IT-CPA-FT0073-0000142

Capitello con figure di Buddha

1902 - 1903 (date attribuite)
riferimenti biografici

1 singola foto , positivo

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Identificazione

Identificativo scheda IT-CPA-FT0073-0000142
Identificativo gerarchico scheda 00001.00003.00325
Livello di descrizione documento
Titolo Capitello con figure di Buddha (attribuzione del catalogatore)
Data 1902 - 1903 (date attribuite)
ricavata da riferimenti biografici
Consistenza 1 singola foto , positivo
numero di inventario FLP.633
Unità di conservazione scatola 14

Contesto

Responsabilità principali fotografo non identificato (fotografo principale) - attribuzione presunta

Contenuto

Note storiche Il reperto, forse recuperato presso il sito di Jamālgarhī in base all'ipotesi avanzata da Errington (1987: 465), fu uno dei tanti esemplari che F. L. Pullé decise di inserire nella sua ampia raccolta di fotografie riferite al Gandhāra, affrontando il tema anche durante il Congresso Internazionale di Scienze Storiche di Roma del 1903, a cui lo studioso italiano partecipò appena rientrato in patria dal viaggio nel Sud-Est asiatico e nel Subcontinente indiano.
L'esemplare in fotografia appare infatti nel testo dell'intervento Riflessi indiani nell'arte romaica a pagina 98 indicato con il numero "39", tra le pagine in cui si sofferma sull'esame dei capitelli gandhāriani; si notano le conoscenze storico-artistiche e le convinzioni di Pullé riguardo alla genesi del Buddhismo, che secondo lo studioso, in linea con James Fergusson e con Jean Philippe Vogel, sarebbe dovuto essere studiato in connesione con culti pre-hinduisti legati all'adorazione dei serpenti e degli alberi: «La trasformazione dei capitelli corinzi che li va restringendo nella forma cubica arrotondata in basso; l'apparire della figura per mezzo ai fogliami che ha nei rapporti di Buddha col culto delle piante una naturale e legittima derivazione; [...] lo svilupparsi sul capitello di un secondo abaco o palvino, sono tutti fenomeni caratteristici, elaborazioni speciali con che gli elementi indigeni hanno reagito sui modelli dell'arte classica portata nell'India, e che poi, per le medesime vie, si sono riflessi verso l'occidente, dove fecersi specialmente visibili nel periodo della evoluzione caratteristica dell'arte bizantina, intorno al VI secolo» (1905: 98-100) Una copia della stessa immagine è conservata presso il Victoria & Albert Museum (vedi BSE), a cui fu donata nel 1908 da John Lockwood Kipling, precedentemente direttore della Mayo School of Arts di Lahore, parte di un album fotografico con rappresentazioni gandhāriane.
Criteri di organizzazione La stampa è montata su un cartoncino di supporto formato 23,5x33,5 cm.
Sul recto della stampa è presente il numero "566" ms. sul reperto e parzialmente cancellato ad inchiostro, mentre sul verso del cartoncino di supporto è presente l'iscrizione ms. "88 Collezione Pullé".

La stampa era conservata all'interno della busta con etichetta recante l'iscrizione dattiloscritta "Cartone II: Ghandara - Chadigara".
Numero di catalogo assegnato nel corso dell'intervento di catalogazione della fine degli anni Ottanta del Novecento: 88.

Descrizione fisica e riproduzioni digitali

fotografia b/n, gelatina bromuro d'argento/carta, 22x28,5 cm. , orientamento orizzontale
Interventi manuali di ritocco ad inchiostro sull'immagine.

Fonti e risorse collegate

Bibliografia
  • F. L. Pullè, Riflessi indiani nell'arte romaica, Roma, Tipografia della Reale Accademia dei Lincei, 1905, volume VII, Atti della Sezione IV: Storia dell'Arte, pp. 57-116
  • E. Errington, The Western discovery of the art of Gandhāra and the finds of Jamālgarhī, 1987 notaTesi di dottorato non pubblicata
Risorse web

Condizioni d’uso

Note