Tre frammenti figurati differenti, due dei quali simili per dimensioni e che hanno figurazioni disposte orizzontalmente; il terzo, che rassomiglia a una serie di tre colonne sovrapposte, presenta quindi una figurazione ad andamento verticale. I tre rilievi sono appoggiati su una base nascosta da una coperta e presentano tre numeri di inventario iscritti accanto, rispettivamente, "1156", "1153" e "1185". La raffigurazione ad andamento verticale (n. 1185) si distingue perché appare come si trattasse di tre colonne pressoché identiche, in stile gandhārico-corinzio, con capitello fitomorfo e fusto figurato a rappresentare degli amorini per ogni faccia visibile delle colonne. La lastra ad andamento orizzontale posizionata più in alto (n. 1156) ritrae, da sinistra, due elefanti, uno ritto sulle zampe, tra le quali spunta la figura di un arciere, l'altro inginocchiato, con un personaggio davanti a lui, anch'esso inginocchiato, e altri due personaggi, acefali a causa delle lacune del manufatto, che forse si riferiscono alla scena che si sviluppa ancora più a destra, estremamente frammentata. Più in basso, una seconda lastra ad andamento orizzontale (n. 1153) raffigura due scene analoghe, limitate ai lati e separate tra l'oro tramite semi-colonne di tipo gandhārico-corinzio, con capitello fitomorfo e scanalatura centrale; si riconosce in entrambi i riquadri una figura seduta a gambe incrociate su un trono con devoti ai lati. Il copricapo della figura centrale induce a ritenere che si tratti di un bodhisattva.