IT-CPA-ST0159-0000001

Archivio della Federazione energia moda chimici e affini (Femca) di Bologna

1946 - 2013
con doc. del 1939

115 buste (con all'interno 383 fascicoli, 6 registri)

Si compone di documentazione relativa:

- all'attività degli organi direttivi;
- alla gestione contabile, del tesseramento e del personale;
- all'attività formativa;
- ai contratti collettivi di lavoro;
- all'attività sindacale a livello territoriale e aziendale;
- ai rapporti con altre strutture Cisl, di altre (…)

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Identificazione

Identificativo scheda IT-CPA-ST0159-0000001
Identificativo gerarchico scheda 00001
Livello di descrizione fondo
Denominazione Archivio della Federazione energia moda chimici e affini (Femca) di Bologna
Data 1946 - 2013
con doc. del 1939
Consistenza 115 buste (con all'interno 383 fascicoli, 6 registri)
Soggetto conservatore Confederazione italiana sindacati lavoratori (Cisl) - Unione sindacale territoriale dell'area metropolitana bolognese (Ustm)
Via Milazzo, 16 - 40121 - Bologna (BO)
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Contesto

Soggetti produttori
Storia archivistica L'archivio della Femca dell'area metropolitana bolognese si compone, oltre che dell'archivio proprio, anche dei fondi acquisiti con il processo di unificazione tra la Filta e la Flerica di Bologna avvenuto nel 2001. Nonostante si possa rilevare una certa continuità nell'esercizio delle funzioni dell'ente subentrante, resa evidente in particolare dal riutilizzo e dall'implementazione di alcuni fascicoli costituiti nell'ambito delle passate gestioni, la cesura causata del mutamento organizzativo è troppo significativo per essere ignorato, configurando l'archivio come un complesso di fondi.
Da una prima analisi sono stati individuati due nuclei documentari caratterizzati da differenti storie archivistiche, il primo conservato nella cantina della sede di via Milazzo 16, il secondo nell'ufficio della categoria.
Il primo nucleo era costituito dal fondo della Filta di Bologna, il quale, presumibilmente, era stato collocato nella cantina tra la fine degli anni novanta e l'inizio degli anni duemila, mentre era in atto il processo di unificazione. Questo nucleo documentario era stato censito in una ricognizione dei depositi della Unione sindacale territoriale Area Metropolitana bolognese (Ustm), ed incluso, con la denominazione "Femca", tra i fondi riconosciuti di interesse storico particolarmente importante con la dichiarazione della Soprintendenza archivistica per l'Emilia-Romagna del 16 ottobre 2006.
Il fondo della Filta di Bologna presentava evidenti tracce di un'organizzazione sistematica del complesso documentario, dato che buona parte delle unità di conservazione (buste) recava dalle segnature archivistiche. Sono stati identificati due tipi di intervento, probabilmente risalenti a periodi diversi. Il primo si basava sull'utilizzo di un codice di classificazione alfabetico (lettere da A a D) similare allo schema di ordinamento creato nel 1978 dalla Fondazione "Vera Nocentini" per la sistemazione degli archivi storici conservati presso l'Unione sindacale provinciale (Usp) di Torino. Ogni lettera identificava una serie, laddove la A rappresentava i Congressi e le Assemblee organizzative, la B i Contratti collettivi di lavoro, la C le attività sindacali a livello provinciale e aziendale, mentre si era conservata un'unica busta con il codice D, rendendo impossibile l'individuazione di una appartenenza ad una serie documentaria. Ogni singola busta era poi numerata da 1 a n. in riferimento alla propria serie di appartenenza (ad es. A2 - Filta Atti congressuali 1973, 1977). E' probabile che questo primo intervento risalga all'inizio degli anni ottanta, nel momento in cui l'Unione sindacale territoriale (Ust) di Bologna aveva avanzato i primi passi per il riordino dell'archivio storico e per una gestione sistematica dell'archivio corrente. D'altronde, non si sono riscontrate corrispondenze tra il sistema elaborato dalla Filta bolognese e lo schema di classificazione di Torino e neppure con lo "Schema definitivo per la classificazione e catalogazione della documentazione corrente (archivio corrente)", che era stato predisposto come titolario di classificazione per gli archivi correnti delle Ust dell'Emilia-Romagna (cosiddetto "titolario Paganelli") ed utilizzato ampiamente dall'Ust di Bologna. Apparentemente l'intenzione era quella di intervenire su tutto il complesso documentario, senza operare distinzioni tra documentazione storica e documentazione corrente, ma non conforta il fatto che non si sia conservato in forma scritta uno schema di ordinamento o classificazione elaborato dalla Filta di Bologna, che aiuti a ricostruire le scelte fatte dal soggetto produttore in quegli anni per la gestione del proprio archivio.
Il secondo intervento, presumibilmente operato nel corso degli anni novanta, riguardava prevalentemente la gestione dell'archivio corrente e solo marginalmente ha riguardato documentazione degli anni precedenti. E' stato innanzitutto osservato che in questo frangente è stato scelto di utilizzare lo schema di ordinamento o classificazione del precedente decennio, in particolare i fascicoli relativi ai congressi e alle assemblee organizzative e quelli relativi all'attività sindacale aziendale (accorpati in buste denominate ad es. C12 - Aziende cessata attività). La parte rimanente dell'archivio è stata poi ordinata secondo un unico elenco non strutturato, per il quale è stata individuata la busta come unità minima di descrizione, alla quale è stata attribuita una numerazione da 1 a 59. Tracce di questa numerazione sono state rinvenute anche nel secondo nucleo documentario, che verrà descritto meglio in seguito, nello specifico alcune buste numerate da 60 a 65, che però erano state evidentemente svuotate e riutilizzate, dato che la denominazione riportata in costola non corrispondeva con il contenuto. Inoltre si sono riscontrate ingenti lacune (mancano buona parte delle unità numerate da 35 a 55) e, in secondo luogo, non è stato rinvenuto l'elenco di consistenza con i quali poter valutare l'effettiva entità e la qualità delle lacune.
Il secondo nucleo documentario era conservato presso l'ufficio della Femca bolognese indistinto dall'archivio corrente. E' stato scelto, in coincidenza con il presente intervento di riordinamento e inventariazione, di selezionare la documentazione non più utile alla gestione degli affari correnti e versarla alla sezione separata di archivio che si andava a costituire con la stesura di questo inventario. E' stata preso come termine di riferimento per l'esaurimento delle pratiche correnti l'anno 2005 (quindi 10 anni), eccetto per una parte dei fascicoli relativi alle attività sindacali aziendali, per i quali il discrimine era la cessata attività delle aziende. All'interno di questo nucleo documentario, molto più disomogeneo di quello precedentemente descritto, è stato rinvenuto il fondo della Flerica di Bologna, molto ridimensionato e raccolto in poche unità di conservazione. E' risultato evidente ad un primo sguardo che il fondo aveva subito un operazione di scarto molto pesante, probabilmente avvenuta prima dell'unificazione. Di fatto erano rimasti pochi fascicoli, peraltro poco consistenti, relativi all'attività degli organi direttivi, alla gestione contabile e del personale e alle vertenze individuali. La rimanente parte della documentazione era costituita dall'archivio proprio della Femca dell'area metropolitana bolognese e da una parte residuale del fondo della Filta di Bologna. Essendo la Femca bolognese di costituzione piuttosto recente, buona parte della documentazione relativa alla vita associativa interna è ancora integrata nell'archivio corrente, mentre la parte più consistente del fondo è costituita prevalentemente da fascicoli relativi alle attività sindacali aziendali, sui quali è necessario aggiungere alcune considerazioni. E' risultato evidente dall'analisi di tutti e tre i fondi che l'organizzazione dei fascicoli intestati con il nominativo dell'azienda è stato individuato come strumento più funzionale per la gestione della documentazione inerente all'adempimento delle funzioni di organizzazione e rappresentanza sindacale della categoria nei luoghi di lavoro. Occorre rilevare che, sebbene il fascicolo sia denominato prevalentemente con il nome della società, il criterio per l'apertura, la tenuta e la chiusura del fascicolo coincide con la presenza di stabilimenti o uffici della società nel territorio bolognese. Questo criterio uniforme si è mantenuto costante nel tempo, nonostante i mutamenti organizzativi, risultando quindi frequente la pratica di implementare con nuova documentazione fascicoli aperti dalla precedente organizzazione e nel contempo è stata dedicata una maggiore attenzione alla conservazione degli stessi. Da un'analisi più approfondita, peraltro, è risultato che una parte di quei fascicoli precedentemente attribuiti all'archivio proprio della Femca dell'area metropolitana bolognese appartenessero invece al fondo della Flerica di Bologna.
Un altra considerazione da fare conseguente al ragionamento sopra effettuato riguarda la documentazione appartenente alle organizzazioni esistite prima della Filta e della Flerica di Bologna. In tutto il complesso di fondi è stata rinvenuta documentazione risalente fino al 1946, tuttavia non è stata rilevata l'esistenza di fondi archivistici appartenenti alle federazioni di categoria attive prima della Filta e della Flerica di Bologna. La documentazione di queste federazioni di categoria, in particolare la Federtessili, la Fuila e la Federchimici si è conservata in misura marginale il più delle volte all'interno dei fascicoli intestati alle aziende (ad es. i fascicoli Calzaturificio Magli per la Filta e Ico per la Flerica). Scarsamente rappresentata la documentazione relativa alla vita associativa interna di queste organizzazioni, ad esempio è presente un solo fascicolo relativo a un Congresso (quello della Federchimici di Bologna dell'anno 1973). La parte più consistente della documentazione afferisce agli anni immediatamente precedenti alle unificazioni, quindi tra il 1962 e il 1965 nel caso della Federtessili e della Fuila di Bologna, e tra il 1978 e il 1981 nel caso della Federchimici di Bologna, trattandosi quindi di documentazione utilizzata e rimaneggiata dagli enti subentranti (ad esempio i verbali della Filta di Bologna sono stati redatti sullo stesso registro utilizzato dalla Federtessili).

Contenuto

Si compone di documentazione relativa:

- all'attività degli organi direttivi;
- alla gestione contabile, del tesseramento e del personale;
- all'attività formativa;
- ai contratti collettivi di lavoro;
- all'attività sindacale a livello territoriale e aziendale;
- ai rapporti con altre strutture Cisl, di altre organizzazioni sindacali, ma anche con associazioni sindacali dei datori di lavoro e istituzioni pubbliche.
Criteri di organizzazione Nell'ambito del presente intervento di riordinamento e inventariazione la documentazione è stata ricondotta, laddove necessario, al fondo di appartenenza. Il complesso di fondi è quindi articolato nei seguenti fondi:

- Federazione italiana lavoratori tessili abbigliamento (Filta) di Bologna;
- Federazione lavoratori energia risorse chimica e affini (Flerica) di Bologna;
- Federazione energia moda chimici e affini (Femca) dell'area metropolitana bolognese.

In seguito l'intervento si è concentrato sull'individuazione delle serie documentarie dei singoli fondi. Data la similarità di ambito territoriale, di funzioni e di organizzazione della struttura associativa tra i tre soggetti produttori, anche i relativi fondi hanno strutture molto affini. La serie sono state poi collocate prendendo a riferimento l'ordine definito nella struttura dell'archivio storico della Unione sindacale territoriale (Ust) di Bologna, in quanto si tratta ormai di un modello consolidato di descrizione degli archivi sindacali Cisl. Sono state infatti disposte prima le serie relative all'attività degli organi statutari e alle politiche organizzative della Cisl, seguite da quelle inerenti all'attività sindacale, mentre sono state poste in coda le serie relative ai rapporti con altri enti.

L'unità minima di descrizione è stata fissata nell'unità archivistica (fascicolo); per ciascuna delle unità sono stati segnalati i seguenti elementi descrittivi: il numero di corda, attribuito da 1 a n all'interno dell'unità di conservazione (busta), la denominazione e gli estremi cronologici.
Le unità archivistiche all'interno delle serie sono state ordinate cronologicamente.
Tutte le buste sono state infine numerate progressivamente da 1 a 73 per il fondo della Filta di Bologna, da 1 a 22 per il fondo della Flerica di Bologna.
Alle buste del fondo della Femca dell'area metropolitana bolognese, essendo un ente ancora in attività, è stato attribuito un numero di corda progressivo che riparte da 1 per ciascuna serie (cosiddetta numerazione "a serie aperta").
Incrementi previsti Il soggetto produttore è ancora attivo e di conseguenza sono previsti periodici incrementi della documentazione.

Fonti e risorse collegate

Condizioni d’uso

Consultabilità Si ritiene che la documentazione sia soggetta ai limiti di consultabilità previsti dal decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 (Codice in materia di protezione dei dati personali).

Note

Note redazionali Inventario a cura di Davide Fioretto redatto nel 2016 per la Federazione energia moda chimici e affini (Femca) dell'area metropolitana bolognese, nell'ambito del progetto "Una città per gli archivi" promosso dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e dalla Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna.