IT-CPA-FT0032-0000469

Lapide in ricordo dell'assalto al carcere di S. Giovanni in Monte a Bologna

1964 (data di esecuzione)

3 fotografie

La sotto-sottoserie è composta da immagini relative all'inaugurazione della lapide in ricordo dell'assalto al carcere di S. Giovanni in Monte a Bologna.

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Identificazione

Identificativo scheda IT-CPA-FT0032-0000469
Identificativo gerarchico scheda 00001.00004.00002.00008
Livello di descrizione sottoserie
Denominazione Lapide in ricordo dell'assalto al carcere di S. Giovanni in Monte a Bologna
Data 1964 (data di esecuzione)
Tipologia positivo
Consistenza 3 fotografie

Contesto

Contenuto

La sotto-sottoserie è composta da immagini relative all'inaugurazione della lapide in ricordo dell'assalto al carcere di S. Giovanni in Monte a Bologna.
Note storiche Durante la lotta di liberazione le carceri di S. Giovanni in Monte a Bologna ospitarono centinaia di antifascisti, partigiani e genitori di renitenti alla leva. Nell'estate del 1944 il comando della 7ª brigata Gap Gianni Garibaldi decise di liberare i detenuti del carcere: un primo tentativo compiuto in luglio fallì, mentre il secondo riuscì.
La sera del 9 agosto 1944, poco prima delle ore 22, davanti alle carceri si fermarono due auto con 12 uomini: alcuni erano travestiti da tedeschi, alcuni indossavano divise delle brigate nere, altri invece furono presentati come partigiani catturati che avrebbero dovuto essere incarcerati.
I due agenti di servizio davanti all'edificio presero per buona la versione dei partigiani per cui suonarono nel modo convenzionale e dall'interno fu aperta la porta. Alcuni partigiani travestiti da tedeschi e componenti delle brigate nere rimasero all'esterno, mentre gli altri entrarono ed immobilizzarono i pochi agenti in servizio, dopo avere tagliato i fili del telefono. Mentre i partigiani entrati aprivano le celle, i quattro rimasti all'esterno disarmarono i due agenti, uno dei quali reagì e ferì il partigiano Lino Michelini "William" ad una gamba.
Oltre ai detenuti politici furono liberati anche i comuni per creare confusione; non fu invece possibile liberare le detenute. Il numero esatto non è noto, ma pare che abbiano riacquistato la libertà 300-350 persone.

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Fonti e risorse collegate

Bibliografia
  • N. S. ONOFRI, Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel Bolognese 1919-1945, Bologna, Comune di Bologna - Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nella provincia di Bologna "Luciano Bergonzini", 2005, vol. 1 notaCfr. in particolare pp. 243-244.

Condizioni d’uso

Note