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IT-CPA-SN0005-0000099
Il gatto nero
registrazione radiofonica (1 nastro analogico)
In questa puntata, le letture sono liberamente tratte dall'opera "Il gatto nero", un racconto di Edgar Allan Poe scritto nel 1843 nota Citazione tratta da ➔
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Identificazione
Identificativo scheda | IT-CPA-SN0005-0000099 |
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Identificativo gerarchico scheda | 00001.00005.00002.00002 |
Livello di descrizione | documento |
Titolo | Il gatto nero |
Titolo serie | fa parte della serie: "Il sottile piacere della paura" (n.2) |
Tipologia | musica e parlato (registrazione radiofonica) |
Pubblicazione del documento | |
21 luglio 1989 in lingua italiana, edita a , da , ed. (etichetta discografica ) |
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Consistenza | Documento composto da 1 nastro analogico |
Contesto
Responsabilità |
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Contenuto
In questa puntata, le letture sono liberamente tratte dall'opera "Il gatto nero", un racconto di Edgar Allan Poe scritto nel 1843 nota Citazione tratta da http://it.wikipedia.org/wiki/Il_gatto_nero_(racconto).: Il narratore, condannato a morte, decide di raccontare la sua storia, dichiarando subito che non verrà creduto da nessuno. Racconta di essere stato un uomo per bene, di aver avuto una grande passione per gli animali. L'autore riferisce che sua moglie non perdeva occasione di procurarsene molti: avevano uccelli, pesci rossi, un bellissimo cane, conigli, una scimmietta e un gatto. Quest'ultimo, di nome Pluto, era un animale forte e bello, completamente nero ed era il preferito dell'autore. La loro amicizia durò molti anni, nonostante il peggioramento del carattere del padrone che cominciava a picchiare sua moglie e a maltrattare gli animali, mantenendo però un certo riguardo per il gatto. Una sera, dopo essere tornato a casa ubriaco fradicio, l'autore notò che il gatto evitava la sua presenza, così lo afferrò e la bestia impaurita lo morse lievemente: subito un demone si impadronì di lui stesso. Estrasse la lama di un temperino nel taschino del panciotto e cavò un occhio alla bestia. Nei giorni successivi, il gatto lentamente guarì e fuggiva ogni volta che si avvicinava. Inizialmente l'autore fu afflitto da quel rifiuto da parte di Pluto, ma presto subentrò l'irritazione e la perversità, che lo spinse a continuare l'offesa che gli aveva inflitto. Una mattina lo impiccò a un ramo, con gli occhi colmi di lacrime; quella notte si svegliò mentre tutta la casa era in fiamme, riuscì a stento a sfuggire all'incendio con la moglie e un domestico. Si abbandonò alla disperazione. Tutta l'abitazione era crollata, a parte un muro divisorio poco spesso dove poggiava la testata del suo letto. Una folla si accalcò attorno a quel resto, incuriosito si avvicinò e notò la figura di un gigantesco gatto con una corda al collo in bassorilievo. Per mesi e mesi non riuscì a liberarsi del fantasma del felino, giunse persino a cercare un altro animale della stessa razza per sostituirlo. Anche il secondo gatto si attirerà in breve l'odio del padrone, il quale, nella discesa in un abisso di follia, finirà per tentare di uccidere l'animale, uccidendo invece per errore la moglie. Volendo nascondere l'omicidio, la murerà in cantina. Dopo qualche giorno, andranno a fargli visita dei poliziotti; egli, nonostante non trovi più il gatto, si sente abbastanza tranquillo tanto da permettere loro di perquisire la casa e persino la cantina. Giunti però qui, si scoprirà che il protagonista per errore aveva murato vivo con il cadavere della moglie anche il gatto, che, ancora vivo, comincerà a miagolare attirando l'attenzione dei gendarmi; l'omicidio verrà quindi scoperto e il protagonista presumibilmente arrestato. |
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Contenuto di repertorio | La puntata è andata in onda, in replica, nei seguenti giorni: 9 novembre 1989, 10 luglio 1992, 14 luglio 1993, 14 aprile 1994, 31 maggio 1996. |
Descrizione fisica e riproduzioni digitali
Documento composto da 1 nastro analogico |
files
nastri analogici
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Fonti e risorse collegate
Condizioni d’uso
Restrizioni d'uso | Radio Tau |
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