorse collegate

Vedi anche la seguente scheda pubblicata nel portale:
Bibliografia sulla documentazione
  • La Provincia minoritica di S. Caterina da Bologna. Prospetto storico degli anni 1911-1946, Bologna, S.A.F.O., 1946
  • Atti ufficiali della Provincia riformata francescana di Bologna, a cura di Sante Celli, Diego Guidarini, Giambattista Montorsi, Bologna, Edizioni Francescane, 1993, voll. 2
  • Roberto Zavalloni, Provincia di "Cristo Re". Frati minori dell'Emilia-Romagna nel 50° anno di vita, Assisi, Porziuncola, 1996
  • Luigi Dima, La Custodia dei frati minori osservanti riformati di Bologna (1597-1639) notaTesi di laurea in Storia della Chiesa, Università degli studi di Bologna, Facoltà di Lettere e Filosofia, Corso di Cultura e memoria storica, anno accademico 2003-2004

Condizioni d’uso

Strumenti di ricerca

Sul fondo sono stati condotti due interventi di ordinamento a cura di Riccardo Pedrini. Il primo, nel 2003, ha portato alla realizzazione di uno strumento di natura sommaria pubblicato in proprio; il secondo intervento condotto nel 2009, ha portato invece ad un ordinamento di natura analitica. Ambedue gli strumenti sono reperibili presso la sede dell'archivio.

Lingua italiano, latino, cinese
Stato di conservazione buono

Note

Note redazionali Inventario a cura di Riccardo Pedrini redatto nel 2011 nell'ambito del progetto "Una città per gli archivi", promosso dalla Fondazione Cassa di risparmio in Bologna e dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna.