IT-CPA-FT0073-0000215

Lastra figurata con Gautama Buddha su fiore di loto nel gesto della predicazione

1902 - 1903 (date attribuite)
riferimenti biografici

1 singola foto , positivo

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Identificazione

Identificativo scheda IT-CPA-FT0073-0000215
Identificativo gerarchico scheda 00001.00003.00145
Livello di descrizione documento
Titolo Lastra figurata con Gautama Buddha su fiore di loto nel gesto della predicazione (attribuzione del catalogatore)
Data 1902 - 1903 (date attribuite)
ricavata da riferimenti biografici
Consistenza 1 singola foto , positivo
numero di inventario FLP.453
Unità di conservazione scatola 11

Contesto

Responsabilità principali fotografo non identificato (fotografo principale) - attribuzione presunta

Contenuto

Note storiche La scultura raffigurata è nota come il «Buddha di Mohammed Nari» dal luogo di ritrovamento del reperto, che ha reso il rilievo conosciuto da esperti di tutto il mondo. Ingholt (1957: 121-23 e fig. 255) ne scrive diffusamente, prendendo spunto da altri autori tra cui Foucher, Burgess, e Vogel, tutti conosciuti da F. L. Pullé, che propose l'immagine al pubblico del Congresso Internazionale di Scienze Storiche di Roma del 1903, come risulta dall'intervento edito, in cui si legge: «La figura 66 ci richiama a quanto innanzi osservammo al n. 62 [le caratteristiche rappresentazioni in edicole tipiche dell'arte buddhista, n.d.c]; ma ci interessa, oltrechè per la leggenda e l'agiologia buddhistica, per il fatto che il chaitya intorno alla statua del santo è formato, anziché con elementi architettonici, colle figure stesse dei personaggi che fanno corteo. Le quali figure, giova notarlo, sono eseguite con tale libertà di concetto e con tale finitezza di esecuzione, più che di scalpello quasi di cesello, da doversi ritenere pertinenti al più felice periodo dell'arte gandharica». (1905: 115 e fig. 66 p. 113).
Una fotografia dello stesso reperto si trova nella raccolta del Warburg Institute, ma non si tratta di una copia tratta dallo stesso negativo.
L'identificazione del soggetto è tradizionalmente riferita all'episodio noto come il "Miracolo di Srāvasti", come suggerisce il titolo dato all'immagine al Warburg, ma ultimamente sono sorte altre interpretazioni (Filigenzi,1980 e 2012) che invitano a un titolo più prudente, opzione peraltro già preferita da Ingholt più di mezzo secolo fa.
Criteri di organizzazione La stampa è montata su un cartoncino di supporto formato 22,5x34 cm.
Sul recto della stampa è presente il numero "0 233" ms. a caratteri fotografici e evidenziato ad inchiostro, mentre sul verso del cartoncino di supporto sono presenti le iscrizioni mss. "1000", "N. 144 C" e "165 Collezione Pullé".

La stampa era conservata all'interno della busta con etichetta recante l'iscrizione dattiloscritta "Cartone III: Ghandara (riconosciute)".
Numero di catalogo assegnato nel corso dell'intervento di catalogazione della fine degli anni Ottanta del Novecento: 165.

Descrizione fisica e riproduzioni digitali

fotografia b/n, gelatina bromuro d'argento/carta, 18x24 cm. , orientamento verticale

Fonti e risorse collegate

Bibliografia
  • F. L. Pullè, Riflessi indiani nell'arte romaica, Roma, Tipografia della Reale Accademia dei Lincei, 1905, volume VII, Atti della Sezione IV: Storia dell'Arte, pp. 57-116
  • H. Ingholt, Gandhāran Art in Pakistan, New York, Pantheon Books, 1957
  • E. Errington, The Western discovery of the art of Gandhāra and the finds of Jamālgarhī, 1987 notaTesi di dottorato non pubblicata
  • A. Filigenzi, Le immagini epifaniche nell'arte buddhistica del Gandhāra, Bologna, I libri di Emil, 2012
Risorse web

Condizioni d’uso

Note