IT-CPA-SP00001-0000235

Pepoli

secolo XVI - primo quarto secolo XX

I Pepoli, casata tra le più notabili della città di Bologna, discendevano da una famiglia che doveva la sua ascesa sociale all'esercizio dell'arte del cambio che ne aveva determinato anche la scelta dell'insegna, lo scacchiere, quella tavola a scacchi bianchi e neri che serviva per fare rapidi conteggi sul rapporto fra monete diverse. Il primo membro che tramite questa attività riuscì a conquistare un tale peso politico, tanto da acquisire l'autorità di signore di (…)

Identificazione

Identificativo scheda IT-CPA-SP00001-0000235
Tipologia famiglia
Denominazione

Pepoli

Date di esistenza secolo XVI - primo quarto secolo XX

Descrizione

Storia
I Pepoli, casata tra le più notabili della città di Bologna, discendevano da una famiglia che doveva la sua ascesa sociale all'esercizio dell'arte del cambio che ne aveva determinato anche la scelta dell'insegna, lo scacchiere, quella tavola a scacchi bianchi e neri che serviva per fare rapidi conteggi sul rapporto fra monete diverse. Il primo membro che tramite questa attività riuscì a conquistare un tale peso politico, tanto da acquisire l'autorità di signore di Bologna, fu Romeo Pepoli (1250? - post 1321) che governò la città nei primi anni del Trecento. Godeva la fama di essere l'uomo più ricco d'Italia grazie ad un largo giro di affari derivato da prestiti ben garantiti fatti anche alla città felsinea e ai Comuni del territorio bolognese. Dopo lunghe controversie legate alle alterne vicende cittadine, nel 1337 Taddeo Pepoli (1285? - 1347), figlio di Romeo, dottore in diritto civile e canonico, venne proclamato dal Consiglio del Popolo e dagli Anziani di Bologna "generale e perpetuo conservatore e governatore del Comune, del popolo e del territorio bolognese" dotato di poteri che lo resero signore della città sino al 1347 nota 1:G. FASOLI, Bologna nell'età medievale (1115-1506), in Storia di Bologna a cura di A. FERRI e G. ROVERSI, Bologna, University Press, 1996, pp. 127-196 e pp. 176-177..
I precursori segnarono il destino della famiglia che nell'arco di diversi secoli, dall'età medievale sino all'Unità d'Italia, vide i propri membri ricoprire importanti cariche istituzionali e acquisire gli attributi comitali e marchionali. All'interno della stirpe si individuano tre rami ben distinti legati direttamente alla discendenza di Taddeo: un ramo comitale senatorio discendente da Sicinio di Girolamo Pepoli (1528-1555); un ramo marchionale discendente da Fabio di Girolamo (1567-1624); un ramo comitale discendente dal senatore Giovanni di Filippo Pepoli (1521-1585) fratello di Girolamo nota 2:G. GUIDICINI, Alberi genealogici, Ms. conservato presso la biblioteca dell'Archivio di Stato di Bologna, "Pepoli", pp. 95-100..
Genealogia Di seguito una breve geneaologia dei principali membri del ramo comitale discendente del conte Giovanni Pepoli (1521-1585), figlio di Filippo (+1554), in particolare dei figli Giacomo (1561-1630) e Rizzardo (1568?-1636). Si tratta di Ugo Giuseppe (1633-1685), Galeazzo Alverde (1683-1761), Carlo (1796-1881) e Ferdinando (1845-1929) che hanno Giacomo come comune capostipite; e di Agostino Sieri Pepoli (1848-1910), ultimo esponente ideale del ramo comitale della famiglia bolognese.

Ugo Giuseppe (1633-1685), figlio di Rizzardo Pepoli (1568?-1636) e di Barbara Piatesi alla quale venne affidato in tutela alla morte del padre. Sposò Laura Spada, nipote del cardinale Bernardino, dalla quale ebbe Rizzardo (1654-post 1687), Marcantonio (1655-1697), Teresa (1656-1715), Giacomo Filippo (1658-1710).

Galeazzo Alverde (1683-1781), figlio di Valeria Maria Palmieri e Carlo Antonio Pepoli (1647-1695), quest'ultimo figlio legittimato di Giovanni Pepoli (1615-1679). Si sposò con Teresa Pallavicini attorno il 1724.

Carlo Pepoli (1796-1881), figlio di Rizzardo Pepoli (1736-1810) e Cecilia Cavalca. Nel 1839 sposò la scrittrice Elisabetta Fergus. Ricoprì la carica di sindaco per il Comune di Bologna dal 1862 al 1866. Sempre nel 1862 fu nominato senatore del Regno.

Ferdinando Pepoli (1845-1929), figlio di Ippolito Pepoli e Ginevra Margotti. Sposò Clementina Raineri Biscia (1845-1913) nel 1865 dalla quale ebbe un unico figlio, Antonio, nato nel 1867. Tra il 1886 e il 1887 per dissesti economici Ferdinando fu costretto a vendere prima la sua porzione di Palazzo Pepoli vecchio e successivamnete la metà dell'archivio della famiglia Pepoli che deteneva in comproprietà con gli altri ultimi discendenti. Entrambi furono acquistati da Agostino Sieri Pepoli rampollo di una delle più prestigiose e ricche casate siciliane, che vantava la discendenza dall'illustre famiglia bolognese tramite Sigerio Pepoli, figlio di Gerra Pepoli e Pandolfina Pancaldi, inviato in Sicilia come cavaliere imperiale di Federico II.

Agostino Sieri Pepoli (1848-1910), ultimo esponente ideale del ramo comitale della famiglia bolognese, nacque a Trapani, figlio di Riccardo Sieri Pepoli (1794-1859) e di Elisabetta Alagna. Uomo di grandi interessi culturali che spaziavano dall'archeologia alla ricerca storica, si dilettò nel recupero dei titoli dei Pepoli di Bologna e dagli anni ottanta dell'Ottocento lo ritroviamo nella città felsinea dove cominciò a stringere contatti con vari membri della famiglia Pepoli, soprattutto con l'ultimo rampollo maschio della famiglia, Ferdinando Pepoli. Agostino Sieri Pepoli morì a Trapani il 23 marzo 1910.

Relazioni

Relazione familiare
Pepoli, Ugo Giuseppe, conte, ([1633] - 1685) Date di esistenza della relazione: [1633] - 1685

Descrizione della relazione: Membro della famiglia Pepoli.

Relazione familiare
Pepoli, Galeazzo Alverde, conte, (1683 - [1761]) Date di esistenza della relazione: 1683 - [1761]

Descrizione della relazione: Membro della famiglia Pepoli.

Relazione familiare
Pepoli, Giuseppe, conte, (Bologna 1786 - Roma 1848) Date di esistenza della relazione: 1786 - 1848

Descrizione della relazione: Membro della famiglia Pepoli.

Relazione familiare
Pepoli, Carlo, politico, (Bologna 1796 - Bologna 1881) Date di esistenza della relazione: 1796 - 1881

Descrizione della relazione: Membro della famiglia Pepoli.

Relazione familiare
Pepoli, Ferdinando, conte, (Bologna 1845 - Bologna 1929) Date di esistenza della relazione: 1845 - 1929

Descrizione della relazione: Membro della famiglia Pepoli.

Relazione familiare
Sieri Pepoli, Agostino, conte, (Trapani 1848 - Trapani 1910) Date di esistenza della relazione: 1848 - 1910

Descrizione della relazione: Membro della famiglia Pepoli.

Relazione familiare
Taveggi, Carlo, conte, (1836 - 1902) Date di esistenza della relazione: 1872 - 1902

Descrizione della relazione: Sposa Antonietta Pepoli (1849-1887), figlia di Gioacchino Napoleone Pepoli (1825-1881), cugino di Ferdinando Pepoli (1845-1929).

Risorse collegate

Fonti utilizzate per la compilazione della scheda

Fonti bibliografiche:

- B. CARRATI, Alberi genealogici delle famiglie di Bologna compilati dal conte Baldassarre Carrati, in Biblioteca comunale dell'Archiginnasio di Bologna, ms. B 720, n. 95 "Pepoli";

- M.V. CRISTOFERI, Il fattore di campagna nel '700 dal carteggio della famiglia Pepoli, «Quaderni Storici» (n. mon.: 21), Ancona, set. - dic. 1972, pp. 912-954;

- Agostino Sieri Pepoli mecenate trapanese del tardo Ottocento, a cura di M.L. FAMÀ, Trapani, Abate, 2004;

- P.S. DOLFI, Cronologia delle famiglie nobili di Bologna con le loro insegne, e nel fine i cimieri. Centuria prima, con un breve discorso della medesima citta di Pompeo Scipione Dolfi, Bologna, Gio. Battista Ferroni, 167;

- G. FANTUZZI, Notizie degli scrittori bolognesi raccolte da Giovanni Fantuzzi. Tomo sesto, Bologna, San Tommaso d'Aquino, 1788;

- G. GUIDICINI, Alberi genealogici, Ms. conservato presso la biblioteca dell'Archivio di Stato di Bologna, "Pepoli", pp. 95-100;

- L'archivio gentilizio Pepoli di Trapani, a cura di A. MORABITO e L.M. PALADINO, Palermo, 2007;

- Frammenti di un museo disperso. Il collezionista Agostino Sieri Pepoli e la ricostruzione della sua raccolta bolognese di stampe e disegni, a cura di V. RONCUZZI ROVERSI MONACO e S. SACCONE, Bologna, Arts & Co., 1994.

Note

Scheda descrittiva a cura di Lucia Ferranti e Lucia Piccinno redatta nel 2013 nell'ambito del progetto "Una città per gli archivi", promosso dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e dalla Fondazione Cassa di risparmio in Bologna.