IT-CPA-SP00001-0000053

Pio spedale degli abbandonati del Ss. Salvatore e ricovero uniti

(ente di assistenza e beneficenza)

1821 - 1861

Il Pio spedale degli abbandonati del Ss. Salvatore e ricovero uniti nacque per effetto del decreto 5 gennaio 1821, con il quale il cardinale Carlo Oppizzoni stabilì l'accorpamento delle gestioni e delle rendite patrimoniali del Ricovero della casa di S. Gregorio e dello Spedale degli abbandonati.

Quest'ultimo era stato fondato nel 1735 da don Giulio Canali, parroco di S. Isaia, con lo scopo di accogliere gli infermi, anche contagiosi, esclusi dalle altre (…)

Identificazione

Identificativo scheda IT-CPA-SP00001-0000053
Tipologia ente
Qualifica

ente di assistenza e beneficenza

Denominazioni

Pio spedale degli abbandonati del Ss. Salvatore e ricovero uniti (date d’uso della denominazione: 1821 - 1861)

Pio spedale degli abbandonati e ricovero uniti (date d’uso della denominazione: 1821 - 1861)

Ospedale degli abbandonati e ricovero uniti (date d’uso della denominazione: 1821 - 1861)

Date di esistenza 1821 - 1861

Descrizione

Storia
Il Pio spedale degli abbandonati del Ss. Salvatore e ricovero uniti nacque per effetto del decreto 5 gennaio 1821, con il quale il cardinale Carlo Oppizzoni stabilì l'accorpamento delle gestioni e delle rendite patrimoniali del Ricovero della casa di S. Gregorio e dello Spedale degli abbandonati.

Quest'ultimo era stato fondato nel 1735 da don Giulio Canali, parroco di S. Isaia, con lo scopo di accogliere gli infermi, anche contagiosi, esclusi dalle altre opere di assistenza cittadine. Come si legge in una relazione dattiloscritta redatta da Giovanni Calori nota 1:"Cenni Storici intorno all'Ospedale del Ss. Salvatore detto degli abbandonati", relazione dattiloscritta del 1965 (ARCHIVIO DI STATO DI BOLOGNA [d'ora in poi ASBo], Istituto di cura e riposo Giovanni XXIII, Statuti regolamenti notizie storiche diverse, b. 5, fasc. "Ospedale Abbandonati. Notizie storiche"., l'unico requisito richiesto per l'ammissione era, infatti, lo stato di abbandono, malattia ed estremo bisogno. Non era necessaria neppure la cittadinanza bolognese, richiesta, invece, da molti altri istituti di beneficenza. La prima sede dell'opera fu una casa in via S. Isaia lasciata in eredità da Francesca Borri alla Congregazione dei preti di S. Filippo Neri. Di lì a pochi anni l'istituto fu trasferito in via Frassinago. Don Giulio Canali ne fu l'unico rettore fino alla morte, avvenuta nel 1765. Poco sappiamo dell'amministrazione dell'istituto successiva alla morte di Canali; Giovanni Calori ipotizza che la gestione sia passata a una congregazione di sacerdoti. Negli "Ordini e regolamenti d'istituzione pel buon governo... ", datati 1784-1791 nota 2:ASBo, Istituto di cura e riposo Giovanni XXIII, Statuti regolamenti notizie storiche diverse, b. 5, fasc. "Ospedale Abbandonati. Notizie storiche"., nell'elencare le regole della guardiana dell'istituto, vengono menzionati una Congregazione del buon governo, un rettore e un camerlengo che, verosimilmente, ricoprivano le principali funzioni amministrative. In epoca napoleonica, l'ospedale - come tutti gli altri istituti di beneficenza - passò̀ sotto l'amministrazione della Congregazione di carità che, per esigenze di natura economica, decretò̀ di trasferire gli "abbandonati" nella Casa di S. Orsola.

Nel 1808, presso l'originaria sede dell'Opera dei mendicanti in via Albertoni 15, fu fondato, per volontà del Governo del Regno italico, un Ricovero di mendicità, chiamato "della casa di S. Gregorio", al quale - come si è detto - fu accorpato l'Ospedale degli abbandonati dando origine, nel 1821, a un'unica azienda. Gli ammalati ricoverati al S. Orsola, per conto del Pio spedale degli abbandonati, furono pertanto trasferiti in S. Gregorio.

Nel 1835 il Governo pontificio istituì una Commissione centrale di pubblica beneficenza a cui fu affidata l'amministrazione del Ricovero di mendicità di Bologna e di altri due ospizi della provincia. Il passaggio di gestione, che sembra non aver apportato mutamenti di rilievo nell'amministrazione corrente dell'istituto, trova specifiche attestazioni tanto nei registri e indici di protocollo, quanto nei verbali delle sedute nota 3:I protocolli, che presentano l'intestazione "Protocollo della Commissione centrale di pubblica beneficenza della città e provincia di Bologna", sono conservati in ASBo, Istituto di cura e riposo Giovanni XXIII, Protocolli, regg. 19-57; gli indici (sul primo dei quali si legge l'intestazione "Indice del protocollo della Commissione centrale di beneficenza") sono conservati in ASBo, Istituto di cura e riposo Giovanni XXIII, Indici di protocollo, regg. 92- 116; i verbali delle sedute della Commissione centrale di beneficenza, si trovano in ASBo, Istituto di cura e riposo Giovanni XXIII, Ospedale degli Abbandonati poi Ricovero di Mendicità, s. I, regg. 16-40..
Per effetto del decreto Farini del 10 marzo 1860, il Pio spedale del Ss. Salvatore e ricovero uniti passò̀ sotto l'Amministrazione degli spedali di Bologna, ma vi rimase solo pochi mesi poiché il r.d. 13 ottobre 1861 lo assegnò̀ al neo istituito Regio ricovero Vittorio Emanuele II nota 4:Una copia del r.d. è conservata in ASBo, Istituto di cura e riposo Giovanni XXIII, Statuti regolamenti notizie storiche diverse, b. 5, fasc. "Ospedale Abbandonati. Notizie Storiche".:

"1. É fatta facoltà al Corpo centrale amministrativo degli spedali di Bologna di cedere in favore del nuovo Ricovero di mendicità, da istituirsi, il locale detto di S. Gregorio ed adiacenza coi patrimoni rispettivi dello Spedale abbandonati e ricovero uniti, nei modi e sotto le condizioni stabilite col citato verbale 23 agosto prossimo passato.

2. La società promotrice del nuovo ricovero, a cui detta cessione sarà fatta, dovrà curare sotto la responsabilità propria che tutti gli obblighi inerenti ai patrimoni cedenti siano adempiuti, le volontà dei testatori egualmente, e che si mantengano distinte le attività e passività e ragioni rispettive degli Stabilimenti uniti".

Da qui in poi le sorti del Pio spedale del Ss. Salvatore degli abbandonati e ricovero uniti si fondono con quelle del Regio ricovero Vittorio Emanuele II.
Luoghi

Bologna (sede, 1821 - 1861)

Funzioni e attività Assistenza e cura degli infermi e dei mendicanti.
Quadro giuridico-normativo - decreto 5 gennaio 1821 del cardinale Oppizzoni, relativo all'istituzione dell'ente con l'accorpamento delle gestioni e delle rendite patrimoniali del Ricovero della casa di S. Gregorio e dello Spedale degli abbandonati;

- decreto del governatore generale dell'Emilia del 10 marzo 1860 (noto anche come "decreto Farini"), relativo al passaggio del Pio spedale del Ss. Salvatore e ricovero uniti all'Amministrazione degli spedali di Bologna;

- rregio decreto 13 ottobre 1861 relativo alla fusione dell'ente con il Regio ricovero di mendicità Vittorio Emanuele II.

Relazioni

Relazione con successore
Istituto di cura e riposo Giovanni XXIII e annessa opera pia Orfanotrofio S. Leonardo, Bologna, (1989 - 2006) Date di esistenza della relazione: 13 ottobre 1861

Descrizione della relazione: Il regio decreto 13 ottobre 1861 assegnò̀ il Pio spedale al Regio ricovero di mendicità Vittorio Emanuele II (poi Istituto di cura e riposo Giovanni XXIII).

Risorse collegate

Risorse collegate all' ente
Istituto di cura e riposo Giovanni XXIII (documentazione archivistica (fondo))

Descrizione della relazione: soggetto produttore

(Date di esistenza della relazione: 1995)

Fonti utilizzate per la compilazione della scheda

Fonti archivistiche:

ARCHIVIO DI STATO DI BOLOGNA [d'ora in poi ASBo], Istituto di cura e riposo Giovanni XXIII, Statuti regolamenti notizie storiche diverse.

ASBo, Istituto di cura e riposo Giovanni XXIII, Ospedale degli abbandonati poi Ricovero di mendicità, Serie I, Verbali delle sedute.

ASBo, Istituto di cura e riposo Giovanni XXIII, Protocolli.

ASBo, Istituto di cura e riposo Giovanni XXIII, Indici di protocollo.

Fonti bibliografiche:

C. F. ZANELLI, Origini e vicende del R. Ricovero Vittorio Emanuele II in Bologna, Bologna, Cappelli, 1924.

G. AZZOLINI, Il ricovero di Mendicità Vittorio Emnuele II di Bologna, le OO. PP. annesse e l'Ospedale Marcello Malpighi dalla loro origine a oggi, in «Giornale di gerontologia», 1960, pp. 65-71.

G. GENTILI, Ospedali non più esistenti in Bologna, in Sette secoli di vita ospitaliera in Bologna, Bologna, Cappelli, 1960.

Gli archivi delle istituzioni di carità e assistenza attive in Bologna nel Medioevo e nell'età moderna. Atti del IV colloquio Forme e soggetti dell'intervento assistenziale in una città d'antico regime, Bologna, 20-21 gennaio 1984, Bologna, Istituto per la storia di Bologna, 1984.

La città della carità. Guida allle istituzioni assistenziali di Bologna dal XII al XX secolo, a cura di M. CARBONI - M. FORNASARI - M. POLI, Bologna, Costa, 1999.

V. ZAPPETTI, Filantropi e benefattori per tradizione. Dall'Opera dei Mendicanti del 1563 al moderno Istituto Giovanni XXIII, Bologna, Editrice Compositori, 2002.

Note

Scheda descrittiva a cura di Chiara Buonfiglioli, Gerardo Gentile e Allegra Paci, redatta nel 2012 nell'ambito del progetto "Una città per gli archivi" promosso dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e dalla Fondazione Cassa di risparmio in Bologna.