IT-CPA-FT0032-0000513

Caserme rosse a Bologna

25 luglio 1983 esec. - 13 ottobre 2009

8 fotografie

La sotto-sottoserie è composta da vedute delle Caserme rosse di Bologna, oltre a fotografie relative a commemorazioni e manifestazioni.

vai al menu di navigazione nell'archivio

Identificazione

Identificativo scheda IT-CPA-FT0032-0000513
Identificativo gerarchico scheda 00001.00004.00002.00016
Livello di descrizione sottoserie
Denominazione Caserme rosse a Bologna
Data 25 luglio 1983 esec. - 13 ottobre 2009
Tipologia positivo
Consistenza 8 fotografie

Contesto

Contenuto

La sotto-sottoserie è composta da vedute delle Caserme rosse di Bologna, oltre a fotografie relative a commemorazioni e manifestazioni.
Note storiche Le Caserme rosse si trovano alla periferia di Bologna, fra via Corticella e via Saliceto in una zona limitrofa alla rete ferroviaria. In origine qui aveva sede la scuola ufficiali di sanità dell'esercito, ma tra l'8 settembre 1943 e i primi mesi del 1944 venne utilizzato dai comandi militari tedeschi della città quale luogo di raccolta dei militari italiani che dopo l'armistizio si siano rifiutati di arrendersi e di consegnare le armi. Nell'ottobre 1943 furono imprigionati in questo luogo carabinieri provenienti da Roma, dal Lazio e dalla Campania.
Nel febbraio 1944 la struttura divenne il principale luogo di raccolta (per la provincia di Bologna e per le regioni del centro Italia), dei rastrellati destinati al lavoro coatto in Germania o in Italia, in genere arrestati durante i rastrellamenti condotti dalla Wehrmacht nei paesi dell'Appennino tosco-emiliano o in zone operative del fronte in Abruzzo, in Umbria e nelle Marche. All'interno del campo, gestito prima da militari della Wehrmacht in collaborazione con reparti armati fascisti e in seguito da un comando di Schutzstaffeln (Ss), fu istituito l'ufficio di collocamento provinciale della Repubblica sociale italiana (Rsi), incaricato di reclutare i lavoratori abili destinati a sopperire alle esigenze di manodopera dell'economia di guerra tedesca e relative alle opere militari e di fortificazione del fronte in Italia.
I prigionieri permanevano nella struttura, sottoposti a condizioni igieniche ed alimentari degradanti, per non più di 2 o 3 giorni, il tempo necessario per essere sottoposti ad una visita medica che ne certificasse lo stato di salute e le condizioni fisiche, al fine di essere smistati all'interno di una delle tre categorie previste: abili per il lavoro in Germania, abili per il lavoro in Italia e inabili. I prigionieri selezionati per il lavoro nel Reich erano trasferiti in camion nel campo di Fossoli di Carpi in provincia di Modena, dove organizzati in gruppi di lavoro raggiungevano la Germania via treno attraverso il valico del Brennero; i prigionieri destinati al lavoro in Italia erano prelevati in base alle esigenze contingenti e direttamente trasferiti in campi di lavoro nelle zone operative del fronte, mentre gli inabili venivano rilasciati.
Il 12 ottobre 1944 un bombardamento degli Alleati sulla città colpì la struttura lesionandone gravemente gli edifici: dopo tale data i rastrellati furono spostati nella caserma del 3° artiglieria a porta S. Mamolo.
Non è possibile stabilire con esattezza quante persone transitarono in questa caserma né sono stati, a tutt'oggi, ritrovati i registri di entrata, che pur secondo le testimonianze sono stati compilati. Secondo la testimonianza di don Giulio Salmi, che nel febbraio 1944 era stato nominato cappellano delle Caserme rosse, risulta che tra il giugno e l'ottobre 1944 vi transitarono circa 35 mila rastrellati.

Intermediate, digitali in uso? Descrizione fisica e riproduzioni digitali

Fonti e risorse collegate

Risorse web

Condizioni d’uso

Note