IT-CPA-SP00001-0000057

Magnetti, Adelina

3 gennaio 1880 - 17 luglio 1963

Adelina Magnetti nasce a Napoli il 3 gennaio 1880. Esordisce come primadonna il 9 ottobre 1898 al teatro Bellini di Napoli a fianco di Eduardo Scarpetta in "Nina Bonè", nel corso del quale interpreta, con il capocomico e primattore, un duetto malizioso e scurrile di Salvatore Di Giacomo e Costa, "E 'tre terature". Attrice inquieta, il suo successo come soubrette alla moda culmina nel 1901 con "'A Nanassa", portato in scena presso il teatro dei Fiorentini di Napoli, (…)

Identificazione

Identificativo scheda IT-CPA-SP00001-0000057
Tipologia persona
Denominazione

Magnetti, Adelina

Date di esistenza 3 gennaio 1880 - 17 luglio 1963

Descrizione

Storia
Adelina Magnetti nasce a Napoli il 3 gennaio 1880. Esordisce come primadonna il 9 ottobre 1898 al teatro Bellini di Napoli a fianco di Eduardo Scarpetta in "Nina Bonè", nel corso del quale interpreta, con il capocomico e primattore, un duetto malizioso e scurrile di Salvatore Di Giacomo e Costa, "E 'tre terature". Attrice inquieta, il suo successo come soubrette alla moda culmina nel 1901 con "'A Nanassa", portato in scena presso il teatro dei Fiorentini di Napoli, successo che la spinge ad accettare ruoli come attrice di prosa drammatica.
Decide quindi di entrare a far parte della compagnia Molinari che agiva presso il napoletano teatro Nuovo, roccaforte del "teatro d'arte" in funzione antiscarpettina, dove nell'aprile 1909 interpreta il suo più noto personaggio, l'"Assunta Spina" di Di Giacomo. In seguito la Magnetti è la protagonista di "Anema bella" di Ernesto Murolo (1910), impersona la figura di una peccatrice in "Addio mia bella Napoli" di Murolo (1910) e in "Malia" di Luigi Capuana (traduzione in napoletano da Libero Bovio), di una eroina in "O Giovannino o la morte" di Ernesto Murolo e Matilde Serao (1911), e infine della torbida Bernardina Pisa nel "Masaniello" di Aniello Costagliola (1913). Continua a interpretare, con successo sempre maggiore, personaggi napoletani creati, tra gli altri, da Murolo e da Di Giacomo facendoli conoscere in tutta Italia e ricevendo grandi apprezzamenti di critica e di pubblico.
Nel 1912 la Magnetti vuole tentare il capocomicato con Giulio Donadio e Gennaro Pantalena. L'iniziativa si rivela però finanziariamente infelice, tale da costringere la Magnetti lontano dalle scene per qualche tempo. Compie un nuovo tentativo in questo senso nel 1919 ma senza fortuna, abbandonando definitivamente le scene nel 1920.
Adelina Magnetti vive a Napoli fino al 1946, anno in cui viene ammessa presso la Casa Lyda Borelli di Bologna. Qui si spegne il 17 luglio 1963.
Luoghi

Napoli (luogo di nascita, 3 gennaio 1880)

Napoli (residenza, 1880 - 1946)

Napoli (attività, 1889 - 1920)

Italia (tournées teatrali, [1909] - 1920)

Bologna (residenza, 1946 - 1963)

Bologna (luogo di morte, 17 luglio 1963)

Funzioni e attività Soubrette, attrice di prosa, capocomico.

Relazioni

Relazione associativa
Casa Lyda Borelli per artisti e operatori dello spettacolo, Bologna, (1982 - 2005) Date di esistenza della relazione: 1946 - 1963

Descrizione della relazione: Adelina Magnetti è ospite di Casa Lyda Borelli.

Risorse collegate

Fonti utilizzate per la compilazione della scheda

Fonti archivistiche:

- BIBLIOTECA E ARCHIVIO STORICO DI CASA LYDA BORELLI [BALB], Casa Lyda Borelli per artisti e operatori dello spettacolo, Ospiti, Fascicoli personali degli ospiti ammessi, fasc. «Magnetti Adelina in Giordano (98)».

Fonti bibliografiche:

- Magnetti Adelina, inN. LEONELLI, Attori tragici, attori comici, Roma, Tosi, 1940, vol. II, pp. 54-55;
- Magnetti Adelina, in Enciclopedia dello spettacolo, a cura di S. D'AMICO, Roma, Le maschere, 1959, vol. VI, coll. 1855-1856.

Fonti on line: - http://www.treccani.it/enciclopedia/adelina-magnetti/ (la scheda, consultata il 30 maggio 2012, contiene una sommaria descrizione della biografia di Adelina Magnetti e delle principali attività da lei svolte. La data e il luogo di morte sono errati).

Note

Scheda descrittiva a cura di Lorenza Iannacci redatta nel 2012 nell'ambito del progetto "Una città per gli archivi", promosso dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e dalla Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna.