IT-CPA-FT0028-0000402

"Villa Verucchio - S. Francesco"

1970 - 1975 (date attribuite)
analisi dei referenti

album di 201 positivi

La raccolta di fotografie è relativa alla chiesa e al convento di S. Croce, anche conosciuti come di S. Francesco, della Provincia di Cristo Re a Villa Verucchio (Forlì-Cesena).
Sono presenti:

- vedute panoramiche dell'area in cui sorgono la chiesa e il monastero;
- vedute aeree del complesso che ospita la chiesa e il (…)

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Identificazione

Identificativo scheda IT-CPA-FT0028-0000402
Identificativo gerarchico scheda 00001.00015.00039
Livello di descrizione unità archivistica
Titolo (attribuzione del catalogatore). Titolo originale: "Villa Verucchio - S. Francesco" (da iscrizione)
Data 1970 - 1975 (date attribuite)
analisi dei referenti
Consistenza album di 201 positivi
Collocazione scatola 52 (AS.39_Cassetto 2)

Contesto

Responsabilità principali Salmi, Aldo (fotografo principale) - attribuzione certa per timbro
fotografo non identificato (fotografo principale) - attribuzione presunta

Contenuto

La raccolta di fotografie è relativa alla chiesa e al convento di S. Croce, anche conosciuti come di S. Francesco, della Provincia di Cristo Re a Villa Verucchio (Forlì-Cesena).
Sono presenti:

- vedute panoramiche dell'area in cui sorgono la chiesa e il monastero;
- vedute aeree del complesso che ospita la chiesa e il convento;
- vedute degli interni della chiesa, in particolare della navata centrale, dell'altare maggiore, dell'assito ligneo con scomparti intagliati e colorati;
- vedute degli esterni della chiesa, in particolare della facciata principale e del giardino adiacente;
- riproduzioni di opere d'arte sacra conservate presso la chiesa e il convento;
- vedute degli spazi interni del convento, tra questi i corridoi che conducono alle diverse celle e il refettorio;
- particolari architettonici e decorativi la facciata dell'ingresso al convento, in particolare del portale a sesto acuto, nel quale è collocato il dipinto raffigurante S. Francesco;
- vedute dell'edificio che ospita il convento, degli spazi esterni che lo circondano, degli orti, del giardino e del chiostro dove domina il grande cipresso e il pozzo;
- ritratto del fotografo Aldo Salmi sul tetto dell'edificio che opsita il convento mentre monta l'attrezzatura per eseguire le fotografie aeree del complesso;
- vedute aeree del chiostro;
- vedute panoramiche dei campi e dell'area nei dintorni del complesso;
- scorci del campanile;
- fotografie relative ai lavori di costruzione della cosidetta "Casa nuova", a fianco al portone d'ingresso al convento, uno spazio adibito all'ospitalità di singoli e di gruppi che vogliono andare in ritiro;
- vedute del chiostro, in particolare della vegetazione e del quadriportico che lo racchiude;
- vedute dell'abside della chiesa con il coro ligneo costituito da una serie di stalli intarsiati con motivi geometrici ornamentali. Tra questi si distinguono i due posti al punto culmine della curva absidale, in corrispondenza dei quali si riconoscono raffigurati alcuni soggetti liturgici e la scena delle Stimmate avente per sfondo il paesaggio della Verna;
- particolari architettonici e decorativi la chiesa e l'edificio che ospita il convento;
- vedute degli interni della cappella parallela al prespiterio della chiesa dedicata alla Madonna delle Grazie.
Note storiche Secondo la tradizione, S. Francesco, nei suoi viaggi tra l'Umbria e la Romagna, sostava in un luogo boscoso, non lontano da Verucchio, detto Montirone, dove era una cappella dedicata al Crocefisso. Quivi costruì una capanna per abitazione e piantò un cipresso, un lauro e un olivo.
Certamente quello di Villa Verucchio è il convento più antico e venerando fra quelli della Provincia di Cristo Re. Della primitiva abitazione non resta nessuna traccia, mentre della primitiva chiesa, sussistono tuttora resti. L'attuale chiesa fu costruita nel tempo del generalato di fra Elia (1232-1239), fu poi ampliata nel '300 e consacrata il 16 giugno del 1400 dal vescovo Nicolò da Monte Corvino. Di stile gotico e ricca di arte, dedicata alla Santa Croce. Ammirevole è la facciata ispirata allo stile romano-gotico. In essa è rintracciabile, nella zona mediana, un rosone; un tempo elemento finemente lavorato che dava alla facciata un gradevole effetto visivo immediato, nonché una felice illuminazione all'interno della chiesa.
Fino al 1940, a ridosso della facciata, vi era un deturpante portico-pronao costruito nel secolo XVIII per comodità dei pellegrini, giacché a quell'epoca il chiostro era zona di clausura.
Nel 1800 la chiesa subì vari rifacimenti, finché, tra gli anni 1851 e 1858, il soffitto fu rivestito di enormi cassettoni decorativi dell'architetto Antonio Tondini di Verucchio.
L'interno della chiesa in origine era ad unica navata, aveva l'arco dell'abside a sesto acuto, nella cui fascia era scolpito l'antico simbolo del trifoglio. Il soffitto era formato da catene di travi, appena intagliati, e sopra la travatura si ammirava e si ammira ancora oggi un magnifico assito, con gli scomparti pure intagliati e colorati in azzurro.
Contorna perimetralmente l'intera abside il coro ligneo. Esso è costituito da una serie di stalli intarsiati con motivi geometrici ornamentali. Tra questi sono di notevole levatura artistica i due posti al punto culmine della curva absidale: rappresentano rispettivamente a sinistra soggetti liturgici e a destra la scena delle Stimmate, avente per sfondo il paesaggio della Verna. L'opera lignea è databile intorno alla metà del XV secolo.
Nel 1972 è venuto alla luce un affresco posto in un arco rientrante della parete sinistra della navata centrale. Il restauro dello stesso, avvenuto nel 1986, ha messo in luce la datazione: risale al 1520.
Sopra la neoclassica cantoria è stato installato, nel 1880, l'attuale organo meccanico. Costruito dalla ditta Pacifico Inzoli di Crema, è stato inaugurato la sera del 24 ottobre dello stesso anno di fabbricazione con un grande concerto sostenuto dai maestri Cicognani, Para e Antolini con la partecipazione del coro del Tempio Malatestiano di Rimini.
La cappella parallela al presbiterio della chiesa è dedicata alla Madonna delle Grazie. Costruita nel 1857 accoglie la statua della Madonna. La venerata immagine, di piccole dimensioni, è sempre stata circondata da particolare devozione da parte dei frati e della popolazione del luogo. Si ha notizia della prima incoronazione del simulacro da parte del vescovo di Rimini mons. Angelo Cesi il 28 ottobre 1637. Soltanto a partire dalla metà del secolo scorso è venerata con il titolo di Madonna delle Grazie, dovuta al popolare attestato di grazie ricevute da parte dei fedeli che in particolari necessità pubbliche e private erano ricorsi alla Madonna. La statua è stata sottoposta ad un accurato restauro nel 1985 per opera dei restauratori fiorentini Maria Angela Bortolani e Gabriele Coccolini. Dal 1860 la sua festa si celebra solennemente nel giorno liturgico dell'Ascensione.
Un tempo il convento, sempre denominato della "Santa Croce", aveva due chiostri.
Il primo entrando era adibito a giardino in cui prosperava un lauro che secondo la tradizione sarebbe stato piantato da S. Francesco; sfortunatamente non mantenuto in vita durante i restauri della metà del nostro secolo.
Nel secondo chiostro dominava il gigantesco cipresso come si vede allo stato attuale e vi si trovava l'attuale pozzo dal quale ancor oggi si può attingere acqua freschissima. Nel secolo XVIII fu demolita la parete divisoria e si ottenne il chiostro così come attualmente si presenta, caratterizzato da una serie di basse arcate.
Nel 1810 e nel 1866 i frati dovettero abbandonare il convento a causa delle soppressioni, ma nel 1873 fecero ritorno. Vari rifacimenti furono apportati al convento.
Prima dell'ultima guerra, oltre la Via Crucis eretta (1940) lungo la strada che dal paese sale al convento, venne pure eretto il monumento a S. Francesco, in marmo, opera di Giuseppe Busuoli (1941). Sempre del Busuoli sono le pitture della cappella costruita (1936) sul luogo dove S. Francesco eresse, secondo la tradizione, la capanna.
Per diversi secoli il convento è stato sede del noviziato. Attualmente è casa di formazione che ospita i probandi.
Nel 1966, in risposta alle nuove esigenze pastorali e agli orientamenti della fraternità, è sorto l'Oratorio S. Antonio nella zona adiacente il campanile. Mentre accanto al portone d'ingresso del convento è sorta successivamente la cosiddetta "Casa Nuova". Questo ambiente è oggi, insieme al convento stesso, luogo adibito all'ospitalità per coloro, singoli o gruppi, che vogliono condividere con la fraternità periodi di tempo per la preghiera, la riflessione e il discernimento della propria vocazione.
Dal 1940 esiste attiguo e dipendente dal convento l'"Asilo Borsalino" nota BERARDO ROSSI, I conventi della Provincia dei frati minori dell'Emilia Romagna, Bologna, 1994, pp. 69-71..
Le stampe che costituiscono l'album, prima del loro ricondizionamento con materiali certificati per la conservazione fotografica, erano inserite in buste di plastica trasparente contenute in due raccoglitori con legatura di perni d'ottone di dimensioni 26x32x4 cm. in simil pelle bordeaux. Sul dorso di questi erano presenti etichette adesive recanti l'iscrizione ms. "Villa Verucchio - S. Francesco".
Sul verso di alcune delle stampe sono presenti il timbro "Aldo Salmi. Fotoservizi. Per la stampa. Via S. Felice n. 133/2. ... Bologna" e la numerazione ms. "1-175", di cui risultano mancanti le stampe n.: 47, 88, 92 e 97.
Talvolta sono presenti più copie di una stessa fotografia.

Descrizione fisica

fotografie b/n, gelatina bromuro d'argento/carta, 18x24 cm.

Fonti e risorse collegate

Condizioni d’uso

Note