IT-CPA-FT0073-0000220

Gautama Buddha vince il serpente a Rājagṛiha

1902 - 1903 (date attribuite)
riferimenti biografici

1 singola foto , positivo

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Identificazione

Identificativo scheda IT-CPA-FT0073-0000220
Identificativo gerarchico scheda 00001.00003.00077
Livello di descrizione documento
Titolo Gautama Buddha vince il serpente a Rājagṛiha (attribuzione su base bibliografica)
Data 1902 - 1903 (date attribuite)
ricavata da riferimenti biografici
Consistenza 1 singola foto , positivo
numero di inventario FLP.385
Unità di conservazione scatola 9

Contesto

Responsabilità principali fotografo non identificato (fotografo principale) - attribuzione presunta

Contenuto

Note storiche Il rilievo vanta una lunga serie di riferimenti in pubblicazioni che, oltre all'intervento di Pullé del 1903 (1905: 80, fig. 12) si succedettero per tutto il Novecento, a cominciare dal saggio di Alfred Foucher L'art gréco-bouddhique du Gandhâra (1905: 453-455, fig. 227), in cui si traccia la storia dell'episodio.
In anni recenti il sito di ritrovamento del reperto, individuato da Ingholt alla fine degli anni Cinquanta nell'area di Ranigat (1957: 74 e fig. 92), è stato identificato con Naogram, e il reperto è stato descritto come uno dei ritrovamenti effettuati durante gli scavi del tenente Shortt negli anni Sessanta dell'Ottocento (Errington 1987: 50), portato poi nel museo di Lahore, dov'è tuttora conservato, dapprima con il numero d'inventario "30" e oggi con il codice "G 1362".
Nel suo intervento al Congresso Internazionale di Studi Storici, Pullé utilizza l'immagine del reperto, insieme ad altre, per mettere in luce le peculiari proporzioni scelte per rappresentare Gautama Buddha tra gli uomini, senza fare specifico riferimento al valore dell'episodio, che pure consosceva grazie alla lettura di Burgess, che nel 1897 pubblicò in un testo caro a Pullé e più volte menzionato lo stesso rilievo. Scrive Pullé: «Per quanto riguarda il fatto della sproporzione tra la figura di Buddha e quelle degli altri personaggi delle scene rappresentate, l'osservatore può di leggeri avvertire come il distacco sia minore e meno offenda il senso estetico quanto maggiore è la perfezione artistica delle sculture, che è a dire, quanto più esse sono vicine alla imitazione classica» (1905: 80-81). Si nota qui l'adesione di Pullé all'estetica classica per definire il livello di accuratezza nell'esescuzione di sculture gandhāriane.
Criteri di organizzazione La stampa è montata su un cartoncino di supporto formato 23,5x31 cm.
Sul recto della stampa è presente il numero "30" ms. sul reperto e ms. a caratteri fotografici e parzialemente cancellato, mentre sul verso del cartoncino di supporto sono presenti le iscrizioni mss. "Ellen...", "N. 144 A" e "Collezione Pullé N. 160".

La stampa era conservata all'interno della busta con etichetta recante l'iscrizione dattiloscritta "Cartone III: Ghandara (riconosciute)".
Numero di catalogo assegnato nel corso dell'intervento di catalogazione della fine degli anni Ottanta del Novecento: 160.

Descrizione fisica e riproduzioni digitali

fotografia b/n, gelatina bromuro d'argento/carta, 18x24,5 cm. , orientamento orizzontale

Fonti e risorse collegate

Bibliografia
  • A. Foucher, L'art gréco-bouddhique du Gandhâra, Paris, Imprimerie Nationale, 1905, tome 1
  • F. L. Pullè, Riflessi indiani nell'arte romaica, Roma, Tipografia della Reale Accademia dei Lincei, 1905, volume VII, Atti della Sezione IV: Storia dell'Arte
  • E. Errington, Addenda to Ingholt's Gandharan Art in Pakistan, estratto da «Pakistan Archaeology», Karachi, The Department of Archaeology and Museums, 1991, vol. 2, number 26, pp. 48-70
  • H. Ingholt, Gandhāran Art in Pakistan, New York, Pantheon Books, 1957

Condizioni d’uso

Note