IT-CPA-FT0032-0000776

Anniversari della strage di Monte Sole

1946 (data di esecuzione attribuita) - 2005 (data di esecuzione attribuita)

476 fotografie

La sottoserie comprende la documentazione fotografica relativa alle celebrazioni anniversarie della strage di Monte Sole, più noto come eccidio di Marzabotto.

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Identificazione

Identificativo scheda IT-CPA-FT0032-0000776
Identificativo gerarchico scheda 00001.00007.00003
Livello di descrizione sottoserie
Denominazione Anniversari della strage di Monte Sole
Data 1946 (data di esecuzione attribuita) - 2005 (data di esecuzione attribuita)
Tipologia positivo
Consistenza 476 fotografie

Contesto

Contenuto

La sottoserie comprende la documentazione fotografica relativa alle celebrazioni anniversarie della strage di Monte Sole, più noto come eccidio di Marzabotto.
Note storiche La strage di Monte Sole, più nota come eccidio di Marzabotto, costituisce l'episodio di "guerra ai civili" più vasto ed efferato compiuto dalle truppe naziste in Europa occidentale nel corso del secondo conflitto mondiale, interessando non solo il territorio di Marzabotto ma anche quelli limitrofi di Grizzana Morandi e Monzuno. In questa zona aveva le proprie basi la brigata Stella rossa Lupo, che con le sue azioni colpiva le strade e le ferrovie che collegano Bologna alla Toscana. Per questo motivo il comando tedesco decise di "ripulire" l'intera zona, per favorire il ripiegamento verso nord delle truppe tedesche in seguito all'avanzata dell'esercito alleato.
Il primo assalto a Monte Sole avvenne alla fine di maggio 1944, seguito da altri episodi ugualmente infruttuosi. Nell'agosto-settembre dello stesso anno il compito di "ripulire" le zone al confine fra Toscana ed Emilia dalle brigate partigiane fu affidato a Walter Reder, comandante del 16° Panzer Aufklärung Abteilung della 16ª Panzer Grenadier Division "Reichsführer-Ss", reparto responsabile di numerosi eccidi nella zona della Versilia. Il 29 settembre 1944 iniziò l'attacco a Monte Sole, che si concluse il successivo 5 ottobre con un bilancio di centinaia di morti (per la maggior parte donne, vecchi e bambini) e la distruzione di interi borghi. Le uccisioni e le distruzioni proseguirono sino al mese di novembre, mentre i corpi delle vittime restarono insepolti per mesi e solo dopo la fine della guerra fu possibile dare loro sepoltura e cominciare a stabilirne il numero.
A causa della distruzione degli uffici anagrafici per lungo tempo non fu possibile ipotizzare cifre ufficiali, anche se ci si orientò verso quella di 1830 ottenuta facendo la differenza tra la popolazione residente prima della guerra e le carte annonarie distribuite. Solo in anni recenti è stato stabilito in 775 il numero dei cittadini di Marzabotto, Monzuno e Grizzana Morandi vittime della violenza nazista, anche se sussistono ancora margini di dubbio e non tutti i casi sono stati risolti.

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Fonti e risorse collegate

Bibliografia
  • N. S. ONOFRI, Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel Bolognese 1919-1945, Bologna, Comune di Bologna - Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nella provincia di Bologna "Luciano Bergonzini", 2005, vol. 1 notaCfr. in particolare pp. 174-175.

Condizioni d’uso

Note

Approfondimenti