IT-CPA-FT0073-0000061

Fotografie dei reperti conservati presso il Lahore Central Museum

1902 - 1903 (date attribuite)

350 fotografie

La serie si compone di fotografie che riproducono reperti provenienti dai numerosi scavi estemporanei effettuati nella valle di Peshawar, in Pakistan, da funzionari e militari inglesi fin dal fiorire dell'archeologia dilettantesca, negli anni Sessanta dell'Ottocento, registrati e conservati al Central Lahore Museum secondo liste che non sempre (…)

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Identificazione

Identificativo scheda IT-CPA-FT0073-0000061
Identificativo gerarchico scheda 00001.00003
Livello di descrizione serie
Denominazione Fotografie dei reperti conservati presso il Lahore Central Museum
Data 1902 - 1903 (date attribuite)
Tipologia positivo
Consistenza 350 fotografie

Contesto

Storia archivistica Nel corso dell'intervento di ordinamento e inventariazione della fine degli anni Ottanta del Novecento, le stampe fotografiche che costituiscono la serie erano state descritte nei nuclei tematici relativi a "Ghandara", antica denominazione con cui era designata la corrispondente area geografica nella quale erano stati recuperati i reperti, ovvero l'attuale valle di Peshawar, in Pakistan e da cui deriva inoltre la denominazione dello stile artistico dei manufatti archeologici riprodotti in fotografia. L'impostazione del precedente intervento di riordino é probabilmente stata intesa a localizzare le istituzioni museali in cui sono stati ubicati i reperti archeologici in anni più recenti, segnatamente a seguito della Partizione tra India e Pakistan del 1947, quando parte della raccolta conservata presso il Lahore Museum fu trasferita a Chandigarh, dov'è tuttora conservata, salvo rare eccezioni. All'inizio dell'attuale intervento di riordino e inventariazione la documentazione si mostrava dunque organizzata e conservata nelle buste: - "Cartone I: Gandhara (Incerte)"; - "Cartone II: Gandhara-Chadigara"; - "Cartone III: Gandhara (riconosciute)"; - "Cartone IV: Gandhara-Chandigarh". All'interno delle diverse buste le fotografie erano ordinate per formato.
Modalità di acquisizione La serie si compone di fotografie acquisite da Francesco Lorenzo Pullè presso il Lahore Central Museum nei primi mesi del 1903, come egli stesso confermò a più riprese nel corso della conferenza tenuta durante il III Congresso Internazionale di Scienza Storiche, svoltosi a Roma, a poche settimane di distanza dal suo ritorno in Italia. Riscontri evidenti riguardo la provenienza delle immagini scaturiscono dai ripetuti riferimenti alla collezione del Lahore Central Museum riportati dallo studioso durante l'intervento dal titolo "Riflessi indiani nell'arte romaica" con il quale partecipò al Congresso romano, proiettando in quell'occasione delle diapositive[[nota:nota:Le diapositive sono menzionate insieme alle stampe fotografiche negli inventari relativi alla cessione della collezione di materiali indiani di proprietà di Francesco Lorenzo Pullè al Ministero della Pubblica Istruzione, e anche nei documenti riferiti alla gestione del patrimonio, affidato inizialmente al Museo Civico di Bologna. Le diapositive non fanno però parte della raccolta fotografica, né se ne conosce l'ubicazione attuale.]] realizzate a partire da alcune delle fotografie acquisite durante il suo viaggio in Oriente. Grazie all'esame delle lettere inviate ad Angelo De Gubernatis da Pullé si ha poi una conferma del passaggio di quest'ultimo a Peshawar e, soprattutto, della cospicua raccolta di immagini a soggetto archeologico ed artistico effettuata durante il viaggio, come si legge in un messaggio indirizzato a De Gubernatis da Bombay il 24 febbraio 1903: «Ho poi fatta una collezione estesa di fotografie e disegni di monumenti architettonici e delle scoperte archeologiche - saranno alla fine un migliaio, di cui una parte ho fatto ridurre a diapositive per conferenze che intendo di tenere intorno al soggetto...». Il destinatario della lettera, che nel 1878 a Firenze aveva organizzato il IV Congresso Internazionale degli Orientalisti, in quell'occasione era stato il promotore di una delle prime esposizioni di reperti, calchi, e disegni con soggetti archeologici riscoperti fino ad allora nell'area del Gandhāra, che fu allestita con la collaborazione di W.G. Leitner, e che fu frequentata da un ancor giovane Pullè. Alla realizzazione della collezione fotografica relativa all'arte del Ghandāra contribuì con tutta probabilità Jean Philippe Vogel, allora Archaeological Surveyor presso il Punjab Circle, che si era distinto al Congresso Internazionale degli Orientalisti di Hanoi, da cui proveniva Pullè, con un contributo riferito proprio all'arte buddhista gandhāriana (nel 1903 uscì anche il suo contributo "Notes sur une statue du Gandhāra conservée au Musée de Lahore" sul terzo volume della rivista "Bulletin" de l'Ecole française d'Extrême-Orient, istituzione che aveva ospitato i congressisti di Hanoi). Le fotografie acquisite da Pullé presso il Lahore Central Museum sono probabilmente frutto di campagne fotografiche commissionate dal museo a studi fotografici o fotografi professionisti anche interni all'istituzione, per i quali non è al momento possibile avanzare ipotesi di identificazione, in anni precedenti al viaggio dello studioso italiano, come dimostrano i confronti con alcune delle raccolte messe a confronto con la collezione Pullè, in special modo l'album MacNabb/ Daniell conservato presso il British Museum. Bisogna notare che, come sostenuto da Maurizio Taddei in un contributo apparso postumo nel 2002[[nota:nota:«L'arte del Gandhāra nella cultura italiana prima della Seconda Guerra Mondiale».]], Francesco Lorenzo Pullè non si mostrò particolarmente informato sulle pubblicazioni coeve riferite all'arte del Gandhāra (in particolare di Foucher), né fu particolarmente abile a presentare al pubblico italiano i risultati delle scoperte archeologiche di quegli anni riguardo allo stile fiorito nell'area corrispondente. Tuttavia, è necessario sottolineare che tali conoscenze erano all'epoca in fase di consolidamento e che esulavano dalla formazione accademica dello studioso, che con l'allestimento del Museo Indiano diede una chiara motivazione al suo impegno nel raccogliere le immagini, che avrebbe destinato negli anni successivi a illustrare le caratteristiche dello sviluppo artistico dell'arte buddhista in senso storico-geografico.

Contenuto

La serie si compone di fotografie che riproducono reperti provenienti dai numerosi scavi estemporanei effettuati nella valle di Peshawar, in Pakistan, da funzionari e militari inglesi fin dal fiorire dell'archeologia dilettantesca, negli anni Sessanta dell'Ottocento, registrati e conservati al Central Lahore Museum secondo liste che non sempre chiariscono lo scavo d'origine dei singoli materiali.
Si conservano inoltre numerose stampe relative alla serie di rilievi architettonici recuperati a Sikri durante la missione di H.H. Deane del 1888, documentata ampiamente da Alfred Foucher nell'articolo "Les Bas-reliefs du Stùpa de Sikri" (1903), riconoscibili dai numeri di registro compresi tra il "2000" e il "2350" circa.
Criteri di organizzazione L'ordine scelto per le fotografie all'interno della serie si rifà alla disposizione della collezione online del Warburg Institute, che conserva molte immagini presenti nella raccolta Pullé, e più in generale alla prassi utilizzata nella vasta letteratura riferita all'arte del Gandhāra. Si presentano in successione gli episodi della vita di Siddhārtha Gautama, prima e dopo il momento del Risveglio, o Illuminazione, in seguito al quale lo si identifica come il Buddha storico (qui Gautama Buddha). Precedono i rilievi riferiti alla vita di Buddha alcuni frammenti di episodi dei Jatāka, o vite anteriori del Buddha. Sono infine elencate tutte le fotografie di rilievi e frammenti archeologici isolati che erano conservati presso il Lahore Museum all'epoca del viaggio di Francesco Lorenzo Pullé.
Nella redazione delle schede descrittive delle fotografie che costituiscono la serie, ci si è riferiti a più riprese agli "Atti del III Congresso Internazionale di Scienze Storiche di Roma", tenutosi nel 1903, per illustrare l'impostazione scientifica e le ragioni che guidarono Francesco Lorenzo Pullé nella scelta delle fotografie da acquisire per la sua collezione di riproduzioni di arte del Ghandara.
Per quanto riguarda invece l'identificazione dei reperti e l'interpretazione iconografica delle raffigurazioni presenti in essi, i segni evidenti di deterioramento delle lastre fotografiche da cui sono state ricavata le stampe positive, imputabili a ripetute riproduzioni, hanno indotto a cercare riscontri di identiche stampe fotografiche in altre collezioni pubbliche; questi riscontri, segnalati a livello pertinente nel campo "Notizie storico-critiche" di ciascuna scheda descrittiva, hanno permesso talvolta di identificare con certezza i soggetti fotografati e, in altri casi, di dare una corretta interpretazione iconografica a quanto in essi raffigurato.
Alcuni riscontri sono stati fatti con coevi album conservati presso istituzioni britanniche come il British Museum e il Victoria & Albert Museum; nel caso dell'album conservato presso quest'ultima istituzione, appare particolarmente significativo il fatto che l'album fosse stato realizzato da John Lockwood Kipling, incaricato per molti anni di presiedere il Lahore Central Museum, a testimonianza della larga diffusione delle immagini conservate nella raccolta Pullé, oltre che per dar prova della loro provenienza. Altre indicazioni riguardo alla circolazioni di simili immagini provengono dalla collezione online del Warburg Institute, in cui compaiono copie identiche alle stampe fotografiche della collezione Pullé, identificabili tramite il numero di negativo, sovente presente in entrambi gli esemplari.

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Note

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