IT-CPA-ST0197-0000001

Archivio di Adele Pesce

23 giugno 1963 - 30 maggio 2009
con docc. del 10 dic. 2016

72 buste (con all'interno 181 fascicoli)

Si compone della documentazione prodotta e acquisita da Adele Pesce. Essa, nello specifico, si suddivide in:

- corrispondenza e documentazione personale;
- documentazione prodotta e acquisita nell'incarico di segretaria regionale della Federazione lavoratori metalmeccanici (Flm) dell'Emilia-Romagna e nei rapporti col mondo (…)

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Identificazione

Identificativo scheda IT-CPA-ST0197-0000001
Livello di descrizione fondo
Denominazione Archivio di Adele Pesce
Data 23 giugno 1963 - 30 maggio 2009
con docc. del 10 dic. 2016
Consistenza 72 buste (con all'interno 181 fascicoli)
Soggetto conservatore Fondazione Gramsci Emilia-Romagna
V
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Contesto

Storia istituzionale / Biografia Adele Pesce nasce il 6 ottobre 1937 a Roma, da madre maestra e padre ferroviere. Consegue la maturità classica al Liceo classico statale Giulio Cesare di Roma, città in cui, senza contare una parentesi di due anni trascorsi a Firenze, rimane fino all'età di trentacinque anni.
A partire dal 1961 si dedica alla professione di giornalista professionista, cominciando a scrivere per il quotidiano «Paese sera»; più tardi collabora con il mensile «Mondo nuovo», organo ufficiale del Partito socialista italiano di unità proletaria (Psiup), a cui è politicamente vicina. Nel corso della sua attività giornalistica, mai del tutto esaurita anche dopo l'inizio della sua professione di ricercatrice, suoi contributi - relativi prevalentemente alle tematiche dei diritti del lavoro e delle pari opportunità - compariranno su «Il Diritto delle donne», «Inchiesta», «Il Manifesto», «Reti», di cui è anche redattrice, e «Rinascita».
Nel 1962 nasce la sua unica figlia Donata Meneghelli. Nel 1970, alla fine di un matrimonio durato alcuni anni con Leopoldo Meneghelli, ottiene uno dei primi divorzi richiesti a Roma dopo l'entrata in vigore della l. 898/1970.
Al termine degli anni '60 vive un'importante esperienza nei Comitati di Base di Pomezia, che porta alla costituzione della Camera del lavoro di quell'area e la indirizza verso l'attività sindacale. Poco più tardi, fortemente voluta da Vittorio Foa, dirige la rivista «Unità operaia», organo ufficiale della Federazione Lavoratori Metalmeccanici (Flm).
Nel 1973, quando Adele Pesce è già iscritta al Partito comunista italiano (Pci), Claudio Sabattini, allora segretario generale della Federazione impiegati operai metallurgici (Fiom) di Bologna, le chiede di trasferirsi a Bologna per lavorare all'organizzazione delle cosiddette ‘150 ore', i permessi indirizzati ai lavoratori che intendessero dedicarsi ad attività formative; in quell'occasione Pesce collabora con Maria Luisa Altieri Biagi, allora impegnata in uno studio sull'alfabetizzazione degli adulti. Nello stesso anno diviene segretaria regionale della Flm nell'ambito dell'Emilia-Romagna e, per alcuni anni, si occupa di coordinare tutti i corsi 150 ore organizzati nella regione. A Bologna si lega sentimentalmente a Vittorio Capecchi, allora responsabile dell'Ufficio Studi della Flm di Bologna, che rimarrà il suo compagno fino alla morte.
Stabilitasi definitivamente a Bologna, nella seconda metà degli anni '70, insieme ad Aureliana Alberici, Cristina Cacciari e Raffaella Lamberti, partecipa alla fondazione del Centro di documentazione, ricerca e iniziativa delle donne, successivamente costituitosi nell'Associazione Orlando.
Nel 1980 si reca a Torino in quanto parte del coordinamento Fabbrica italiana automobili Torino (Fiat) e rappresentante della Flm dell'Emilia-Romagna per seguire da vicino le vicende connesse alla trattativa allora in atto tra la dirigenza Fiat - intenzionata a ridurre considerevolmente l'organico dell'azienda - e gli operai dell'indotto torinese. Tra i segretari della Flm, Pesce è l'unica a votare contro l'accordo raggiunto tra le parti. Un anno più tardi, su commissione del sindacato, intraprende e coordina la ricerca "Donne e giovani come e perché" insieme a Vittorio Capecchi, sottoponendo a un questionario più di 5500 operai e operaie metalmeccanici dell'Emilia-Romagna. Nel 1984, tuttavia, Pesce lascia l'incarico di segreteria regionale; i risultati della ricerca, conclusasi nel 1986, non verranno mai pubblicati. Una volta venuto meno l'incarico presso la Flm, Pesce incrementa nuovamente la sua attività giornalistica, collaborando in modo maggiormente assiduo con il periodico «Inchiesta», per il quale progetta anche dei numeri monografici e diviene, nel tempo, collaboratrice abituale.
Nel 1982 intraprende insieme a Vittorio Capecchi una ricerca sulla situazione dei giovani nel quartiere bolognese Barca, i cui risultati vengono pubblicati nel 1986 col titolo Vivere lo spazio e il tempo. La condizione giovanile nel quartiere Barca, una politica per le nuove generazioni; nello stesso anno, indaga sulla vita delle operaie della fabbrica Weber di Bologna, avviando una ricerca dal titolo "Un'esperienza di mobilità femminile nel lavoro di fabbrica", i cui risultati saranno presentati nel 1987 all'interno della Conferenza su donne e lavoro svoltasi a Bologna il 30-31 gennaio 1987; ancora nel 1987, inoltre, vedranno la luce i risultati di una nuova ricerca sul quartiere Barca dal titolo "Lo scambio coniugale. Giovani coppie alla Barca".
Nel 1984 fonda insieme a Maria Cristina Lasagni la società di ricerca sociologica e formazione "Links s.d.f." - successivamente "Links s.a.s.", di cui Pesce sarà socia accomandataria fino alla morte -, così denominata in riferimento al termine inglese ‘collegamenti' e al vocabolo tedesco per ‘sinistra'. In quanto socia, conduce un vastissimo numero di ricerche, di seguito elencate per la quasi totalità, e progetta numerosi corsi di formazione, indirizzati prevalentemente a un'utenza femminile.
Nel 1985 cura insieme a Vittorio Capecchi la ricerca "Services aux menages", finanziata dalla Commissione delle comunità europee e relativa al fabbisogno di servizi in Europa; nello stesso anno, inoltre, entra a far parte della prima Commissione per la realizzazione della parità fra uomo e donna della Regione Emilia-Romagna , ricoprendo l'incarico di coordinatrice e responsabile scientifica di numerose ricerche condotte nell'ambito della Commissione ed esaurendo il proprio mandato nel dicembre 1995.
Ancora con Vittorio Capecchi e su finanziamento della Commissione delle comunità europee, tra il 1986 e il 1987 cura una ricerca relativa all'influenza delle nuove tecnologie sulla vita quotidiana dal titolo "Nouvelles technologies et vie quotidienne", a cui faranno seguito nel 1990 l'indagine "Nouvelles technologies et communication des personnes agées avec leur environnement" e nel 1991 la ricerca dal titolo "L'Europe de la diversité: modes de vie, cultures, appropriation de la technique". Nel 1988, insieme a Isabelle Bertaux Wiame e Cristina Borderías, è co-responsabile di una ricerca sulle traiettorie sociali compiute delle donne dal titolo "Trabajo e identidad femenina. Una comparación internacional sobre la producción de las trayectorias sociales de las mujeres en España, Francia e Italia".
All'indomani della cosiddetta ‘svolta della Bolognina' si schiera apertamente a favore dell'ingresso nel Partito democratico della sinistra (Pds), pubblicando su «l'Unità» del 18 novembre 1989, insieme ad Adriana Cavarero, la lettera "Per le donne un'occasione da non perdere".
Dal 1989 al 1995, in Emilia-Romagna ma anche in Lombardia e in Veneto, tiene corsi di formazione nazionali indirizzati a giovani delegati e dirigenti sindacali Fiom.
Ancora nel 1989, nell'ambito del Progetto donna del Comune di Forlì, si occupa di una ricerca sulla formazione delle scelte nei percorsi di studio-lavoro di alcuni studenti forlivesi al termine della scuola media inferiore.
Nel 1990 si occupa di operare uno "Studio di fattibilità per la creazione di un'area di incubazione di Impresedonna nel polo scientifico e tecnologico di Bologna".
Tra il 1991 e il 1994 è professore a contratto presso il Dipartimento di sociologia dell'Universitat autònoma de Barcelona (Uab), dove tiene un seminario annuale relativo alla sociologia della differenza sessuale.
Nel 1992, su commissione del Servizio di igiene mentale della Usl 28 di Bologna, conduce la ricerca "Tempi, spazi e desideri delle donne: agio e disagio", con lo scopo di indagare il vivere quotidiano delle donne del quartiere Bolognina a partire da 355 interviste individuali. Un anno più tardi, l'Assessorato ai servizi sociali del Comune di Modena le commissiona una ricerca relativa alle condizioni e alle abitudini degli anziani modenesi dal titolo "Reti di relazione e competenze delle persone anziane a Modena attraverso l'analisi della vita quotidiana".
A partire dal 1994, insieme a un'équipe di studiose, si occupa della ricerca "Percorsi di vita delle donne all'interno del sindacato italiano", con lo scopo di preservare e indagare la memoria di diverse sindacaliste, per questo sottoposte a un'intervista orale; l'esito della ricerca verrà pubblicato nel 1999 nel volume È brava ma… donne nella Cgil 1944-1962.
Nel 1995 costituisce, insieme a Vittorio Capecchi, l'Osservatorio città telematica, con lo scopo di migliorare la relazione tra innovazione tecnologica e innovazione sociale. Dal 1994 al 1997, inoltre, è membro del comitato tecnico-scientifico dell'Osservatorio mercato del lavoro della Regione Emilia-Romagna.
Nel 1996, con la collaborazione di Vittorio Capecchi e all'interno del progetto "Gener(e)azioni", a contatto con gruppi di lavoro facenti capo a quattro Istituti professionali del Meridione, realizza un ipertesto in quattro moduli per l'autoformazione dei docenti sulla promozione delle pari opportunità. Al termine dell'anno, comincia a lavorare a un'indagine sulle eccellenze nel campo della formazione rivolta alle donne per conto della Commissione europea DG12 Occupazione e affari sociali; i risultati della ricerca vengono pubblicati nel 1999 nel volume Buone pratiche per la formazione delle donne e per il mainstreaming. Una guida per programmare, progettare, essere attive.
Nel 1999 lavora per l'Ente cooperativo per l'apprendimento (Ecap) di Forlì e l'Ecap di Ravenna alla realizzazione del progetto denominato "Srumenti di contrattazione per favorire il riequilibrio delle opportunità fra i sessi nel lavoro", con l'intenzione di operare una misurazione dell'impatto di genere nelle azioni di contrattazione sindacale. Nello stesso anno, la Regione Umbria le richiede una consulenza per la valutazione dell'impatto di genere della propria programmazione regionale.
Tra il 1999 e il 2005 collabora con l'Ente nazionale Acli istruzione professionale (Enaip) dell'Emilia-Romagna alla realizzazione di ricerche e progetti nell'ambito della gender analysis: nel 1999, insieme a Vittorio Capecchi, realizza un modello di valutazione dell'attività di coordinamento tra soggetti attuatori di progetti occupazionali e formativi complessi nell'ambito del "Progetto Isola"; dal 2000 al 2002 si occupa del progetto "Grow", che sfocia nella pubblicazione, nel 2002, de Le pagine gialle delle nuove professioni per le ragazze (e anche per i ragazzi); dal 2001 al 2003, poi, lavora alla ricerca "A come Atipico, D come Donna", relativa alla valutazione delle competenze sviluppate nell'ambito dei lavori atipici svolti dalle donne, i cui risultati vengono pubblicati nel 2003 nel volume A come atipico, D come donna; ancora dal 2001 al 2003 è impegnata nel progetto "Genere in azione", al termine del quale pubblica il volume Genere in azione. Linee guida e indirizzi operativi per il mainstreaming; dal 2003 al 2005, infine, si inserisce nel progetto "Be.Li.e.We in genders", nell'ambito del quale realizza i cd-rom I tempi delle donne e degli uomini e Orientaragazze e aggiorna, nel 2005, Le pagine gialle delle nuove professioni per le ragazze (e anche per i ragazzi).
Tra il 2000 e il 2001 partecipa alle attività organizzate in occasione del centenario della Fiom, all'interno delle quali presenta un progetto per la costruzione di un archivio della memoria sul femminismo sindacale.
Dal 2001 è membro del comitato internazionale di progetto dell'Università del bene comune, ideata da Riccardo Petrella con lo scopo di promuovere una cultura alternativa alla mercificazione del sapere; Adele Pesce e Vittorio Capecchi, inoltre, fanno parte del comitato internazionale di redazione del documento "L'università del bene comune".
Dal 2001 al 2003, per l'Enaip di Parma, è responsabile scientifica del progetto "Women equality life - women equality work", occasione in cui si occupa di una ricerca documentale sulle politiche di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro; i risultati della ricerca vengono pubblicati nel 2003 nel volume Conciliazione/condivisione: tempi di vita e tempi di lavoro. Strategie e buone prassi.
Successivamente, tra il luglio 2005 e il luglio 2007 partecipa al progetto "TechnéDonne", elaborato allo scopo di valorizzare le competenze femminili nel campo delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, di cui è capofila l'Associazione Orlando.
Al termine del 2005 è inoltre impegnata nel progetto ideato dalla Training, education and development (Ted) dal titolo "Diffusione dei contributi positivi dell'immigrazione alla società europea: storie di vita a fumetti degli immigrati in Italia, Ungheria e Danimarca come strumento di sensibilizzazione e informazione", nell'ambito del quale si occupa della sceneggiatura di "Rozarin e Rosa", fumetto confluito nel 2006 all'interno della pubblicazione Prima o poi… e altre storie.
Tra il 2007 e il 2009 soggiorna due volte in Vietnam per occuparsi di una ricerca-azione in due fasi, elaborata in conformità con la metodologia delle carovane civiche di Fatema Mernissi: nella prima, condotta nell'ambito di un progetto del Gruppo di volontariato civile (Gvc), elabora uno studio sulla condizione delle donne vietnamite del distretto di Phú Vang; nella seconda, nell'ambito del progetto Support to the renovation of education management (Srem) dal titolo "Conducting an assessment of the conditions of female managers working in the Vietnamese education sector and creating awareness", collabora con donne vietnamite con ruoli direttivi nell'ambito educativo allo scopo di creare in loro consapevolezza relativamente alla loro condizione e alle loro responsabilità.
Muore a Bologna il 6 gennaio 2010.
Storia archivistica Al momento della donazione alla Fondazione Gramsci Emilia-Romagna, l'archivio di Adele Pesce si trovava suddiviso in tredici scatoloni, all'interno dei quali le cc. del soggetto produttore erano state smistate dagli eredi per nuclei tematici, individuati in seguito a un lavoro di ricognizione. Sugli scatoloni erano presenti i seguenti titoli: "Dattiloscritti originali", "Materiali classe operaia e interviste", "Materiali ricerche", "Materiali ricerca donne", "Materiali vari ricerche", "Materiali donne, pari opportunità e lavoro", "Vertenza Fiat, femminismo sindacale, donne", "Conferenza donne Pechino", "Vietnam". Nel corso del riordinamento presentato in questa sede, è stato possibile constatare come il suddetto smistamento rispecchiasse effettivamente i nuclei documentari presenti nel fondo; tuttavia, le cc. contenute negli scatoloni si presentavano prevalentemente nella forma di docc. sciolti, e i fascc. individuati dal soggetto produttore erano di numero estremamente esiguo, talvolta accompagnati da un titolo non del tutto pertinente al loro contenuto.
In generale, si può dire che la grande maggioranza dei fascc. individuati da Adele Pesce, racchiusi in cartelline di carta o in buste e contenitori di plastica e spesso accompagnati da etichette, si colloca nella fase più remota e in una fase piuttosto recente della sua produzione documentaria. Inoltre, per quanto riguarda i fascc. di antica formazione, è stato possibile riscontrare la tendenza, da parte del soggetto produttore, a interrompere la sedimentazione dei docc. all'interno dei fascc. grossomodo a partire dalla seconda metà degli anni Ottanta in poi.
Nel caso dei fascc. individuati da Pesce, essi non presentavano alcun ordine interno e, in alcuni casi, contenevano documentazione eterogenea e non pertinente, che è stato dunque necessario individuare e separare dal resto dei docc.; spesso, inoltre, gran parte della documentazione afferente i fascc. individuati in originale si trovava sotto forma di docc. sciolti, ed è stata ricondotta a posteriori all'interno delle unità archivistiche nel corso dell'intervento ivi presentato.
Si segnala, poi, che, data l'importanza documentaria di cartelline, buste ed etichette originali, complessivamente assai poco presenti, queste sono state tutte conservate all'interno dei fascc. di riferimento o, quando relative a livelli logici alti, all'interno della prima b. della serie o della sottoserie relativa.
Nel complesso, la documentazione presenta un buono stato di conservazione, fatta eccezione per la presenza di graffette arrugginite, che sono state tutte sostituite con graffette a norma, e per un piccolo nucleo di documentazione che versa in condizioni maggiormente critiche perché aggredito da umidità, muffe e feci animali.

Contenuto

Si compone della documentazione prodotta e acquisita da Adele Pesce. Essa, nello specifico, si suddivide in:

- corrispondenza e documentazione personale;
- documentazione prodotta e acquisita nell'incarico di segretaria regionale della Federazione lavoratori metalmeccanici (Flm) dell'Emilia-Romagna e nei rapporti col mondo sindacale;
- documentazione prodotta e acquisita nell'ambito della propria attività scientifica, didattica ed editoriale;
- documentazione prodotta e acquisita in quanto membro della Commissione per la realizzazione della parità fra uomo e donna della Regione Emilia-Romagna;
- documentazione prodotta e acquisita in quanto socia dell'Associazione Orlando;
- documentazione prodotta e acquisita in qualità di relatrice o uditrice nell'ambito di convegni, conferenze e workshop;
- audiocassette prodotte nell'ambito della propria attività scientifica e didattica e in occasione di convegni e conferenze.
Criteri di organizzazione Nel delineare la struttura dell'Archivio di Adele Pesce rispecchiata dal riordinamento ivi presentato, si è tentato di tener conto dei nuclei documentari in cui le cc. del soggetto produttore sembravano potersi naturalmente suddividere a seconda dei suoi ambiti di interesse e delle sue attività, nonostante il fondo non conservasse traccia di alcuna struttura logica o di alcun ordinamento gerarchico originale. Dopo avere appurato che, del soggetto produttore, la documentazione rifletteva, prevalentemente, l'attività politico-sindacale, quella relativa all'ambito della ricerca sociologica e della formazione, l'attività editoriale, l'appartenenza alla Commissione per la realizzazione della parità fra uomo e donna della Regione Emilia-Romagna e l'attività sociale all'interno dell'Associazione Orlando, si è deciso di articolare l'archivio nelle seguenti sette serie, secondo un ordine non cronologico:
- Corrispondenza e documentazione personale;
- Attività politica e sindacale;
- Attività scientifica, didattica ed editoriale;
- Commissione per la realizzazione della parità fra uomo e donna della Regione Emilia-Romagna;
- "Associazione Orlando";
- Convegni, conferenze, workshop;
- Materiale sonoro.
La struttura vede collocarsi in testa la corrispondenza non specificamente afferente a nessuna delle attività professionali o di ricerca altrove individuate e la documentazione più strettamente personale di Pesce; a seguire si trova la documentazione prodotta nell'ambito della militanza politica e dell'attività sindacale del soggetto produttore; si precisa che la documentazione sindacale è costituita non solo dalle cc. prodotte da Pesce in quanto segretaria regionale dell'Emilia-Romagna della Federazione lavoratori metalmeccanici (Flm), la stragrande maggioranza delle quali è relativa alla vertenza Federazione italiana automobili Torino (Fiat) del 1980, ma anche da quelle più genericamente prodotte nei rapporti col mondo sindacale, mai realmente interrotti anche dopo la cessazione del suddetto incarico.
La terza serie, la più complessa dal punto di vista logico, accorpa la documentazione prodotta da Pesce nella conduzione delle proprie ricerche, nella progettazione e nello svolgimento di attività didattiche e formative e nell'attività editoriale. Ciascuno dei progetti di ricerca o didattico-formativi che è stato possibile individuare è stato circoscritto nell'ambito di un fasc. o di una sottoserie, a seconda che fossero o meno presenti suddivisioni logiche interne; a tali fascc. e sottoserie, per ciascun progetto, sono stati ricondotti il materiale di studio, la documentazione di lavoro - compresa la corrispondenza -, gli appunti manoscritti e dattiloscritti, gli eventuali rapporti - intermedi e finali - e il materiale relativo alle eventuali pubblicazioni scaturite dal progetto o dalla ricerca nonché le pubblicazioni stesse, quando presenti; si segnala che, qualora siano stati rinvenuti comunicazioni e atti di convegno relativi alla presentazione pubblica dei suddetti progetti di ricerca o didattico-formativi, tale documentazione è stata ricondotta al fasc. del progetto relativo. Nella sottoserie Pubblicazioni diverse e progetti di pubblicazione, invece, è stata inserita la documentazione relativa a pubblicazioni e progetti di pubblicazione non specificamente connessi all'attività scientifica e didattica del soggetto produttore; anche in questo caso, a ciascuna pubblicazione è stato riservato un singolo fasc., contenente la documentazione preparatoria ed, eventualmente, la pubblicazione stessa. Nella sottoserie Materiale di studio diversificato, infine, si colloca la documentazione di studio, quasi tutta individuata da un titolo originale, certamente propedeutica all'attività professionale di Pesce, ma che per il proprio carattere generale o trasversale non è stato possibile ricondurre a nessun progetto di ricerca o attività didattico-formativa in particolare. Si segnala che, in presenza dei testi manoscritti e dattiloscritti di Pesce, si è proceduto, ove possibile, a un riordinamento delle cc. sciolte al livello del singolo foglio.
La serie Commissione per la realizzazione della parità fra uomo e donna della Regione Emilia-Romagna include la documentazione prodotta da Adele Pesce in quanto membro della Commissione; si segnala che essa ingloba non solo la documentazione di lavoro della Commissione, ma anche quella riconducibile a progetti di ricerca e pubblicazioni curati da Pesce in quanto membro della Commissione nonché a seminari e convegni a cui Pesce partecipò per via di tale incarico.
La serie "Associazione Orlando", invece, si compone di documentazione di lavoro afferente le attività promosse dal Centro di documentazione, ricerca e iniziativa delle donne di Bologna e della documentazione prodotta da Adele Pesce in quanto socia e collaboratrice scientifica dell'Associazione; si segnala che, nel caso in cui siano presenti cc. riconducibili a progetti di ricerca a cui l'Associazione abbia partecipato in qualità di partner o di capofila, essi, se condotti da Adele Pesce in quanto socia della Links s.a.s., sono stati ricondotti alla serie Attività didattica, scientifica ed editoriale.
Nella serie Convegni, conferenze, workshop è invece confluita la documentazione relativa alla partecipazione di Adele Pesce a tale genere di eventi, sia in qualità di relatrice sia di uditrice; si segnala che, nel caso in cui una comunicazione di convegno tenuta da Pesce sia stata successivamente oggetto di pubblicazione, la documentazione relativa a tale pubblicazione o, eventualmente, la pubblicazione stessa sono state ricondotte al fasc. relativo al convegno, alla conferenza o al workshop in questione.
Il Materiale sonoro, infine, include 121 audiocassette, che non è stato possibile ascoltare e, di conseguenza, contestualizzare con certezza per non rischiare di danneggiare il supporto di conservazione; esse sono state comunque numerate e ordinate, per quanto possibile, secondo un criterio cronologico, sulla base dell'esame delle intestazioni riportate sulle audiocassette e del loro confronto con le attività testimoniate dalle cc. del fondo. Nonostante le audiocassette presentino una palese continuità tematica e di ambiti con il resto dell'archivio, esse sono state ricondotte a un'unica serie, collocata in fondo alla presente struttura, proprio per via della differenza di tipologia documentaria e per l'importanza che paiono rivestire per la descrizione e la comprensione dell'attività di ricerca sociologica del soggetto produttore.
All'interno delle serie e delle sottoserie sopradescritte, i fascc. sono stati collocati in ordine cronologico, fatta eccezione per i fascc. denominati Varie, che si collocano in coda alla serie o alla sottoserie a prescindere dai loro estremi cronologici.
Nel caso di fascc. compresi in più unità di conservazione (buste), nei ‘Criteri di ordinamento' di ognuno di essi è stato indicato in quale b. è possibile reperire la documentazione afferente a quale arco cronologico.
Si segnala, infine, che, poiché nel fondo non si prevedono incrementi, per la numerazione delle bb. e dei fascc. si è scelto di adottare il criterio della serie chiusa, attribuendo alle bb. un numero di corda progressivo da 1 a x, e ai fascc. da 1 a x.

Fonti e risorse collegate

Condizioni d’uso

Note

Note redazionali Inventario a cura di Valentina Corona, redatto nel 2018 per la Fondazione Gramsci Emilia-Romagna nell'ambito del progetto "Una città per gli archivi" promosso dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e dalla Fondazione Cassa di risparmio in Bologna.