IT-CPA-FT0026-0000008

Feste de l'Unità

1946 - 1990 (date attribuite)

11014 fotografie

La serie è costituita da materiale fotografico relativo a diverse edizioni del Festival de l'Unità raccolto nel corso degli anni dalla federazione provinciale del Pci di Bologna. La manifestazione, a livello provinciale, e talvolta locale e nazionale, è documentata nel suo annuale svolgimento a Bologna e provincia e in altre città, dal secondo dopoguerra fino al 1990.

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Identificazione

Identificativo scheda IT-CPA-FT0026-0000008
Identificativo gerarchico scheda 00001.00001
Livello di descrizione serie
Denominazione Feste de l'Unità
Data 1946 - 1990 (date attribuite)
Tipologia materiale misto
Consistenza 11014 fotografie

Contesto

Storia archivistica La serie è costituita da materiale fotografico relativo a diverse edizioni del Festival de l'Unità raccolto nel corso degli anni dalla Federazione provinciale del Pci di Bologna. La manifestazione, a livello provinciale, e talvolta locale e nazionale, è documentata nel suo annuale svolgimento a Bologna e provincia e in altre città, dal secondo dopoguerra fino al 1990.
Modalità di acquisizione I materiali che costituiscono la serie sono frutto di commissioni affidate a studi fotografici specializzati, di iniziative di privati partecipanti alle manifestazioni, di iniziative di membri della federazione provinciale del Pci di Bologna e della volontà di Luigi Arbizzani di raccogliere materiale iconografico relativo alla manifestazione nel corso del tempo con lo scopo di documentare l'evento nella sua evoluzione e svolgimento.

Contenuto

La serie è costituita da materiale fotografico relativo a diverse edizioni del Festival de l'Unità raccolto nel corso degli anni dalla federazione provinciale del Pci di Bologna. La manifestazione, a livello provinciale, e talvolta locale e nazionale, è documentata nel suo annuale svolgimento a Bologna e provincia e in altre città, dal secondo dopoguerra fino al 1990.
Note storiche Le Feste de l'Unità costituivano la principale iniziativa ricreativo-culturale dalla caratterizzazione politica, a cadenza annuale, organizzata dal Partito Comunista Italiano. L'ispirazione va ricercata nella tradizione francese delle feste de "l'Humanité", organizzate dal Partito Comunista Francese fin dagli anni Trenta, di cui alcuni dirigenti del Pci in esilio a Parigi fanno esperienza diretta. L'origine italiana di queste manifestazioni viene fatta risalire alla cosiddetta "scampagnata" a Mariano Comense del 2 settembre '45. L'evento, organizzato per festeggiare la libertà riconquistata, si rivela un successo che racchiude in nuce elementi che rimarranno punti fermi anche nelle seguenti edizioni: coreografie, danze, cibo, lotteria, iniziative sportive, bandiere. Il programma risulta incentrato sull'aspetto ludico-ricreativo, mentre la componente più direttamente politica resta in secondo piano; costante questa che costituirà uno degli assi portanti dell'iniziativa di un partito deciso a radicarsi nella società italiana anche attraverso lo svago, sfruttando il clima conviviale che caratterizza le feste. L'appuntamento, oltre ad un'importante fonte di autofinanziamento, rappresenta una vetrina per il Pci, il palcoscenico privilegiato per trasmettere l'immagine di un partito serio, organizzato, coeso e intenzionato a porsi come punto di riferimento per i cittadini in tutti gli aspetti del vivere quotidiano. La centralità delle iniziative ricreative, spettacolari e culinarie salda il legame con la tradizione delle feste popolari - incarnata dal trittico fondante ballo-cibo-giochi - e si colloca in un contesto permeato dall'uso politico di spazi e di tempi: riti, simboli e coreografie.
Veri protagonisti che permettono il successo delle manifestazioni sono i militanti, nel doppio ruolo di volontari e visitatori. Le feste, infatti, per la loro stessa natura celebrativa e autocelebrativa, hanno sempre rappresentato il terreno privilegiato per l'incontro tra le anime che compongono il partito, tanto all'interno della base quanto verticalmente tra base e vertici. Nei primi anni alla manifestazione nazionale si aggiungono quelle provinciali organizzate dalle federazioni locali e, con il tempo, vengono organizzate Feste de l'Unità di quartiere, di zona, di sezione, di cellula, fino alle feste tematiche degli anni Ottanta.
All'opposizione nel Paese per tutta la sua storia, il Pci fondava parte della sua credibilità politica sull'efficienza e sulla capacità amministrativa dimostrata nei governi locali, in particolare nelle tre regioni rosse - Emilia-Romagna, Toscana, Umbria. In questo contesto Bologna è stata la capitale dell'Italia rossa, una città-modello studiata internazionalmente per il suo welfare, il principale centro amministrato con continuità dal Pci dopo il secondo dopoguerra e la più grande federazione comunista del mondo occidentale. La posizione preminente che il Pci ha conquistato a Bologna ha contribuito a consolidare nel partito locale un'impronta decisamente riformista e pragmatica, che gli ha permesso di avvicinare diversi strati della popolazione travalicando i tradizionali confini di classe, ma anzi ponendosi a garante anche di una parte consistente della classe media. Le Feste de l'Unità che si sono svolte a Bologna presentano quindi alcune specificità: sono feste di popolo prima ancora che di parte, per la larghissima partecipazione che le caratterizza; la presenza delle autorità cittadine del Pci nei momenti cruciali (per esempio durante l'inaugurazione quando, di norma, il nastro viene tagliato dal sindaco e non dal segretario federale) è funzionale alla commistione fra festa di partito e festa di tutta la città; sono, inoltre, un'imponente macchina organizzativa sorretta dall'impegno di numerosi volontari. Le prime edizioni provinciali si svolgono nel parco cittadino dei Giardini Margherita, dal '46 al '50, e risentono del clima di acceso scontro condizionato dalla volontà del ministro dell'Interno Mario Scelba di limitare, ostacolare e in alcuni casi vietare le Feste de l'Unità adducendo motivazioni di ordine pubblico. Ai provvedimenti governativi seguono limitazioni e divieti amministrativi, da parte di prefetti e questori ostili al Pci, che intendono limitarne la capacità di mobilitare la base e di attrarre consenso.
Il 1951 è un anno spartiacque: per la prima volta la Festa nazionale de l'Unità si svolge a Bologna. I contrasti tra il Pci e la prefettura determinano però il divieto di utilizzare i Giardini Margherita per la festa; gli organizzatori devono ripiegare sul parco della Montagnola, una location meno spaziosa e suggestiva ma ancora più centrale. La tradizionale "Parata amici de l'Unità" percorre il centro cittadino da porta a porta e per il comizio finale di Togliatti si decide di utilizzare l'antistante piazza 8 Agosto. Questa strutturazione rimane costante fino al '68, anno della terza festa nazionale a Bologna, ma fa eccezione il 1953, in cui l'evento torna provvisoriamente ai Giardini Margherita.
Il successo delle prime edizioni spinge la dirigenza nazionale a potenziare le feste: dalla metà degli anni Cinquanta si ampliano gli spazi, si moltiplicano le attività, i materiali di costruzione passano dal legno al ferro (con la comparsa dei caratteristici tubi Innocenti) andando a formare delle "cittadelle".
La fine del decennio è il periodo in cui la festa si apre al consumo, con i premi della lotteria e l'inclusione di concerti di musica leggera per attirare una parte sempre più vasta di cittadinanza; ma anche al mercato, con la presenza sempre più massiccia di attività commerciali che affittano spazi per reclamizzare i propri prodotti. Alla festa nazionale del '68 si sperimenta un circuito televisivo interno, "Tv libera", con l'intento di trasmettere programmazione e servizi propri per tutta la durata dell'evento. La mancata autorizzazione a trasmettere determina però la chiusura della studio televisivo da parte delle autorità e la fine dell'esperimento.
Nella seconda metà degli anni Sessanta e nei seguenti anni Settanta irrompono nella scena pubblica soggetti (le donne, i giovani) e tematiche (l'antiautoritarismo, il pacifismo) che reclamano voce e spazio anche nel Pci e che finiscono con l'incidere sulle Feste de l'Unità. Durante questo periodo di espansione delle manifestazioni, si moltiplicano le aree gestite direttamente da associazioni, organizzazioni e gruppi di interesse; pertanto si diversifica e si amplia ulteriormente l'offerta culturale, politica e ricreativa, a comporre una rappresentazione spaziale dell'identità comunista sempre più estesa e composita.
Con la festa nazionale del 1968 si chiude per la federazione di Bologna l'esperienza al parco della Montagnola, in seguito alla decisione dell'amministrazione comunale di riqualificare la zona. Seguono quattro anni di "interregno" in cui la festa si sposta prima nel quartiere fieristico, poi all'ippodromo Arcoveggio ('71) per tornare nello spazio antistante alla fiera.
L'altro spartiacque della storia delle Feste de l'Unità di Bologna è il biennio '73-74 con la decisione di dotarsi di uno spazio ampio, adeguato e strutturato da condividere con la città per l'organizzazione di grandi eventi. Viene raggiunto l'accordo col Comune per un terreno agricolo i cui primi lavori di urbanizzazione vengono fatti dagli stessi militanti comunisti a pochi mesi dall'inaugurazione del festival. Nasce il parco Nord, che lega dalla nascita il proprio nome ai ritrovi annuali per la stampa comunista e che già nel '74 ospita il suo primo festival nazionale, il quarto per Bologna. È un'edizione particolarmente importante perché celebra il cinquantesimo anniversario della fondazione de l'Unità e perché introduce e anticipa il triennio '75-77, in cui il Pci è coinvolto in una grande campagna di comunicazione politica. L'aumento dei consensi del partito in seguito alle elezioni amministrative del '75 e alle politiche del '76 indirizza infatti la dirigenza berlingueriana a cercare un'intesa con una parte del mondo cattolico e della Democrazia Cristiana per l'ingresso nel governo. Il Pci cerca di trasmettere l'immagine di sé come forza di governo, responsabile e organizzata, e, tra gli strumenti della sua comunicazione politica, le Feste de l'Unità hanno ormai un'importanza riconosciuta ed evidenziata da seminari e convegni sul tema. La festa nazionale del '74 stimola un'ulteriore ricerca all'eccellenza nell'offerta culturale, al fine di consolidare la posizione egemonica del partito in questo campo; ma è poi l'impianto tradizionale della festa popolare ad essere sviluppato in qualità e quantità: la moltiplicazione e la diversificazione delle aree gastronomiche, ludiche e ricreative. Le iniziative proposte alla cittadinanza e ai propri militanti superano i confini del parco Nord per disseminare nei punti cruciali del centro di Bologna eventi teatrali, spettacoli, mostre, librerie. Le feste raggiungono in questi anni dimensioni gigantesche, nel duplice obiettivo di attirare e accogliere il maggior numero di partecipanti e di mostrare le capacità organizzativa, propositiva e politica del partito. La giornata di chiusura, in linea con una liturgia politica consolidata, prevede ancora un nutrito corteo cittadino che confluisce nel luogo del comizio del segretario.
La strage del 2 agosto che inaugura il decennio successivo determina la decisione di tenere a Bologna la festa nazionale del 1980, come reazione vitale al più grave atto terroristico avvenuto in Italia nel secondo dopoguerra. Gli anni Ottanta sono caratterizzati da una profonda crisi del Pci: alla costante emorragia di iscritti ed elettori corrisponde una difficoltà a comprendere i nuovi bisogni e l'affermazione della dimensione individuale su quella collettiva. Il mantenimento di un'organizzazione ampia, diversificata e quindi costosa come quella del Pci in un periodo di declino elettorale acuisce il deficit del partito. Per recuperare fondi le Feste de l'Unità vengono sottoposte ad una gestione di tipo manageriale con un attento controllo dei costi, degli investimenti e dei ricavi. Ai volontari che prestano gratuitamente il proprio lavoro si affiancano specialisti ed esperti della comunicazione che curano il rinnovamento dei contenuti e del linguaggio della feste, pur nel segno della continuità garantito dall'impianto ricreativo tradizionale. In una decade in cui il Pci perde costantemente voti, le Feste de l'Unità guadagnano partecipanti allargando il bacino di utenza - legato più all'aspetto ricreativo che a quello politico. Il successo delle feste nonostante il Pci è la consacrazione della manifestazione come festa di popolo, sempre meno legata al partito che la organizza. Le feste sopravvivono allo scioglimento del Pci nel '91 e al cambiamento di simboli, coreografie e riti per la loro storia, per la lunga consuetudine degli italiani alla loro presenza capillare e per il loro carattere popolare in grado di trascendere la dimensione di parte che le ha fatte nascere.
Criteri di organizzazione Prima dell'intervento di riordino e inventariazione, le fotografie di cui la serie è costituita si presentavano sprovviste di strumenti di corredo e solo parzialmente ordinate.
Più di un terzo della documentazione è stato rinvenuto conservato in album organizzati per anni. Nove di questi risultavano costituiti dagli stessi studi fotografici esecutori degli scatti e delle stampe (album con copertina in tela grezza e rilegatura laterale con viti d'ottone), mentre gli altri (raccoglitori con copertina plastificata verde o blu e pagine trasparenti plastificate) presentavano un'organizzazione ad opera di alcuni membri della Federazione provinciale del Pci di Bologna, iniziata presumibilmente negli anni Ottanta del Novecento.
Le restanti fotografie (positivi, negativi in banda e provini a contatto) erano conservate sciolte all'interno di 9 faldoni, solo in parte organizzate cronologicamente in buste di carta sulle quali era indicato l'anno dell'edizione della manifestazione. Tre di questi faldoni erano costituiti di materiali fotografici suddivisi in buste di carta, però raccolti a mo' di miscellanea secondo intervalli cronologici più ampi, poiché sprovvisti di datazione.
A seguito di un'ulteriore ricognizione è stato possibile stabilire che album e fotografie sciolte, entrambi organizzati secondo criterio cronologico, integrandosi, riuscivano a coprire tutto l'arco temporale dello svolgimento delle diverse edizioni della Festa de l'Unità locale, provinciale e nazionale, a Bologna e provincia, ma anche in altre città (per esempio Ferrara, Napoli, Roma etc.), dalla sua nascita nel 1946 fino al 1990, anno che si è scelto come spartiacque per il cambiamento di soggetto produttore (da Pci a Pds).
Stabilita la coerenza e l'attendibilità del preesistente ordinamento cronologico, si è pensato di mantenerlo anche nell'intervento di riordino, creando delle sottoserie cronologiche riferite alle diverse edizioni del festival (da "1946" a "1990"), ad eccezione della Festa de l'Unità del 1953, della quale non è presente alcun tipo di documentazione.
All'interno delle sottoserie così costituite sono stati dunque fatti confluire tutti materiali relativi ai corrispondenti anni, sia quelli organizzati in album sia le fotografie sciolte, mantenendoli ovviamente distinti a seconda dell'organizzazione preesistente in album o buste e della manifestazione documentata (Bologna, provincia o altra città).
Impostato l'intervento, rimanevano le criticità date dalla presenza delle tre corpose miscellanee non ancora attribuite a nessun anno. Dopo aver visionato i materiali già suddivisi cronologicamente si è passati all'analisi delle fotografie raccolte per decenni (anni '50, anni 60', anni '80) allo scopo di ridurre notevolmente la consistenza di dette miscellanee attraverso una nuova attribuzione cronologica dei documenti mediante il confronto con i materiali già attribuiti e, laddove ciò risultasse comunque impossibile, attraverso la creazione di serie tematiche cronologicamente più specifiche e contenute .
Il lavoro di riconoscimento ha portato non solo alla datazione di una buona parte dei materiali, che sono potuti quindi confluire all'interno delle sottoserie cronologiche, talvolta anche integrando le lacune scoperte negli album o nei servizi fotografici e serie tematiche contenuti nelle buste di carta; ma anche alla possibilità di una nuova organizzazione dei materiali rimasti privi di attribuzione certa in due sottoserie, cronologicamente individuate da archi temporali riferibili alle diverse location occupate nel corso degli anni per lo svolgimento della manifestazione ("1946-1972" Festa de l'Unità presso il parco della Montagnola, giardini Margherita, ippodromo dell'Arcoveggio e quartiere Fieristico di Bologna; "1973-1990" Festa de l'Unità presso l'arena parco Nord di Bologna). I materiali costituenti le due sottoserie sono poi stati ulteriormente suddivisi in serie tematiche e, all'interno di queste, solo fisicamente, sono stati poi raggruppati secondo eventuali servizi fotografici, riconosciuti o ordinati sulla base dei diversi studi fotografici o delle diverse caratteristiche tecniche.
Una volta ricondotta e riorganizzata la documentazione delle miscellanee l'intervento si è concentrato sui materiali che mostravano già una certa organizzazione.
A partire dalle fotografie che sembravano riservare minori problemi di ordinamento, ovvero quelle organizzate in album, è iniziata la verifica della completezza e della coerenza di questi ultimi.
I nove album realizzati dagli studi fotografici specializzati, cui era stata anche commissionata l'esecuzione delle fotografie ("Festival provinciale de l'Unità. Bologna 1952"; i due "Festival provinciale de l'Unità. 1954. Bologna. Giardini Margherita"; "Festival provinciale de l'Unità 1955. Bologna. Parco della Montagnola"; i due "Federazione bolognese Pci. Festival provinciale de l'Unità. 7 - 10 settembre 1956. Parco della Montagnola""; i due "Federazione del Pci - Bologna. Festival provinciale de l'Unità. 10 - 15 settembre 1958. Parco della Montagnola" e "Festival provinciale de l'Unità 1959. Bologna"), mostravano problematiche ascrivibili a una consultazione dei materiali poco attenta e a mancati ricollocamenti in seguito ad essa: presenza di lacune (nei casi in cui gli album riferiti ad uno stesso anno erano due, il confronto per l'individuazione delle lacune è stato decisivo), fuoriuscita delle stampe dalle rilegature (in alcuni casi ormai compromesse) ed errata successione delle stampe (in riferimento a numerazioni presenti sui versi o alle fasi di svolgimento del festival). Per questi materiali è stato sufficiente procedere con le integrazioni alle lacune, sanate grazie ai materiali rinvenuti a seguito della ricognizione sulle fotografie delle miscellanee; successivamente, con un riordino nella giusta successione delle stampe e con un finale riassemblamento fisico degli album, considerati a tutti gli effetti unità archivistiche con valore di album.
Diversamente, gli album costituiti dalla Federazione provinciale del Pci di Bologna (anni 1975, 1976, 1977, 1978, 1979, 1980, 1983, 1984, 1985, 1986, 1987, 1988, 1989 e 1990), mostravano a prima vista un ordine e un'organizzazione maggiori, pur presentando, in realtà, ad una analisi più approfondita, maggiori problematiche, in particolar modo in sede di inventariazione.
Non solo le fotografie relative a ciascuna edizione del festival erano, nella maggior parte dei casi, conservate nelle pagine plastificate di più di un album (da un minimo di tre ad un massimo di nove), rendendo così poco significativa la corrispondenza tra unità archivistica ed unità di condizionamento; ma anche all'interno dei diversi album era impossibile, almeno fino alla metà degli anni Ottanta del Novecento, trovare sia una successione delle stampe che fosse coerente con lo svolgimento della manifestazione, sia una costante suddivisione temporale degli avvenimenti documentati, magari secondo le diverse giornate di festival.
L'unica eccezione è rappresentata dalle stampe che documentano la Festa dell'Unità nazionale svoltasi nel 1987, le quali sono contenute all'interno di 9 raccoglitori, per i quali è però possibile riscontrare una corrispondenza tra album e materiali anche a livello logico, così come una coerente partizione in giornate (due o tre giornate per unità di condizionamento) dotata di didascalie esplicative. Le ragioni di questo diverso tipo di organizzazione possono sicuramente risiedere nell'importanza dell'evento stesso, che, forse, ha posto l'urgenza di una organizzazione delle fotografie sciolte delle edizioni pregresse. Poi, per diverse ragioni, è presumibile che le modalità di organizzazione siano variate.
Il passaggio logico da più album ad unica serie tematica ha permesso la descrizione ordinata delle diverse fasi delle edizioni della manifestazione, senza peraltro impedire in futuro un diverso approccio, nonché l'eventuale reversibilità dell'intervento senza rendere vane le descrizioni fatte e l'assegnazione del numero d'inventario ai documenti. Appurata la funzione di mero contenitore degli altri album e l'impossibilità di stabilire una corrispondenza tra singole unità di condizionamento e fasi della manifestazione documentata (anche a causa della mancanza sia, da una parte di partizioni e descrizioni degli eventi rappresentati, sia, dall'altra della continuazione o addirittura iterazione delle medesime stampe da un album all'altro all'interno della stessa suddivisione cronologica) e quindi di considerare l'album come unità archivistica, si è deciso di trattare gli album riferiti ad un preciso anno come serie tematiche documentanti l'intero svolgimento dell'edizione della Festa de l'Unità che vi corrispondeva, poiché non risultavano chiari i criteri d'ordinamento di chi ha costituito gli album, e poiché qualsiasi altro tipo di intervento di riordino e smistamento dei materiali nei diversi album risultava arbitrario. Dell'originale suddivisione dei materiali fotografici in più unità di condizionamento si è fatta in seguito menzione ogni volta nell'apposito campo, nel quale sono stati indicati il numero di album con la datazione, le dimensioni fisiche di questi e le indicazioni mss. trovate nelle etichette sul dorso. Riguardo invece i raccoglitori contenenti le stampe della manifestazione del 1987 si è pensato di mantenere come unità logiche gli album, anche per lasciare traccia delle possibili, per quanto effimere, intenzioni originarie riguardo l'organizzazione dei materiali.
Per quanto riguarda infine il nucleo di fotografie sciolte contenute nelle diverse buste di carta, in generale, dopo aver visionato i materiali per verificare la corrispondenza degli eventi alle datazioni e la pertinenza dei materiali, in presenza di buste con indicazioni mss. genericamente riportanti "F. U." e la corrispondente data, si è scelto, per uniformità agli album sopra descritti, un trattamento come serie tematiche documentanti l'intero svolgimento di ciascuna edizione del festival, accorpando insieme le fotografie dello stesso anno, dopo aver verificato di non essere in presenza di servizi fotografici ben distinti. Solo di fronte ad iscrizioni più specifiche sulla busta, o a servizi fotografici relativi a particolari fasi dello svolgimento della manifestazione, si è ritenuto doveroso non procedere ad alcun accorpamento.
Per quanto riguarda i negativi e i provini a contatto trovati tra le fotografie sciolte, l'intervento è stato il medesimo. Dove possibile, in presenza di una certa corrispondenza fra fototipi si è deciso per un accorpamento, mentre nei casi in cui fossero presenti titoli propri e quindi suddivisioni certe, queste ultime sono state mantenute tenendo separati i materiali in unità archivistiche differenti.

Intermediate, digitali in uso? Descrizione fisica e riproduzioni digitali

Fonti e risorse collegate

Bibliografia
  • A. Tonelli, Falce e tortello. Storia politica e sociale delle Feste dell'Unità (1945-2011), Roma-Bari, Editori Laterza, 2012
  • L. Leonesi, Così cominciò la Festa dell'Unità. Memorie di donne, uomini e cose dal 1945 al 1991, Milano-Bologna, Synergon, 1992
  • Aa. Vv., "Il dì di festa". Un... "manuale" per chi le Feste le fa un libro per chi le Feste... le usa, a cura di Cooperativa Soci de l'Unità, Pandino (CR), Editrice Il melo, 1987
  • C. Bernieri, L'albero in piazza, Milano, Gabriele Mazzotta editore, 1977
  • E. P. Amendola - M. Ferrara, È la festa. Quarant'anni con l'Unità, Roma, Editori Riuniti, 1984
  • Il Partito comunista italiano. Struttura e storia dell'organizzazione, 1921-1979, a cura di M. Ilardi - A. Accornero, Milano, Feltrinelli, 1982
Risorse web

Condizioni d’uso

Note

Note redazionali Inventario a cura di Francesco Andreani, Marta Magrinelli e Beatrice Mariotto redatto nel 2012 nell'ambito del progetto una "Una città per gli archivi" promosso dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e dalla Fondazione Cassa di risparmio in Bologna. In particolare Marta Magrinelli ha curato l'impostazione, il coordinamento e la revisione del lavoro. Francesco Andreani e Beatrice Mariotto hanno curato l'inserimento delle schede.