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IT-CPA-FT0073-0000217
Esercito di Māra
1902 - 1903 (date attribuite)
riferimenti biografici
1 singola foto , positivo
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Identificazione
Identificativo scheda | IT-CPA-FT0073-0000217 |
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Identificativo gerarchico scheda | 00001.00003.00053 |
Livello di descrizione | documento |
Titolo | Esercito di Māra (attribuzione del catalogatore) |
Data |
1902 - 1903 (date attribuite)
ricavata da riferimenti biografici |
Consistenza |
1 singola foto , positivo numero di inventario FLP.361 |
Unità di conservazione | scatola 9 |
Contesto
Responsabilità principali | fotografo non identificato (fotografo principale) - attribuzione presunta |
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Contenuto
Note storiche |
Il soggetto rappresentato compare nella maggior parte delle pubblicazioni riferite all'arte del Gandhāra, dal testo di Grundwedel Buddhist Art in India (1901: 92, fig. 48), al saggio di Foucher L'art gréco-bouddhique du Gandhâra (1905: 405, fig. 202) , fino al volume di Ingholt Gandhāran Art in Pakistan (1957: 65-66 e fig. 64), passando anche per l'intervento di F. L. Pullé in occasione del Congresso Internazionale di Scienze Storiche di Roma del 1903, che in questo caso si dimostra ben lontano dall'avere inteso il significato da associare al rilievo: «fan seguito altri gruppi di guerrieri [...] ed un esercito di atropoidi armati di ogni specie d'armi primitive, clave e coltelli, guidato da veri e propri guerrieri armati di tutto punto, fig. 34. [...] Non è facile il dire che cosa vogliano rappresentare codeste scolture. La mancanza di notizie sul luogo preciso di origine, dei monumenti di cui facevano parte, accresce le incertezze. [...] Il concetto di un esercito di bestie soccoritore di umane imprese, anche buone ed eroiche, non era remoto all'arte dell'India antica. Gli ausialiri di Rama nella celebre epopea, furono appunto gli scimmii capitanati da Hanumat "il mascelluto" cui bene risponde la figura che qui, fig.34, precede la fila delle scimmie, terribile per la pelle tigrina che gli ricopre il capo e la faccia mostruosa, specie di testa di Medusa, che gli para il petto; ma e più dalle forti mandibole che egli, unica arma, pone in mostra. Questo ricordo classico dell'India, e sopratutto (sic) il suo significato debbono avere influito sovra altre concezioni analoghe» (1905: 93-94, fig. 34). Il frammento, registrato presso il Lahore Museum con il numero "538", come segnalato da Foucher e da Ingholt, è parte di una composizione i cui altri elementi sono presenti nella raccolta Pullé, dapprima transitato per il Museo di Peshawar per poi giungere a Lahore, che è stato raccolto nell'area archeologica di Naogram/ Ranigat, secondo quanto riportato da Errington, che segnala come il reperto sia stato recuperato durante gli scavi del tenente Shortt del 1861. Un esemplare fotografico con analogo soggetto dell'immagine conservata nella raccolta Pullé è presente anche nell'album MacNabb/ Daniell del British Museum (v. BSE). |
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Criteri di organizzazione |
La stampa è montata su un cartoncino di supporto formato 24x34 cm. Sul recto della stampa sono presenti i numeri "539" e "0 73" mss. a caratteri fotografici e parzialemente cancellati, mentre sul verso del cartoncino di supporto sono presenti le iscrizioni mss. "N. 144 D" e "163 Coll. Pullé". La stampa era conservata all'interno della busta con etichetta recante l'iscrizione dattiloscritta "Cartone III: Ghandara (riconosciute)". Numero di catalogo assegnato nel corso dell'intervento di catalogazione della fine degli anni Ottanta del Novecento: 163. |
Descrizione fisica e riproduzioni digitali
fotografia b/n, gelatina bromuro d'argento/carta, 24,5x18,5 cm. , orientamento verticale |
Fonti e risorse collegate
Bibliografia | |
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Risorse web | |
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