IT-CPA-SP00001-0000366

Unione donne in Italia (Udi) di Ravenna

(Associazione autonoma di promozione politica, sociale e culturale)

1945

L'associazione Unione donne in Italia - Udi di Ravenna si costituisce nel 1945 come articolazione a livello provinciale dell'omonima associazione nazionale, denominata, fino al 2003, Unione donne italiane - Udi.
La sua origine risale alla fusione dei Gruppi di difesa della donna e per l'assistenza ai combattenti per la libertà - diffusi dal 1943 in tutto il Nord Italia allo scopo di contribuire alla lotta di liberazione nazionale e promuovere il riscatto della (…)

Identificazione

Identificativo scheda IT-CPA-SP00001-0000366
Tipologia ente
Qualifica

Associazione autonoma di promozione politica, sociale e culturale

Denominazioni

Unione donne in Italia (Udi) di Ravenna (date d’uso della denominazione: 1945 -)

Unione donne italiane - Udi di Ravenna (date d’uso della denominazione: 1945 - 2003)

Unione donne in Italia (Udi) di Ravenna (date d’uso della denominazione: 2003 -)

Denominazioni in altra lingua

Unione donne italiane - Udi Comitato provinciale di Ravenna (date d’uso della denominazione: 1945 - 1982)

Date di esistenza 1945

Descrizione

Storia

L'associazione Unione donne in Italia - Udi di Ravenna si costituisce nel 1945 come articolazione a livello provinciale dell'omonima associazione nazionale, denominata, fino al 2003, Unione donne italiane - Udi.
La sua origine risale alla fusione dei Gruppi di difesa della donna e per l'assistenza ai combattenti per la libertà - diffusi dal 1943 in tutto il Nord Italia allo scopo di contribuire alla lotta di liberazione nazionale e promuovere il riscatto della condizione femminile - e del Comitato d'iniziativa provvisorio dell'Unione donne italiane, sorto nel settembre 1944 per sostenere con azioni concrete le battaglie per l'emancipazione e l'autodeterminazione delle donne.

"Il Comitato provinciale, secondo lo Statuto approvato al I Congresso nazionale svoltosi a Firenze dal 20 al 23 ottobre 1945, era l'organo che coordinava e indirizzava le attività delle organizzazioni di base dell'Udi esistenti in tutta la provincia - gruppi, circoli e comitati comunali - ed era composto da sette a quindici membri eletti in occasione dei congressi provinciali, ad ognuno dei quali era affidata la responsabilità di una delle sezioni di lavoro. Il Comitato direttivo eleggeva al proprio interno una segreteria composta da almeno tre membri, responsabile dell'esecuzione delle deliberazioni del Comitato.

Nell'immediato dopoguerra l'Udi è impegnata principalmente su due versanti: da un lato l'attività assistenziale e di solidarietà popolare a favore di reduci e di famiglie in condizioni di povertà estrema, con la raccolta e la distribuzione di viveri, indumenti e medicinali e la creazione di luoghi di ricovero per l'infanzia; dall'altro le battaglie per la difesa delle donne lavoratrici, per la parità di salario e per il diritto di voto. Le donne dell'Udi promuovono iniziative in difesa della pace nel mondo e a favore delle popolazioni colpite da calamità naturali, organizzano manifestazioni politiche, coordinano campagne di mobilitazione per ottenere una legislazione mirata all'eliminazione della subalternità femminile in ambito familiare, lavorativo, sociale e politico. Gli anni Sessanta e Settanta sono dedicati alle lotte per la riforma del diritto di famiglia, l'ammissione delle donne alla carriera negli uffici pubblici, la tutela del lavoro a domicilio, l'istituzione degli asili nido e dei servizi all'infanzia, il riconoscimento del lavoro casalingo. L'Udi organizza dibattiti, convegni, seminari e assemblee sui temi del divorzio, dell'aborto e della maternità consapevole, avanza proposte di legge per l'istituzione dei consultori familiari e richiede con forza una legislazione specifica contro la violenza sessuale.

In occasione dell'XI Congresso nazionale, svoltosi a Roma nel 1982 e preceduto da un lungo dibattito interno, l'associazione giunge alla sofferta decisione di sciogliere la propria organizzazione e di dimissionare gli organi dirigenti a livello nazionale e locale per recuperare una dimensione comunicativa più profonda tra le donne, che la struttura istituzionale in qualche modo rendeva difficoltosa. Da questo momento le iscritte all'UDI si ricompongono attorno a gruppi di interesse nati di propria iniziativa sul territorio che si riuniscono periodicamente attraverso il meccanismo dell'Assemblea nazionale autoconvocata." (SIUSA - Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche - Unione donne in Italia di Bologna)

L'Udi di Ravenna è stata la sede del Comitato provinciale dell'associazione sino al 1982, quando l'XI Congresso ne ha completamente riorganizzato la struttura eliminando l'organizzazione gerarchica accentrata che l'aveva caratterizzata fin dalla fondazione.

Luoghi

Ravenna (sede, 1945 -)

Provincia di Ravenna (Ambito territoriale di attività, 1945 -)

Funzioni e attività L'Udi di Ravenna ha come finalità la libera ed autonoma affermazione di sé da parte delle donne in un rapporto di solidarietà capace di dare valore alla vita di tutte.
Ispirandosi ad una appartenenza di genere segnata dal valore della differenza sessuale, l'Udi organizza iniziative che siano occasioni di incontro, di comunicazione, di cultura tra donne; difende e rappresenta gli interessi delle donne, ovunque siano lesi: nelle leggi, nella tutela della salute, nel diritto alla sessualità , nel diritto a realizzarsi autonomamente nella vita sociale.
Quadro giuridico-normativo -Carta degli Intenti dell'Udi - Unione donne in Italia
-Carta degli Intenti dell'Udi - Unione donne in Italia di Ravenna
Organizzazione interna Dal 1945 al 1982 l'Udi di Ravenna era organizzato in un Comitato provinciale, con sede a Ravenna, e da circoli locali in tutti i Comuni della provincia.
Dopo l'XI Congresso del 1982 tale forma organizzativa venne abbandonata in favore di modalità meno istituzionalizzate di funzionamento come l'autoconvocazione, l'autoproposizione e l'autofinanziamento.

Tra le attiviste e dirigenti dell'Udi di Ravenna si ricordano:
-Maria Bassi (Solarolo, 1925 - Ravenna, 1999), partigiana, membro del Comitato direttivo dell'Udi provinciale di Ravenna, sindacalista e amministratrice;
-Ida Camanzi (Sant'Agata sul Santerno, 1924 - 2011), partigiana nome di battaglia "Ilonka;
-Franca Eredi (1927-2008), membro del Comitato direttivo dell'Udi provinciale di Ravenna, consigliera comunale a Ravenna dal 1956 al 1979, assessora all'Istruzione e ai Servizi sociali dal 1969 al 1979;
-Ione Fenati (Ravenna, 1916 - 2001), partigiana, segretaria provinciale dell'Udi di Ravenna dal 1945 al 1951, consigliera comunale a Ravenna dal 1956 al 1961;
-Ines Pisoni (Trento, 1913 - Roma, 2005), partigiana, organizzatrice dei Gruppi di difesa della donna nel Ravennate;
-Clara Signori (Milano, 1928 - ), sindacalista, membro del Comitato direttivo dell'Udi provinciale di Ravenna dal 1959 al 1969, amministratrice;

Note

Scehda descrittiva a cura di Dario Taraborrelli (Hibou soc. coop.) redatto nel 2021 nell'ambito del progetto "Una città per gli archivi" promosso dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna.