Città degli archivi

Fondo della famiglia Bianconi

Denominazione:

Fondo della famiglia Bianconi

Tipologia:

fondo

Data:

XVII-XX secolo

Consistenza:

22 buste (con all'interno 128 fascicoli)

Descrizione:

Il fondo si compone della documentazione prodotta e acquisita dalla famiglia Bianconi dal ramo discendente di padre in figlio da Giovanni Lodovico "seniore" (1655-1717), Antonio Maria (1689-1762), Angelo Michele (1725-1800), Giovanni Antonio (1763-1824), Giovanni Giuseppe (1809-1878) e i suoi figli Giovanni Antonio (1841-1875) e Maria Pia (1872-1900).

In particolare si conservano:

- carte e documenti genealogici e patrimoniali attestanti la discendenza della famiglia e le sue proprietà;
- atti e vertenze processuali, costituite da atti di causa e liti, da un lato necessarie alla ricostruzione del patrimonio famigliare, dall'altro per presumibili ragioni di studio;
- scritti di religione, architettura e archeologia di diversi membri della famiglia prodotti nel corso di studi e ricerche, nell'esercizio delle loro professioni e seguendo le loro inclinazioni;
- corrispondenza inviata e ricevuta da diversi componenti della famiglia Bianconi, principalmente Giovanni Lodovico (1717-1781), Carlo (1732-1802), Angelo Michele (1725-1800), Girolamo (1772-1847), Giovanni Giuseppe (1809-1878).

Oltre alla documentazione vera e propria si conservano anche i volumi e le pubblicazioni a stampa della biblioteca di famiglia, in particolare di Carlo Bianconi e Giovanni Giuseppe Bianconi, unitamente alle stampe grafiche.

Storia archivistica:

Il fondo della famiglia Bianconi venne donato insieme al fondo della famiglia Giovannini presso l'Archivio generale arcivescovile nel 2010 come lascito testamentario di Paola Giovannini (1924-2009). Alla donazione di 23 buste, 20 album fotografici, 9 opere a stampa, 9 stampe e una tesi di laurea, l'anno seguente si aggiunse altra documentazione, che venne ricondizionata e indicata come "Materiale residuo", per uno sviluppo lineare complessivo di circa 4 metri. A corredo dei fondi fu redatto un elenco di consistenza.
Nel 2010 altre tre buste confluirono, sempre secondo le ultime volontà dell'erede Giovannini, presso la Pinacoteca nazionale di Bologna.
Della consistenza originaria dell'archivio è rimasta solamente una piccola parte, circa un decimo. Come si evince infatti dai numeri di corda delle buste, doveva contare almeno 230 unità di condizionamento. Ad oggi, il resto delle memorie di famiglia risulta disperso soprattutto in occasione della seconda guerra mondiale, ma qualcosa potrebbe essere andato perduto nel corso del tempo, presumibilmente per l'intervento di agenti climatici o per il degrado delle unità di condizionamento o seguito alla vendita del patrimonio documentario, librario e artistico.
Dai lasciti testamentari si possono ricostruire i passaggi ereditari dell'archivio e della biblioteca di famiglia.
Giovanni Battista Bianconi (1698-1781) nell'inventario dei beni stilato nel 1761, con aggiunte del 1769, stabilì che la casa in via del Borgo di S. Pietro e il Casino di Calcara, insieme al loro contenuto, tra cui i libri, fossero ad uso comune degli eredi e all'occorrenza mostrati agli studiosi.
Nell'atto di divisione dei beni di Antonio Maria (1680-1762) tra i figli si legge infatti che "le scritture tutte pertinenti in qualunque modo alla famiglia dei Bianconi restano di comune consenso fidate al signor Angelo uno dei detti fratelli, e dopo di lui ad un altro dei suoi fratelli a piacere dei superstiti col patto che qualunque utile ne possa venire sia a vantaggio comune". Dunque, una volta ereditate anche le scritture conservate nell'archivio di famiglia, così come i libri, potevano essere godute dai vari Bianconi per i loro studi o immesse in circolazione all'interno del mondo del collezionismo. Della documentazione e della biblioteca di Giovanni Battista Bianconi non si conserva quasi nulla. Tuttavia la presenza delle carte di Giovanni Battista Bianconi, o parte di esse, all'interno dell'archivio di famiglia è attestata indicativamente fino al 1922 circa. Infatti, nella pubblicazione in volumi de "Epistolario di L. A. Muratori" a cura di Matteo Campori, avvenuta tra il 1901 e il 1922, viene trascritta la corrispondenza di 24 lettere tra Bianconi e Muratori, parte della quale consultata presso l'"Archivio Bianconi di Bologna". Nell'inventario dei beni del 1888 "Nota degli oggetti che la signora Giulia Bianconi Venturoli ha consegnato alla nipote signorina Maria Pia Bianconi, di sua proprietà per l'eredità dell'avo cavaliere professore Gian Giuseppe Bianconi, dell'ava signora Vittoria Bignardi Bianconi e della madre signora Augusta Frati Bianconi" alla voce "Studio" viene segnalato un "armadio di noce a vetri opachi contenente l'Archivio Bianconi".
L'archivio seguì la linea ereditaria maschile terminata con Giovanni Giuseppe Bianconi (1809-1878), morto dopo il figlio Giovanni Antonio (1841-1875), per poi passare alla linea femminile con Giulia Bianconi Venturoli (1838-1888) e poi Maria Pia Bianconi (1872-1900), ultima erede della famiglia Bianconi. Dal suo matrimonio di questi con Luigi Giovannini (1865-1926) le sorti dell'archivio mutarono, andando a far parte dell'eredità una nuova famiglia, quella Giovannini. Infatti negli anni Novanta ciò che era rimasto dell'archivio era conservato, insieme al fondo della famiglia Giovannini, da Gian Lodovico Giovannini presso la villa di campagna di Idice, poi trasferito a Bologna in via Oberdan 16 per permetterne la consultazione alla studiosa Carolina Crovara Pescia, dove rimase fino alla donazione da parte di Paola Giovannini all'Arcidiocesi di Bologna. L'analisi della documentazione e dei materiali di condizionamento di quanto è sopravvissuto dell'archivio ha permesso di ricostituire la storia della composizione del fondo e dei suoi ordinamenti nel corso del tempo.
Agli inizi del XVIII secolo l'archivista Giacomo Fabri "in occasione di poner in ordine le carte" venne incaricato di ricostruire la genealogia della famiglia Bianconi fino al 1714. Tale intervento è dettato da ragioni di tipo patrimoniale, motivazione che presumibilmente spinse i Bianconi alla creazione stessa dell'archivio tra il XVI e XVII secolo, e di questo rimane traccia nelle denominazioni delle serie "Arbore genealogico" e "Processi estranei". Un secondo intervento di ordinamento venne presumibilmente eseguito dallo storico naturalista Giovanni Giuseppe Bianconi nella seconda metà dell'Ottocento, il quale organizzò la documentazione in fascicoli e sottofascicoli. La struttura ottocentesca dell'archivio, ricostruita a partire da quanto rimasto, si presenta organizzata nei seguenti nuclei documentari:

- "Arbore Genealogico" (b. 70);
- "Processi Estranei" (bb. 75-76);
- "Manoscritti di vari dei Bianconi" (b. 185);
- "Epistolario. Famigliari di G. Lodovico B." (b. 192);
- "Epistolario. Estranee a Carlo B." (b. 200);
- "Epistolario. Famigliari di Carlo B." (b. 201);
- "Epistolario. Famigliari di Angelo Michele B." (b.205, b. 207);
- "Epistolario. Estranee di Girolamo B." (b. 211);
- "Epistolario. Estranee di Girolamo B." poi rinominata "Familiari antichi di vari dei Bianconi" (b. 212);
- "Epistolario. Estranee recenti di vari dei Bianconi" (b.214);
- "Epistolario. Estranee a Giovanni Giuseppe B." (bb. 215-217, b. 225);
- "Epistolario. Estranee a estranei" (b. 230).

Oltre ad un confronto calligrafico tra la scrittura della denominazione dei fascicoli e quella delle minute e lettere conservate all'interno del suo carteggio, vi sono altri elementi che identificano Giovanni Giuseppe Bianconi come esecutore dell'intervento. Uno di questi è la denominazione "Estranee recenti" (b. 214), della serie "Epistolario": il faldone oltre a precedere senza lacune la prima busta (b. 215) della serie "Estranee a G. Giuseppe Bianconi", contiene documentazione risalente alla prima metà dell'Ottocento. Il periodo coinciderebbe con gli anni in cui visse il nostro Bianconi. Inoltre si aggiungano l'annotazione "manoscritti di un mio antenato", ed altri appunti sulla ricostruzione della genealogia della famiglia Bianconi. Infine, l'antica denominazione "Mollusca" apposto sulla busta n. 202 (che corrisponde nell'ordinamento ottocentesco alla sottoserie "Famigliari di Carlo Bianconi") richiama gli studi condotti dallo scienziato su alcune specie animali del Mozambico.

Un ultimo intervento sulla documentazione è da attriburisi alla famiglia Giovannini, la quale per ricostruire il patrimonio ereditato dai Bianconi ed accertare l'originalità di alcuni dipinti entrati in loro possesso per via ereditaria, estrapolò parte della documentazione inerente alla genealogia della famiglia Bianconi e alle loro divisioni dei beni per le loro ricerche.
Di questo tipo di intervento sono testimoni anche le tre buste conservate presso la Pinacoteca Nazionale al cui interno sono presenti 17 inventari dei beni dei Bianconi, studi e perizie di storia dell'arte, corrispondenza dei Giovannini, pratiche di compravendita.

Modalità di acquisizione:
Donazione per volere testamentario di Paola Giovannini nel 2010 all'Archivio arcivescovile di Bologna.

Criteri di ordinamento:

L'intervento di riordino ha avuto inizio nel 2018 con la redazione di un elenco di consistenza analitico e un progetto di inventariazione che ha visto il suo compimento tra luglio e dicembre 2022.
La documentazione all'interno delle buste, quando ordinata, risultava organizzata in fascicoli e sottofascicoli, pertanto nel corso dell'inventariazione della documentazione si è cercato di verificare e mantenere la struttura organizzativa rinvenuta. Si è proceduto anzitutto con l'individuazione dei nuclei documentari costituiti dalla famiglia Bianconi, riordinando cronologicamente i documenti all'interno dei fascicoli e dei sottofascicoli, sostituendone la camicia qualora si presentasse danneggiata o non idonea alla conservazione. Infine si sono costituiti nuovi fascicoli per i documenti ritrovati in forma sciolta, disordinata o non logica, ricollocando altresì alla presunta serie di appartennza la documentazione con evidenza estrapolata dagli eredi e convogliata nel fondo della famiglia Giovannini, quando afferibile con sicurezza alla famiglia Bianconi. Sono state così delineate alcune serie, preservando le tracce della struttura che l'archivio familiare doveva presentare prima della sua disarticolazione e dispersione novecentesca.
A seguito dell'intervento di ordinamento ed inventariazione effettuato nel 2022 il fondo presenta attualmente la seguente articolazione:
1. Ricerche genealogiche e pratiche patrimoniali;
2. Vertenze processuali relative a un ramo dei Bianconi e a diversi;
3. Materiale manoscritto di studio e ricerca;
4. Corrispondenza;
5. Biblioteca.

Persone:


Redazione e revisione:

  • Redatta in xDams , 29/08/2022 - 23/06/2023