Emozioni e visioni: la Casa di riposo Lyda Borelli
Unica in Italia, la Casa di Riposo per artisti drammatici trovò sede a Bologna su un terreno posto lungo la via Saragozza donato dal Comune nel 1929.
L’ideatore e primo presidente dell’ente a tutela degli anziani dello spettacolo fu Adolfo Re Riccardi, impresario teatrale tra i più noti dell’epoca, che grazie alle sue capacità manageriali e a quelle del suo braccio destro, l’avvocato e commediografo bolognese Lorenzo Ruggi, riuscì a ottenere donazioni che permisero la costruzione della villa e il sostentamento dell’ente stesso che si era costituito nel lontano 1917.
Spiccano tra i tanti benefattori i nomi di Paola Borboni, Ettore Petrolini, Ruggero Ruggeri, Dina Galli, Gino Cervi, Elsa Merlini, Gina Lollobrigida, Vittorio Gassman. In molti si adoperarono anche per fornire gli arredi e le suppellettili della nascente Casa degli Artisti e per ricordarli ogni ambiente della struttura venne a loro dedicato.
Col tempo giunsero anche libri, costumi, quadri e oggetti personali appartenuti a grandi attori come Antonio Gandusio e Ciro Galvani, oltre a raccolte provenienti da appassionati, studiosi, commediografi che elessero questo luogo a custode delle loro memorie. La Casa diventò così centro di raccolta e di conservazione di testimonianze del mondo dello spettacolo tramandando trame di vita di chi aveva nel passato calcato le scene, assumendo così le sembianze di un particolare e affascinante museo.
Per completare quel microcosmo dedicato alla cultura teatrale che stava prendendo vita al Meloncello, mancava solamente un teatro. Fu Lorenzo Ruggi, una volta divenuto presidente, ad adoperarsi instancabilmente per raggiungere questo obiettivo. I cento milioni donati nel 1959 da Vittorio Cini, a memoria della moglie Lyda Borelli, diva del cinema e del teatro che già in precedenza aveva contribuito alle necessità della Casa, consentì a Ruggi di porre le basi del suo sogno tanto ambito. Ottenuto da parte del Comune un ulteriore appezzamento di terreno accanto alla villa, che da quel momento assunse il nome di Casa Lyda Borelli, si diede inizio ai lavori di edificazione del Teatro delle Celebrazioni, spazio destinato a celebrare i grandi nomi della drammaturgia internazionale.
La realizzazione della struttura seguì un percorso lungo e travagliato che non permise a Lorenzo Ruggi di vedere concluso il suo progetto. Finalmente la sala poté essere ultimata grazie alle risorse donate da privati cittadini a cui, in cambio, vennero dedicati gli oltre 800 posti della platea. Sorprendenti i nomi incisi sulle targhette delle poltrone: vi figuravano anche la Regina Elisabetta d’Inghilterra, e il consorte Filippo d’Edimburgo, John F. Kennedy e la moglie Jacqueline, Lyndon B. Johnson, e l’ambasciata URSS di Roma.
Il 31 gennaio 1983 si alzò per la prima volta il sipario del Teatro delle Celebrazioni offrendo al pubblico una serata che vide la partecipazione dei più grandi nomi dello spettacolo italiano tra cui Renato Rascel, Monica Vitti, Edoardo de Filippo.
Parallelamente alla costruzione del Teatro, la Casa continuava incessante l’attività sociale attraverso la valorizzazione delle esperienze artistiche degli ospiti che vi risiedevano, dimostrando così la sua duplice finalità, quella assistenziale e quella culturale.
Come Lorenzo Ruggi tutti i presidenti che si sono avvicendati, Sergio Stoppato, Raul Grassilli, Franco Bassi, Vincenzo Castiglione, Mario Antonacci, Lamberto Trezzini e oggi Anna Majani hanno sempre avuto ben presente questa peculiarità.
Alla presidenza di Trezzini, da poco conclusa, durante la quale è stato riorganizzato giuridicamente l’ente trasformandolo in fondazione, si deve nuovo slancio al carattere culturale della Casa, promossa a luogo di ricerca storica attraverso la realizzazione di attività che hanno consentito di mettere a disposizione del pubblico i materiali ivi conservati.
Il riordino dei fondi archivistici e fotografici, reso possibile grazie al progetto Una Città per gli Archivi ha svelato un patrimonio di notevole interesse, composto da locandine, manifesti, disegni, caricature e lettere autografe di Eleonora Duse, di Giacomo Puccini, di Filippo Tommaso Marinetti, materiali che hanno trovato sede accanto ai libri nella ristrutturata chiesetta di San Genesio adibita a biblioteca e sala conferenze.
Casa Lyda Borelli rappresenta soprattutto oggi un punto di riferimento nel panorama culturale italiano, tanto che vi sono pervenute di recente nuove importanti donazioni, dai ricordi teatrali appartenuti a Carlo Lari e Lida Ferro, ai costumi di scena di Anna Proclemer accompagnati da libri e suppellettili appartenuti alla grande attrice.
A conclusione pare significativo riportare le parole che l’attrice Mimì Aylmer, ospite della Casa, scrisse per raccontare il suo ingresso nella villa: «Ebbi la sensazione di entrare in un paradiso. Rividi le fotografie e i busti in marmo e in bronzo dei vecchi compagni ed amici: la cara Maria Melato, Sabatino Lopez, Zacconi e il grande Ruggero Ruggeri. E la grande biblioteca di Gandusio, dove, in una vetrina si possono ammirare i costumi de “I due fratelli gemelli venezani”, del Goldoni».
Emozioni irripetibili e visioni inattese scaturite ancora oggi da questa Casa dedicata a Lyda Borelli.
Emozioni e visioni: la Casa di riposo Lyda Borelli
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