IT-CPA-ST0079-0000001

Epistolario di Giosue Carducci-Carolina Cristofori Piva

1871 - 1881; 1907 - prima del 1934 (date attribuite); 1973 - 1996

1 busta (con all'interno 10 fascicoli)

Si compone di:

-lettere inviate da Carolina Cristofori Piva a Giosue Carducci nel corso della relazione sentimentale che intercorse fra i due nota 1:Giosue Carducci conobbe a Bologna nel 1872 Carolina Cristofori Piva (Mantova, 1845 - Bologna, 1881), detta Lina. La donna verrà (…)

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Identificazione

Identificativo scheda IT-CPA-ST0079-0000001
Identificativo gerarchico scheda 00001
Livello di descrizione fondo
Denominazione Epistolario di Giosue Carducci-Carolina Cristofori Piva
Data 1871 - 1881; 1907 - prima del 1934 (date attribuite); 1973 - 1996
Consistenza 1 busta (con all'interno 10 fascicoli)
Soggetto conservatore Fondazione Casa Lyda Borelli per artisti e operatori dello spettacolo
Via Saragozza, 236 - 40135 Bologna
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Contesto

Soggetti produttori
Storia archivistica Il fondo era originariamente formato dalle lettere inviate da Carolina Cristofori Piva a Giosue Carducci, ed era in possesso prima di Elvira Menicucci, moglie del poeta, e poi di Libertà Carducci (1872-1964), sua ultima figlia.
Verosimilmente tra gli anni Dieci e Venti del Novecento, quindi nel periodo in cui le lettere erano di proprietà della moglie, venne effettuato un primo studio critico sulla documentazione che si concretizzò in alcune note sparse di commento alle lettere e in una serie di annotazioni effettuate sugli originali stessi. Tali interventi, e dunque le note sparse, sono attribuibili alla medesima persona, la studiosa Anna Evangelisti (allieva diretta del Carducci), come suggeriscono le studiose Francesca Florimbii e Lorenza Miretti, le due curatrici dell'edizione critica dell'epistolario Carducci-Piva: "Anna Evangelisti dunque maneggiò le lettere di Lina...allo scopo di stendere uno 'studio letterario-storico' da identificarsi molto probabilmente con il saggio Poeti e poetesse in ambiente carducciano dal 1872" nota 1:"Lidia a Giosue. Frammenti di un epistolario", a cura di F. Florimbii-L. Miretti, Bologna, Archetipolibri, 2010, pp. 26.. Contestualmente la Evangelisti dovette anche eseguire una trascrizione dattiloscritta delle lettere e delle proprie note sparse, sempre per motivi di studio nota 2: Cfr. "Lidia a Giosue. Frammenti di un epistolario", cit., pp. 22-23, 60-61..
Le lettere originali vennero in seguito donate da Libertà Carducci all'avvocato Lorenzo Ruggi, presidente di Casa Lyda Borelli, consulente e rappresentante legale della famiglia Carducci presso l'editore Zanichelli, come si legge nel verbale di pubblicazione del testamento olografo di Lorenzo Ruggi nota 3:ARCHIVIO STORICO E BIBLIOTECA DI CASA LYDA BORELLI, Archivio di Lorenzo Ruggi, Carte personali, fasc. «Legato testamentario», verbale di pubblicazione del testamento olografo, 25 gennaio 1973.. Tuttavia da una lettera, datata "Pasqua 45", e inviata dal Ruggi all'amico commediografo Sabatino Lopez emergono notizie un po' contraddittorie: "Interessantissime anche le lettera della Piva al Carducci che ho trovate e bloccate presso frati che le possedevano avute in dono da certa Evangelisti ora defunta. Ho anche n. 18 lettere del Panzacchi alla Piva" nota 4: La lettera è conservata nel fondo "Sabatino Lopez" presso il Dipartimento di filologia classica e italianistica dell'Università di Bologna; per l'intera vicenda si v. "Lidia a Giosue. Frammenti di un epistolario", cit., pp. 26-28.. Si può ipotizzare che Ruggi faccia qui riferimento alle note della Evangelisti e alle trascrizioni dattiloscritte delle lettere della Piva al Carducci, riconducibili appunto alla studiosa Anna Evangelisti. Tra le riproduzioni dattiloscritte, inoltre, sono presenti anche 15 lettere scritte da Enrico Panzacchi, amico del Carducci, alla Piva e tre lettere dattiloscritte del Carducci: sia delle lettere del Panzacchi sia del Carducci non possediamo gli originali. Dunque anche le lettere del Panzacchi che Ruggi cita potrebbero essere identificabili con le riproduzioni dattiloscritte della Evangelisti nota 5: Cfr. "Lidia a Giosue. Frammenti di un epistolario", cit., pp. 61-62.. I frati cui Lorenzo Ruggi fa genericamente riferimento sono con tutta probabilità i frati minori della Provincia minoritica di Cristo Re, dove è conservato l'intero fondo donato da Anna Evangelisti.
Probabilmente anche Lorenzo Ruggi si avvicinò all'epistolario con l'intento di studiarlo: sulle copie dattiloscritte, infatti, si leggono alcuni suoi interventi effettuati a penna, e fu forse lui a completare il fondo aggiungendo le copie fotostatiche delle lettere di Carducci alla Piva, già edite nell'edizione nazionale carducciana.
Il fondo (costituito a questo punto dall'epistolario originale e dalle note sparse originali donate da Libertà Carducci, a cui si aggiungono le trascrizioni dattiloscritte della Evangelisti trovate casualmente da Ruggi) venne poi donato da Lorenzo Ruggi, che morì nel 1972, a Casa Lyda Borelli; l'amministrazione della Casa aggregò progressivamente al fondo un piccolo carteggio riguardante l'epistolario.
L'intero fondo, comprensivo del carteggio successivo, venne poi ordinato da Bruna Viteritti, che tra il 1995 e il 1997, a seguito di una convenzione stipulata tra la Casa e l'Istituto per i beni artistici, culturali e naturali (Ibc) dell'Emilia-Romagna, ricoprì l'incarico di operatrice bibliotecaria presso la Casa con mansioni di riordino e catalogazione. Nel corso di tale intervento di riordino alle lettere originali, alle lettere datt. di Carducci, alle note dell'Evangelisti e alla documentazione successiva venne assegnato un n. d'inventario progressivo che fa probabilmente riferimento ad un elenco di consistenza analitico che non è stato possibile reperire.
Per una descrizione puntuale dello stato della documentazione prima del presente intervento di riordino si rimanda all'edizione dell'epistolario nota 5:Cfr. "Lidia a Giosue. Frammenti di un epistolario", cit., pp. 62-65., nella quale per ogni lettera è riportata la precedente segnatura.
Il 3 aprile 2012 con nota prot. n. 1153 è stato avviato dalla Soprintendenza archivistica per l'Emilia-Romagna il procedimento per la dichiarazione di interesse storico particolarmente importante, ai sensi dell'art. 13 del d.lgs. 22 gen. 2004, n. 42, Codice dei beni culturali e del paesaggio.
Con provvedimento della Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici dell'Emilia-Romagna n. 27 del 6 agosto 2012 l'archivio è stato dichiarato di interesse storico particolarmente importante.
Modalità di acquisizione Donazione del presidente della Casa Lorenzo Ruggi[[nota:1: ARCHIVIO STORICO E BIBLIOTECA DI CASA LYDA BORELLI, Archivio di Lorenzo Ruggi, Carte personali, fasc. «Legato testamentario», verbale di pubblicazione del testamento olografo, 25 gennaio 1973.]].

Contenuto

Si compone di:

-lettere inviate da Carolina Cristofori Piva a Giosue Carducci nel corso della relazione sentimentale che intercorse fra i due nota 1:Giosue Carducci conobbe a Bologna nel 1872 Carolina Cristofori Piva (Mantova, 1845 - Bologna, 1881), detta Lina. La donna verrà amata e cantata con lo pseudonimo di Lidia dal grande poeta, a cui rimase legata da una lunga relazione epistolare e sentimentale. Per lei Carducci scrisse le "Primavere elleniche" ed alcune "Odi barbare" e fu sempre il "vate" a scrivere il suo necrologio e a suggerire l'epigrafe per la tomba della Piva presso il cimitero della Certosa di Bologna., per lungo tempo considerate disperse;
-riproduzioni dattiloscritte delle lettere della Piva inviate a Carducci, delle lettere inviate da Enrico Panzacchi, critico d'arte ed intimo amico di Giosue Carducci, a Carolina Cristofori Piva, inoltrate dalla stessa Piva a Carducci e di tre lettere di Carducci;
-note critiche, originali e in copia, di Anna Evangelisti;
-carteggio successivo riguardante lo stesso epistolario.
Criteri di organizzazione Si è scelto di ordinare in tre serie distinte l'epistolario (formato dagli originali e dalla successive copie dattiloscritte e a stampa), le note critiche (originali e in copia) di Anna Evangelisti e infine la documentazione riferita al fondo.
All'interno di ciascuna partizione, poi, è stata mantenuta la distinzione dei diversi nuclei epistolari, ed è stato specificato nella denominazione quando si trattava di documentazione originale o in copia.
E' stato assegnato un numero di corda formato da una stringa alfanumerica composta dai cognomi dei due principali corrispondenti (Carducci e la Piva), tra loro separati da un trattino, seguiti da una numerazione continua per l'intero fondo (ad es. "Carducci-Piva001").

Fonti e risorse collegate

  • L'intero fondo Giosue Carducci è conservato presso la Biblioteca di Casa Carducci di Bologna. All'interno del fondo sono presenti alcune lettere indirizzate da Carolina Cristofori Piva al Carducci nota 1:Si v. S. Santucci, "Lettere inedite di Carolina Cristofori Piva a Giosue Carducci, in "Archivi del del nuovo", 10-11(2002).. Presso Casa Carducci, inoltre, sono conservate le lettere indirizzate da Giosue Carducci a Carolina Cristofori Piva, pubblicate nell'edizione nazionale dell'opera carducciana curata da Zanichelli nota 1:"Edizione nazionale delle opere di Giosue Carducci. Lettere", Bologna, Zanichelli, voll. VII-XII-XXII, 1938-1968..
Bibliografia sulla documentazione

-"Edizione nazionale delle opere di Giosue Carducci. Lettere", Bologna, Zanichelli, voll. VII-XII-XXII, 1938-1968;
-S. Santucci, "Lettere inedite di Carolina Cristofori Piva a Giosue Carducci, in "Archivi del del nuovo", 10-11(2002);
-A. Brambilla, "Il leone e la pantera. Frammenti di un ritratto amoroso", in "Carducci e i miti della bellezza", a cura di M. A. Bazzocchi-S. Santucci, Catalogo della mostra (Bologna, 1 dicembre 2007-1 marzo 2008), Bologna, Bup, 2007, pp. 74-89.

  • A. Evangelisti, Poeti e poetesse in ambiente carducciano del 1872, Bologna, Cappelli, 1934, pp. 315-354
  • Lidia a Giosue. Frammenti di un epistolario, a cura di F.Florimbii-L.Miretti, Bologna, Archetipolibri, 2010, pp. 435

Condizioni d’uso

Note

Note redazionali Inventario a cura di Lorenza Iannacci redatto nel 2011 nell'ambito del progetto "Una città per gli archivi", promosso dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna.