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Fotografie dei reperti conservati presso il Lahore Central Museum

Gerarchia:

Raccolta fotografica di Francesco Lorenzo Pullé e del Museo Indiano di Bologna » Fotografie dei reperti conservati presso il Lahore Central Museum

Denominazione:

Fotografie dei reperti conservati presso il Lahore Central Museum

Tipologia:

serie

Data:

[1902 - 1903]

Consistenza:

350 positivo

Descrizione:

La serie si compone di fotografie che riproducono reperti provenienti dai numerosi scavi estemporanei effettuati nella valle di Peshawar, in Pakistan, da funzionari e militari inglesi fin dal fiorire dell'archeologia dilettantesca, negli anni Sessanta dell'Ottocento, registrati e conservati al Central Lahore Museum secondo liste che non sempre chiariscono lo scavo d'origine dei singoli materiali.
Si conservano inoltre numerose stampe relative alla serie di rilievi architettonici recuperati a Sikri durante la missione di H.H. Deane del 1888, documentata ampiamente da Alfred Foucher nell'articolo "Les Bas-reliefs du Stùpa de Sikri" (1903), riconoscibili dai numeri di registro compresi tra il "2000" e il "2350" circa.

L'ordine scelto per le fotografie all'interno della serie si rifà alla disposizione della collezione online del Warburg Institute, che conserva molte immagini presenti nella raccolta Pullé, e più in generale alla prassi utilizzata nella vasta letteratura riferita all'arte del Gandhāra. Si presentano in successione gli episodi della vita di Siddhārtha Gautama, prima e dopo il momento del Risveglio, o Illuminazione, in seguito al quale lo si identifica come il Buddha storico (qui Gautama Buddha). Precedono i rilievi riferiti alla vita di Buddha alcuni frammenti di episodi dei Jatāka, o vite anteriori del Buddha. Sono infine elencate tutte le fotografie di rilievi e frammenti archeologici isolati che erano conservati presso il Lahore Museum all'epoca del viaggio di Francesco Lorenzo Pullé.

Storia archivistica:

Nel corso dell'intervento di ordinamento e inventariazione della fine degli anni Ottanta del Novecento, le stampe fotografiche che costituiscono la serie erano state descritte nei nuclei tematici relativi a "Ghandara", antica denominazione con cui era designata la corrispondente area geografica nella quale erano stati recuperati i reperti, ovvero l'attuale valle di Peshawar, in Pakistan e da cui deriva inoltre la denominazione dello stile artistico dei manufatti archeologici riprodotti in fotografia.
L'impostazione del precedente intervento di riordino é probabilmente stata intesa a localizzare le istituzioni museali in cui sono stati ubicati i reperti archeologici in anni più recenti, segnatamente a seguito della Partizione tra India e Pakistan del 1947, quando parte della raccolta conservata presso il Lahore Museum fu trasferita a Chandigarh, dov'è tuttora conservata, salvo rare eccezioni.
All'inizio dell'attuale intervento di riordino e inventariazione la documentazione si mostrava dunque organizzata e conservata nelle buste:
- "Cartone I: Gandhara (Incerte)";
- "Cartone II: Gandhara-Chadigara";
- "Cartone III: Gandhara (riconosciute)";
- "Cartone IV: Gandhara-Chandigarh".
All'interno delle diverse buste le fotografie erano ordinate per formato.

La serie si compone di fotografie acquisite da Francesco Lorenzo Pullè presso il Lahore Central Museum nei primi mesi del 1903, come egli stesso confermò a più riprese nel corso della conferenza tenuta durante il III Congresso Internazionale di Scienza Storiche, svoltosi a Roma, a poche settimane di distanza dal suo ritorno in Italia.
Riscontri evidenti riguardo la provenienza delle immagini scaturiscono dai ripetuti riferimenti alla collezione del Lahore Central Museum riportati dallo studioso durante l'intervento dal titolo "Riflessi indiani nell'arte romaica" con il quale partecipò al Congresso romano, proiettando in quell'occasione delle diapositive (n.d.r. Le diapositive sono menzionate insieme alle stampe fotografiche negli inventari relativi alla cessione della collezione di materiali indiani di proprietà di Francesco Lorenzo Pullè al Ministero della Pubblica Istruzione, e anche nei documenti riferiti alla gestione del patrimonio, affidato inizialmente al Museo Civico di Bologna. Le diapositive non fanno però parte della raccolta fotografica, né se ne conosce l'ubicazione attuale.) realizzate a partire da alcune delle fotografie acquisite durante il suo viaggio in Oriente.
Grazie all'esame delle lettere inviate ad Angelo De Gubernatis da Pullé si ha poi una conferma del passaggio di quest'ultimo a Peshawar e, soprattutto, della cospicua raccolta di immagini a soggetto archeologico ed artistico effettuata durante il viaggio, come si legge in un messaggio indirizzato a De Gubernatis da Bombay il 24 febbraio 1903: «Ho poi fatta una collezione estesa di fotografie e disegni di monumenti architettonici e delle scoperte archeologiche - saranno alla fine un migliaio, di cui una parte ho fatto ridurre a diapositive per conferenze che intendo di tenere intorno al soggetto...». Il destinatario della lettera, che nel 1878 a Firenze aveva organizzato il IV Congresso Internazionale degli Orientalisti, in quell'occasione era stato il promotore di una delle prime esposizioni di reperti, calchi, e disegni con soggetti archeologici riscoperti fino ad allora nell'area del Gandhāra, che fu allestita con la collaborazione di W.G. Leitner, e che fu frequentata da un ancor giovane Pullè.
Alla realizzazione della collezione fotografica relativa all'arte del Ghandāra contribuì con tutta probabilità Jean Philippe Vogel, allora Archaeological Surveyor presso il Punjab Circle, che si era distinto al Congresso Internazionale degli Orientalisti di Hanoi, da cui proveniva Pullè, con un contributo riferito proprio all'arte buddhista gandhāriana (nel 1903 uscì anche il suo contributo "Notes sur une statue du Gandhāra conservée au Musée de Lahore" sul terzo volume della rivista "Bulletin" de l'Ecole française d'Extrême-Orient, istituzione che aveva ospitato i congressisti di Hanoi).
Le fotografie acquisite da Pullé presso il Lahore Central Museum sono probabilmente frutto di campagne fotografiche commissionate dal museo a studi fotografici o fotografi professionisti anche interni all'istituzione, per i quali non è al momento possibile avanzare ipotesi di identificazione, in anni precedenti al viaggio dello studioso italiano, come dimostrano i confronti con alcune delle raccolte messe a confronto con la collezione Pullè, in special modo l'album MacNabb/ Daniell conservato presso il British Museum.
Bisogna notare che, come sostenuto da Maurizio Taddei in un contributo apparso postumo nel 2002 (n.d.r. «L'arte del Gandhāra nella cultura italiana prima della Seconda Guerra Mondiale».), Francesco Lorenzo Pullè non si mostrò particolarmente informato sulle pubblicazioni coeve riferite all'arte del Gandhāra (in particolare di Foucher), né fu particolarmente abile a presentare al pubblico italiano i risultati delle scoperte archeologiche di quegli anni riguardo allo stile fiorito nell'area corrispondente. Tuttavia, è necessario sottolineare che tali conoscenze erano all'epoca in fase di consolidamento e che esulavano dalla formazione accademica dello studioso, che con l'allestimento del Museo Indiano diede una chiara motivazione al suo impegno nel raccogliere le immagini, che avrebbe destinato negli anni successivi a illustrare le caratteristiche dello sviluppo artistico dell'arte buddhista in senso storico-geografico.

La documentazione è conservata da:


Redazione e revisione:

  • Redatta in xDams , 29/03/2017 - 08/03/2018