IT-CPA-SP00001-0000392

Corte di assise di Ravenna

(Organo giurisdizionale) (stato)

1859

Una delle più rilevanti innovazioni introdotte dal sistema giudiziario del Regno di Sardegna nel 1859 fu l'istituzione della Corte di assise, magistratura inesistente nello Stato pontificio, per il giudizio dei reati più gravi.
La Corte di assise non era una magistratura permanente ma veniva convocata ogni 3 mesi per le udienze. Non avendo uffici stabili la corte si appoggiava alla cancelleria del Tribunale di Ravenna per le funzioni amministrative e per (…)

Identificazione

Identificativo scheda IT-CPA-SP00001-0000392
Tipologia ente
Qualifica

stato(Organo giurisdizionale, s)

Denominazione

Corte di assise di Ravenna (date d’uso della denominazione: 1859 -)

Denominazioni in altra lingua

Corte di assise straordinaria di Ravenna (date d’uso della denominazione: 1945 - 1946)

Sezione speciale della Corte di assise di Ravenna (date d’uso della denominazione: 1946 - 1947)

Date di esistenza 1859

Descrizione

Storia

Una delle più rilevanti innovazioni introdotte dal sistema giudiziario del Regno di Sardegna nel 1859 fu l'istituzione della Corte di assise, magistratura inesistente nello Stato pontificio, per il giudizio dei reati più gravi.
La Corte di assise non era una magistratura permanente ma veniva convocata ogni 3 mesi per le udienze. Non avendo uffici stabili la corte si appoggiava alla cancelleria del Tribunale di Ravenna per le funzioni amministrative e per l'archiviazione dei procedimenti.

Le riforme del Codice di penale e di procedura penale del 1889, 1913 e del 1931 modificarono composizione, competenze e l'organizzazione della corte, pur lasciandone la giurisdiizone sui reati più gravi. La riforma del 1931 portò inoltre alla strutturazione delle Corti di assise all'interno delle Corti di appello e in questo modo la Corte di assise di Ravenna viene integrata nella Corte di appello di Bologna dove rimarrà fino al 1956, data dopo corte tornò presso la sede del Tribunale di Ravenna.
Col decreto luogotenenziale 142 del 1945 vennero istituite le Corti di assise straordinarie, mutate in Sezioni speciali di Corte di Assise, per giudicare i reati di collaborazionismo coi tedeschi durante l'occupazione anche a Ravenna l'attività della corte portò all'imputazione e alla condanna di molti esponenti del regime fascista.

Luoghi

Ravenna (Sede, 1859 - 1930, 1951 - oggi)

Bologna, Corte di appello (Sede, 1931 - 1951)

CIrcondario di Ravenna (Giurisdizione, 1859 -)

Funzioni e attività Dal momento della sua istituzione la Corte di assise di Ravenna aveva giurisdizione sui reati più gravi, quelli per i quali era prevista la pena di morte, l'ergastolo e pene più elevate, i reati rientranti nella sfera politica e quelli contro le istituzioni.
Con l'entrata in vigore del Codice Zanardelli nel 1889 e l'abolizione della pena di morte alla Corte di assise vennero affidati i giudizi sui reati puniti con l'ergastolo e pene superiori ai 10 anni e i reati politici.
Dopo l'entrata in vigore del Codice di procedura penale del 1930 alla Corte di assise venne assegnato il giudizio sui reati più gravi, legislazione confermata, seppur con modifiche dopo l'entrata in vigore della Costituzione repubblicana e l'abolizione della pena di morte.
La Corte di assise straordinaria, invece, giudicava i delitti quali "la partecipazione e promozione del regime fascista e i delitti commessi per motivi fascisti" e i reati di collaborazionismo con "l'invasore tedesco" durante l'occupazione del 1943-1945.
Organizzazione interna Dal 1859 e fino al 1931 era composta da un presidente, due giudici togati e dodici giurati. I giurati erano estratti da una lista permanente di ambito comunale.
Nel 1930 i giurati vennero sostituiti da cinque assessori, che nel 1931 dovevano essere iscritti al PNF.
Dopo la Liberazione vennero ristabilita la presenza dei giudici popolari e dal 1956 anche le donne vennero ammesse tra i giurati.

Note

Scheda descrittiva a cura di Dario Taraborrelli (Hibou soc. coop.) redatta nel 2021 nell'ambito del progetto "Una città per gli archivi", promosso dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna.