IT-CPA-SP00001-0000322

Scuola d'arte "Francesco Roncati" di Bologna, Bologna, (1964 - 1990)

(ente di cultura, ricreativo, sportivo, turistico)

1964 - 1990 (date attribuite)

La Scuola d'arte "Francesco Roncati" naque a Bologna nel 1964, nell'ambito delle esperienze atelieristiche costituitesi all'interno delle maggiori istituzioni manicomiali italiane, tra cui: la "Scuola di disegno" dell'ospedale "S. Lazzaro" di Reggio Emilia, operativa già dall'ultimo decennio dell'Ottocento; il laboratorio condotto da Germano Sartelli presso l'ospedale psichiatrico "Luigi Lolli" di Imola; l'atelier gestito da Michel Noble che apre nel 1957 presso (…)

Identificazione

Identificativo scheda IT-CPA-SP00001-0000322
Tipologia ente
Qualifica

ente di cultura, ricreativo, sportivo, turistico ([1964 - 1990])

Denominazione

Scuola d'arte "Francesco Roncati" di Bologna, Bologna, (1964 - 1990)

Date di esistenza 1964 - 1990 (date attribuite)

Descrizione

Storia
La Scuola d'arte "Francesco Roncati" naque a Bologna nel 1964, nell'ambito delle esperienze atelieristiche costituitesi all'interno delle maggiori istituzioni manicomiali italiane, tra cui: la "Scuola di disegno" dell'ospedale "S. Lazzaro" di Reggio Emilia, operativa già dall'ultimo decennio dell'Ottocento; il laboratorio condotto da Germano Sartelli presso l'ospedale psichiatrico "Luigi Lolli" di Imola; l'atelier gestito da Michel Noble che apre nel 1957 presso l'ospedale psichiatrico "S. Giacomo alla Tomba" di Verona; "La Tinaia", inaugurata a Firenze presso l'ospedale neuropsichiatrico "Vincenzo Chiarugi" nel 1964.

A fronte di tali esperienze, nel 1964, Oliviero Bovi (Bologna, 1920 - ivi, 2005) ricevette dall'amministrazione provinciale l'incarico di insegnare disegno e pittura presso l'ospedale provinciale "Francesco Roncati" di Bologna, nel quale tra l'altro era stato ricoverato per un breve periodo come paziente. Di formazione artistica accademica, dopo la sua dimissione, venne contattato dagli psichiatri Gino Zucchini, Glauco Carloni e Alberto Spadoni, i quali, forti dell'esperienza imolese, fin dal loro arrivo nei primi anni Sessanta del Novecento, avevano sostenuto l'importanza dell'apertura di un laboratorio artistico anche presso il manicomio di Bologna.
Nei primi anni della scuola, le attività creative si svolsero in una stanza situata all'interno della struttura psichiatrica, nel Reparto 1 (Osservazione Uomini), uno spazio che già in precedenza era stato adibito a studio di pittura a disposizione dei degenti che manifestassero lo stimolo a dipingere.
L'orientamento della conduzione del maestro Bovi, animata da un generico intento terapeutico, si distinse per un approccio iniziale agli utenti di tipo didattico e per l'esercizio di copiatura di opere celebri, funzionale, secondo lo stesso, all'apprendimento dei rudimenti della tecnica pittorica e alla formazione di una cultura artistica di base.
Nel corso degli anni Sessanta del Novecento, l'affluenza alla scuola continuò ad aumentare, essendo l'atelier frequentato non solo dai degenti dell'istituto, ma anche dai pazienti già dimessi.
Nel 1969 venne allestita nei corridoi dell'ospedale psichiatrico la prima esposizione di una selezione dei lavori realizzati fino a quel momento.
Nel 1971 i laboratori per lo svolgimento delle attività artistiche vennero trasferiti nei locali più ampi di due appartamenti situati nel cortile di fronte all'Istituto e si iniziò a delineare l'intenzione di istituire un appuntamento biennale durante il quale esporre le creazioni realizzate dai degenti ed ex-degenti del "Roncati". Queste occasioni espositive, secondo le intenzioni dell'allora direttore dell'istituto, il professor Gianni Mengoli, dovevano costituire un mezzo per finanziare le attività stesse della Scuola d'arte, poichè le opere in mostra erano in vendita e il ricavato veniva assegnato direttamente agli autori, ad eccezione dei proventi derivati dai lavori del maestro Bovi, che venivano raccolti in un fondo speciale destinato all'acquisto di materiali e di attrezzature per l'atelier.
Alla fine gli appuntamenti biennali si declinarono in tre mostre allestite nella Galleria di palazzo d'Accursio, rispettivamente nel dicembre 1973, nel dicembre 1975 e tra dicembre 1977 e gennaio 1978.
Durante gli anni Settanta del Novecento le attività della Scuola d'arte proseguirono a pieno ritmo e, a partire dall'autunno del 1976, si ampliarono con l'introduzione di un laboratorio di pittura su tessuto gestito da Elena Galli, la quale si rese disponibile a mantenere gli ambienti della scuola aperti anche nelle ore pomeridiane.
Nei primi anni Ottanta del Novecento, dopo l'entrata in carica di Ferruccio Giacanelli come direttore dell'ospedale, la gestione dell'atelier passò a Gildo Monaco, un infermiere operativo presso l'istituto dal 1974, con una formazione artistica alle spalle. Con la nuova conduzione, il laboratorio iniziò ad assumere la dimensione di uno spazio di libera espressione, lontano dalle finalità didattiche dei primi anni di attività. Alla pittura e alla scultura, intese come mezzi espressivi destinati alla realizzazione di opere individuali, si affiancarono momenti di creatività collettivi, durante i quali venivano realizzati gli assemblage, creazioni tridimensionali, dal contenuto prevalentemente fantastico, realizzate a più mani con materiali di recupero.
Continua negli anni Ottanta del Novecento anche l'attività espositiva che si concretizza in particolare nelle due edizioni della mostra "I segni dell'emancipazione" nel 1981 e nel 1984, presso palazzo Re Enzo a Bologna e la mostra "Fra muri di gomma", allestita all'interno del complesso del "Roncati" nel 1990.

Gli anni della nuova conduzione coincisero con il periodo in cui, a seguito della legge n. 180/1978, era in corso anche a Bologna la riorganizzazione dell'assistenza psichiatrica e, in particolare, il passaggio della gestione di questa dall'amministrazione provinciale all'Unità sanitaria locale (Usl) 27 di Bologna.
All'interno di quest'ultima vennero istituiti il Dipartimento di salute mentale e il relativo Servizio di igiene mentale e assistenza psichiatrica (Simap), portando così a compimento il processo di deistituzionalizzazione dell'ospedale psichiatrico bolognese, attraverso la costituzione di servizi e strutture alternativi che portassero avanti le attività di prevenzione, cura e riabilitazione dei disturbi psichici. Nell'ambito dell'area de-spedalizzata dell'ex ospedale Roncati, la Scuola d'arte continuò così la sua attività nell'ambito dei servizi di supporto ai programmi di riabilitazione e risocializzazione fino ai primi anni Novanta del Novecento.
Luoghi

Bologna (sede, [1964 - 1990])

Funzioni e attività Laboratorio artistico ed espressivo con finalità terapeutiche, di riabilitazione e risocializzazione.

Relazioni

Relazione associativa
Istituzione Gian Franco Minguzzi della Città Metropolitana di Bologna, Bologna, (2015 - ) Date di esistenza della relazione: 1980 -

Descrizione della relazione: Conserva e raccoglie la produzione artistica della Scuola d'arte "Francesco Roncati".

Relazione a ente sovraordinato
Azienda unità sanitaria locale - AUSL di Bologna, Bologna, (1992 - ) Date di esistenza della relazione: 31 dicembre 1980 - [1990]

Descrizione della relazione: A seguito della Legge n. 180/1978 la gestione della Scuola d'arte "Francesco Roncati" viene ricompresa dall'Unità sanitaria locale (Usl) 27 di Bologna.

Relazione a ente sovraordinato
Ospedale psichiatrico provinciale Francesco Roncati in Bologna, Bologna, (1926 - 1980) Date di esistenza della relazione: [1964] - 31 dicembre 1980

Descrizione della relazione: La gestione della Scuola d'arte "Francesco Roncati" è ricompresa dall'Ospedale.

Risorse collegate

Fonti utilizzate per la compilazione della scheda

Fonti on-line:

- RISME Ricerche Idee Salute Mentale Emilia-Romagna, http://www.risme.provincia.bologna.it/mente-salute-mentale-percorsi/scuola-arte-roncati/scuola-arte-roncati.html (consultato il 11 gennaio 2016).

Note

Scheda descrittiva a cura di Marta Magrinelli redatta nel 2016 nell'ambito del progetto "Una città per gli archivi", promosso dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e dalla Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna.