IT-CPA-ST0143-0000001

Archivio di Carlo Savonuzzi

1922 circa - 22 luglio 1973
con docc. originali e in copia dal 1787

419 tubi, 35 buste, 22 volumi, 18 raccoglitori

Le cc. e i libri conservati nel fondo documentano l'intensa carriera professionale dell'ingegnere e architetto Carlo Savonuzzi, dagli anni Venti al 1972.
Conserva materiale eterogeneo che riguarda tanto l'attività progettuale in senso stretto, quanto attività collaterali ma comunque connesse all'esercizio della professione: allestimento di mostre, (…)

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Identificazione

Identificativo scheda IT-CPA-ST0143-0000001
Identificativo gerarchico scheda 00001
Livello di descrizione fondo
Denominazione Archivio di Carlo Savonuzzi
Data 1922 circa - 22 luglio 1973
con docc. originali e in copia dal 1787
Consistenza 419 tubi, 35 buste, 22 volumi, 18 raccoglitori
Soggetto conservatore Biblioteca di architettura "Mario Zaffagnini"
Via dei Quartieri, 8 - 44121 Ferrara
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Contesto

Soggetti produttori
Storia archivistica Fino al 2001, anno del trasferimento alla Biblioteca di architettura "Mario Zaffagnini" di Ferrara, il fondo è stato conservato sugli scaffali dello studio di Savonuzzi, unitamente alla biblioteca, quest'ultima però smembrata tra gli eredi dopo la morte dell'ingegnere. La vicinanza tra le carte e i libri doveva essere molto accentuata, al punto che coperte di libri e riviste risultano utilizzate per contenere la documentazione nei fascc. Un riferimento al fondo risalente al periodo in cui si trovava nell'abitazione di famiglia, in corso Giovecca 116 a Ferrara, è stato rintracciato nella minuta di una lettera dello stesso Carlo, indirizzata a Giovanni Michelucci, datata 5 marzo 1956: «Sarà opportuno che tu veda la massa della carta che presso il mio archivio viene conservata» nota 1:ARCHIVIO DI CARLO SAVONUZZI, Attività di ingegnere presso l'ufficio tecnico del comune di Ferrara, fasc. "Piano regolatore di Ferrara bozze e minute".. Il passo della missiva testimonia la presenza di una forte componente di memoria-autodocumentazione nella considerazione di Savonuzzi delle proprie carte, da cui discende l'abitudine a organizzare i documenti in maniera ordinata in fascicoli, prassi conservativa peraltro coerente con la sua indole naturalmente rigorosa e precisa. I titoli riportati sulle camicie corrispondono al contenuto mentre la documentazione all'interno dei fascc. risulta ordinata cronologicamente. Nel 2001 il fondo è stato donato al dipartimento della facoltà di architettura dell'Università degli studi di Ferrara dalla figlia Gloria. La donazione è stata fortemente sostenuta da Claudio Alessandri, docente e all'epoca direttore della biblioteca di architettura, e da Leopoldo Santini, erede della ditta "Alfredo Santini legnami", storica azienda ferrarese presente in molti cantieri diretti dall'ingegnere. In occasione del trasferimento dalla casa di Savonuzzi alla nuova sede di conservazione il materiale è stato inscatolato senza tenere conto e memoria della disposizione fisica delle cc., compromettendo non poco la possibilità di ricostituire la fisionomia originaria del fondo in sede di riordino. Al periodo di permanenza dei materiali, dal 2001 al 2006, nei contenitori utilizzati per il trasporto, sacchi neri e scatoloni, si fanno risalire comunque in misura maggiore le alterazioni subite dall'ordinamento, in particolare delle cc. interno ai fascc. e degli elaborati grafici, e il danneggiamento di parte degli elaborati grafici. Nel 2004 il fondo è stata censito nell'ambito del progetto di rilevamento degli archivi di architettura del Novecento in Emilia Romagna nota 2:Archivi di architettura del novecento in Emilia Romagna, a cura di A. ROBETTI, Bologna, Regione Emilia Romagna, Istituto per i beni artistici, culturali, naturali della Regione Emilia Romagna, 2004.. Nel 2005 è stata effettuata la riproduzione di una planimetria, pubblicata a corredo fotografico del saggio scritto da Vittorio Savi per il catalogo della mostra "Quale e quanta architettura in Emilia-Romagna nel secondo Nocevento" nota 3: V. Savi, A quell'epoca, esistevano, qui, degli architetti, il Savonuzzi, per esempio, in Quale e quanta architettura in Emilia-Romagna nel secondo Nocevento. Catalogo della mostra (Bologna, Galleria d'arte moderna, 12 ottobre-13 novembre 2005), a cura di M. LUPANO e P. ORLANDI, Bologna, CLUEB, 2005, p. 51(1). Tra il 2006 e il 2008 il fondo è stato oggetto di una prima attività di ricognizione e schedatura a cura di Anna Maria Guccini, supportata da un gruppo di lavoro composto dai docenti della Facoltà di architettura Vittorio Savi (storia dell'architettura), Claudio Alessandri (statica e di scienze delle costruzioni) e Rita Fabbri (disciplina caratterizzante nel laboratorio di sintesi finale restauro), da Luigi Tabacchi, (responsabile biblioteche scientifico-tecnologica e architettura), Landina Sebastianis (responsabile biblioteche macroarea scientifico-tecnologica e architettura e biblioteche macroarea biomedica) e Ramona Loffredo (cultore della materia in storia dell'architettura contemporanea e assistente volontaria alla medesima cattedra). Il lavoro è stato svolto grazie alla donazione fatta nel 2005 da Salvatore Topa e Amedea Manservisi in memoria del figlio Gianluca, laureando presso la facoltà di architettura, scomparso improvvisamente nel gennaio del 2002. Tra il 2007 e il 2008 Ramona Loffredo, nell'ambito del progetto di ricerca "Storia di Savonuzzi: la costruzione di un'analisi storico-critica polivalente a partire dal riordino e dalla catalogazione dell'archivio professionale dell'ing. arch. Carlo Savonuzzi (Ferrara 1897 - San Remo 1973)", ha realizzato la descrizione analitica delle fotografie conservate nel fondo di cui è disponibile per la consultazione in sede una copia su cd. Presso la nuova sede di conservazione il fondo è stato movimento più volte e solo nel 2010 ha trovato sistemazione definitiva, in un locale della biblioteca appositamente attrezzato con cassettiere e armadio.
Modalità di acquisizione Il nucleo più cospicuo del fondo è pervenuto alla Biblioteca di architettura "Mario Zaffagnini" di Ferrara nel 2001, per dono di Gloria Savonuzzi, figlia di Carlo (la donazione è stata perfezionata con atto notarile n. ... nel ...), al quale si è aggiunta altra documentazione casualmente ritrovata dalla signora Savonuzzi nell'archivio di famiglia: il 20 dicembre 2006 due fascc., "Casa dello studente e collegio universitario 'Giovanni Battista Guarini' 2° lotto" (AR 5, 43) e "Mensa universitaria in corso Giovecca 154" (AR 5, 50), nel 2010 un fasc. di docc. relativi al restauro del teatro comunale (AR 5, 28 bis), il 1° ottobre 2014 un faldone con documentazione degli anni Trenta relativa al restauro della palazzina Marfisa.

Contenuto

Le cc. e i libri conservati nel fondo documentano l'intensa carriera professionale dell'ingegnere e architetto Carlo Savonuzzi, dagli anni Venti al 1972.
Conserva materiale eterogeneo che riguarda tanto l'attività progettuale in senso stretto, quanto attività collaterali ma comunque connesse all'esercizio della professione: allestimento di mostre, collaudi, consulenza tecnico peritale nell'ambito di controversie giudiziarie, mediazione per conto di privati per l'acquisto di pezzi d'antiquariato. La documentazione di natura professionale, cartacea, grafica e fotografica, riguarda l'attività di ingegnere svolta da Savonuzzi presso l'ufficio tecnico del Comune di Ferrara, presso l'ufficio tecnico dell'arcispedale Sant'Anna di Ferrara e infine come libero professionista. La conservazione dei documenti finalizzata all'uso pratico che di essi veniva fatto da parte dell'ingegnere nello svolgimento dell'attività professionale ha determinato una selezione accidentale dei progetti "savonuzziani" documentati dal fondo. Inoltre, non tutti i lavori documentati lo sono in egual misura, essendo frequenti i casi di progetti per i quali è presente solo materiale grafico o, viceversa, solo cartaceo. In minore misura è presente nel fondo documentazione di carattere personale, riferibile per lo più agli studi universitari, ad alcuni momenti formativi immediatamente successivi il conseguimento della laurea, al servizio militare presentato durante le due guerre mondiali, alla partecipazione alle attività di associazioni locali. Infine, il fondo conserva una raccolta di fotografie, la cui presenza solo in parte è legata a esigenze di lavoro dell'architetto, 62 carte geografiche, topografiche e geologiche, e un nucleo residuale della biblioteca personale di Savonuzzi. Savonuzzi ha conservato molto, anche documentazione che spesso subisce una selezione: ricevute di spedizione di telegrammi, buste, biglietti augurali, inviti sono presenti in numero significativo nel fondo.
Criteri di organizzazione Nel corso della prima fase dell'intervento si è proceduto attraverso una preliminare schedatura delle unità archivistiche, limitata ai fascicoli, agli elaborati grafici e alle carte sciolte. E' stato prodotto un elenco di consistenza dei materiali in cui sono stati riportati, per ciascuna unità di descrizione, i seguenti elementi: estremi cronologici, titolo originale o attribuito, consistenza, numero di ordinamento provvisorio. La numerazione provvisoria adottata, funzionale alle esigenze di immediata reperibilità del materiale, in attesa della sua collocazione definitiva, è di tipo alfanumerico, ovvero composta di una o più lettere, corrispondenti alla collocazione all'interno dell'armadio (AR) o delle cassettiere (A o B), seguite da un primo numero corrispondente a quello del ripiano o del cassetto, quindi dal numero identificativo univoco e progressivo assegnato all'unità archivistica. La schedatura analitica non ha interessato le fotografie e i testi a stampa, già puntualmente descritti in occasione di un lavoro di catalogazione realizzato, secondo gli standard descrittivi ministeriali e su supporto cartaceo, da Ramona Loffredo tra il 2007 e il 2008, nell'ambito del progetto di ricerca "Storia di Savonuzzi: la costruzione di un'analisi storico-critica polivalente a partire dal riordino e dalla catalogazione dell'archivio professionale di Carlo Savonuzzi (Ferrara 1897-Sanremo 1973)". Alle fotografie e ai volumi non è stata assegnata alcuna numerazione provvisoria.
La ricognizione ha consentito di prendere conoscenza dei materiali, identificare l'oggetto delle pratiche afferenti a ciascun fascicolo e il soggetto dei disegni, quantificare precisamente i pezzi, ricostruire le modalità di sedimentazione dei documenti e le vicende, talvolta traumatiche, della loro custodia. Al momento della ricognizione la documentazione si trovava sistemata secondo l'ordinamento conferitole in occasione del precedente intervento e precisamente:
- elaborati grafici, arrotolati e conservati in due cassettiere, aggregati sulla base del soggetto;
- fotografie, per la maggior parte conservate separatamente dal resto della documentazione del fondo, non ordinate e solo in minima parte condizionate (in buste, 11, tutte fornite di titolazioni originali e album (2));
- fascicoli di documentazione relativa all'attività professionale ordinati cronologicamente dal più antico al più recente;
- documentazione personale conservata in una cartellina e organizzata per nuclei tematici;
- 22 testi a stampa sistemati, come i fascicoli e le fotografie, sui ripiani di un armadio metallico.
Le alterazioni maggiori dell'ordinamento originario sono state riscontrate in relazione agli elaborati grafici e risultano riconducibili a due circostanze diverse: il trasferimento dall'abitazione di Savonuzzi alla biblioteca di architettura e la conseguente separazione dal resto della documentazione, avvenuta senza tener conto della disposizione fisica originaria e subordinata esclusivamente a problemi di ingombro determinati dalle dimensioni delle tavole, e l'aggregazione di documenti operata durante il precedente riordino sulla base di identificazioni dei soggetti e ipotesi di datazione errate. Di conseguenza, in fase di ricognizione è risultato quanto mai complesso distinguere tra insiemi di disegni raggruppati dal soggetto produttore e aggregazioni improntate a caratteri di più evidente casualità. L'organizzazione della documentazione cartacea in fascicoli, afferenti ai diversi progetti, è invece certamente originaria, oltre che perfettamente coerente con la precisione e il rigore che hanno contraddistinto la personalità di Savonuzzi. La grafia dell'ingegnere è riconoscibile nei titoli apposti sulle camicie, nella quasi totalità dei casi congruenti al contenuto, sebbene non sempre esemplificativi dell'oggetto della pratica. E' da ritenere che l'ordinamento sia stato dato in corso d'opera perché funzionale anche se non mancano tracce di riordini successivi operati dallo stesso Savonuzzi su alcuni fascicoli, evidenti nella sostituzione di camicie e nella cancellazione o integrazioni di titoli. All'interno dei fascicoli le carte sono sistemate in ordine cronologico, salvo alcuni sporadici casi. Non è stato possibile stabilire con sicurezza se la disposizione cronologica secondo cui i fascicoli risultano sistemati sui ripiani dell'armadio, dal più antico al più recente, rispetti e in quale misura l'ordinamento originario o sia piuttosto il risultato di scelte operate dall'archivista intervenuta nel 2006-2008 (la posizione del fascicolo all'interno della sequenza cronologica è stabilita, di volta in volta, sulla base di 2 criteri differenti: con riferimento alla data più antica riportata sulla camicia e/o alla cronologia effettiva dei documenti, quest'ultima non necessariamente corrispondente alla prima). A questo proposito nella relazione finale del suo lavoro Guccini scrive: "per il materiale steso è stata percorsa e fissata l'organizzazione cronologica che lo ha ordinato in successione temporale per non perdere fondamentali informazioni sui progetti". In totale sono stati reperiti 8 fascicoli e 9 documenti sciolti non descritti in occasione del precedente intervento.
In merito agli interventi specifici condotti sulla documentazione delle singole serie si rimanda alle introduzioni delle relative schede dove sono esplicitati i criteri che hanno guidato l'ordinamento.
Fascc. e rotoli sono stati condizionati rispettivamente in bb. e tubi. Le fotografia, conservate sciolte, sono state inserite in ...Sulle unità di conservazione (buste e tubi) sono state apposte etichette che riportano:
- il nome del fondo;
- il numero progressivo dell'unità di conservazione all'interno del fondo;
Sulle unità di descrizione, fascc., fotografie, elaborati grafici, conservati in bb. e rotoli, è stato riportato il numero progressivo dell'unità all'interno del fondo.
Incrementi previsti Nessun incremento previsto.

Fonti e risorse collegate

  • Album di 51 fotografie raccolte da Savonuzzi a costituire un moderno portfolio dei suoi lavori più significativi (proprietà privata della famiglia).
  • Presso l'Archivio storico comunale di Ferrara, distribuita nei fondi Carteggio amministrativo, Cartografia storica, Contratti e appalti, Patrimonio, è conservata documentazione relativa all'attività di Carlo Savonuzzi come ingegnere dell'ufficio tecnico del Comune.
    Presso l'Archivio di stato di Ferrara, nel fondo Arcispedale Sant'Anna, si conservano docc. relativi all'attività di ingegnere svolta da Savonuzzi per l'ospedale cittadino.
    Nell'Archivio della Cassa di risparmio di Ferrara, conservato presso la sede di palazzo Crema a Ferrara, è presente documentazione relativa ai progetti elaborati dall'ingegnere per diverse filiali dell'istituto di credito.

Condizioni d’uso

Strumenti di ricerca

R. LOFFREDO, "Storia di Savonuzzi: la costruzione di un'analisi storico-critica polivalente a partire dal riordino e dalla catalogazione dell'archivio professionale dell'ing. arch. Carlo Savonuzzi (Ferrara 1897 - San Remo 1973). II. I cataloghi", catalogo delle fotografie del fondo Savonuzzi, stampa da originale in formato digitale, 2008.

Archivio Carlo Savonuzzi. Riordino, a cura di A. GUCCINI, elenco di consistenza stampato da originale in formato digitale, [2008].

Consultabilità Il fondo Savonuzzi è liberamente consultabile, previo appuntamento telefonico, presso la Biblioteca di architettura "Mario Zaffagnini" di Ferrara.
Stato di conservazione buono

Note

Note redazionali Inventario a cura di Ramona Loffredo, Ilaria Mariani e Letizia Guidi, redatto nel 2016 per l'Università di Ferrara, nell'ambito del progetto "Una città per gli archivi" promosso dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna.

Approfondimenti