IT-CPA-FT0032-0000723

Anniversari della battaglia di porta Lame (Bologna)

circa 1945 (data di esecuzione attribuita) - 17 dicembre 2003

282 fotografie

La sottoserie comprende la documentazione fotografica relativa alle celebrazioni anniversarie della battaglia di porta Lame a Bologna.

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Identificazione

Identificativo scheda IT-CPA-FT0032-0000723
Identificativo gerarchico scheda 00001.00007.00002
Livello di descrizione sottoserie
Denominazione Anniversari della battaglia di porta Lame (Bologna)
Data circa 1945 (data di esecuzione attribuita) - 17 dicembre 2003
Tipologia positivo
Consistenza 282 fotografie

Contesto

Contenuto

La sottoserie comprende la documentazione fotografica relativa alle celebrazioni anniversarie della battaglia di porta Lame a Bologna.
Note storiche Nell'estate 1944 le brigate partigiane allestirono numerose basi a Bologna, in previsione dell'insurrezione che avrebbe dovuto avvenire nei mesi successivi secondo un piano approntato dal Comando unico militare Emilia-Romagna (Cumer). La brigata 7ª Gruppo di azione patriottica (Gap) Gianni Garibaldi acquartierò 75 uomini negli stabili del Macello comunale in via Azzo Gardino e 230 nei locali dell'ex ospedale Maggiore in via Riva Reno, cui si aggiunsero partigiani della 62ª brigata Camicie rosse Garibaldi e della 66ª brigata Jacchia Garibaldi provenienti dall'Appennino.
Alle ore 5.30 del 7 novembre 1944 reparti delle Brigate nere, della Feldgendarmerie tedesca e agenti del Reparto d'assalto della Polizia scoprirono, nel corso di un rastrellamento e pare casualmente, la base del Macello comunale. I partigiani che si trovavano all'interno iniziarono a sparare con le armi leggere di cui erano armati, mentre i fascisti tentarono più volte, ma senza successo, di occupare i due stabili del macello. Verso le ore 10.00 i tedeschi misero in postazione in via Carlo Alberto (oggi via Don Minzoni) un cannone da 88 e una mitragliera pesante a due canne. L'88 demolì uno dei due stabili, perciò i partigiani dovettero rifugiarsi nell'altro, che era seminterrato e quindi meno esposto alle cannonate. Alle ore 15.30 sul luogo degli scontri giunse un carro armato Tigre, il cui cannone iniziò a demolire il secondo stabile. A questo punto i partigiani decisero di abbandonare la base, seguendo il canale Cavaticcio e risalendo verso via Roma (oggi via Marconi), protetti da una cortina di fumogeni che li nascosero agli occhi dei fascisti che presidiavano il luogo. Una volta raggiunta piazza Umberto I (oggi piazza dei Martiri) e avere percorso via Marghera (oggi via Fratelli Rosselli), i partigiani eliminarono un posto di blocco fascista e si divisero in quattro gruppi: i feriti furono portati in alcune abitazioni private e poi nell'infermeria partigiana di via Duca d'Aosta (oggi via Andrea Costa), mentre gli altri tornarono alle vecchie basi di partenza, nella periferia di Bologna e nei comuni della provincia.
Quasi alla stessa ora, i partigiani della base dell'ex ospedale Maggiore uscirono allo scoperto e attaccarono alle spalle lo schieramento dei nazisti e dei fascisti, per consentire ai compagni, che credevano ancora accerchiati, di mettersi in salvo. I reparti nazisti e fascisti si sbandarono e i partigiani, dopo avere trovato vuoti gli stabili del Macello comunale, abbandonarono la zona e rientrarono nelle vecchie basi. Durante la battaglia di porta Lame si ebbero 12 morti e 15 feriti fra i partigiani, 19 morti e un numero indefinito di feriti fra i fascisti, 15 morti e una ventina di feriti fra i tedeschi.

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Fonti e risorse collegate

Bibliografia
  • N. S. Onofri, Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel Bolognese 1919-1945, Bologna, Comune di Bologna - Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nella provincia di Bologna "Luciano Bergonzini", 2005, vol. 1 notaCfr. in particolare pp. 220-221.

Condizioni d’uso

Note

Approfondimenti